HARRY
Coma. Wenn era in coma. Quella persona affiancata a quel nome, non doveva esistere. Ero distrutto, incazzato con lei, ma anche con me. Da dove le era uscito di venire da me per dirmi che finalmente saremmo usciti insieme?
I medici ci dissero che è stata fortunata, se l’avessero trovata anche solo dieci minuti dopo, il suo cuore poteva non battere più.
Brividi.
brividi quando mi fermai davanti all’ingresso del pronto soccorso, mi era sembrato di sentire la sua voce che mi diceva che stava bene e potevamo uscire, ma pensavo fosse solo la febbre che si prendeva gioco di me, ma quando andai avanti la sentii dentro di me.Chiusi gli occhi, finalmente dopo tre giorni. La sua famiglia era arrivata e non potevo farmi vedere, provavo rancore per i suoi genitori e avevo il terrore che mi potessero ammazzare sapendo che ci siamo ritrovati.
Neve, freddo e buio. Ero sulla strada; avevo vestiti pesanti e anfibi. Mi fermai un attimo per capire dove fossi: era la strada che divideva Wenn da me. Guardai l’ora ed erano le 20.17, presi il cellulare per confermare il mio pensiero: era quella sera e all’improvviso vidi sfocato e caddi sulla neve soffice e bianca. Poco dopo vidi delle luci, era una macchina che si stava avvicinando, così mi alzai, ma a terra c’era lei. L’uomo nella macchina la vide e cercò di svegliarla. Wenn aveva le labbra viola e la pelle talmente bianca che sembrava trasparente.
“Hey!” la smuoveva, ma lei non faceva nulla.
“Harry, si voglio uscire con te!”
Sentii quelle parole forti come se fossero amplificate da un megafono, mentre l’uomo la prendeva in braccio e sembrava essere una voce al di fuori di tutto.
Erano le 20.48, quando l’uomo chiamò l’ambulanza che arrivò dopo venti minuti. In quel momento l’uomo prese il cellulare di Wenn e chiamò anche me.Bianco, solo e tutto bianco.
feci un giro su me stesso e in lontananza vidi qualcosa.
“Ciao…” la mia voce era titubante. “Chi sei?” chiesi alla figura immobile, ma quando mi avvicinai notai che era una donna.
“Chi sei?” chiesi ancora, ma si girò di scatto: labbra viola e pelle trasparente.
“Fa freddo” mi disse, ma nel momento che i nostri sguardi si incastrarono e poi incollarono, la sua bocca diventò rossa e la pelle prese colore.
“Wenn…” lei si alzò e mi abbracciò.
Non aveva più freddo, il suo calore mi inondò ogni centimetro della mia pelle, si staccò solo per guardarmi: quegli occhi mi erano mancati da morire.
“Si Harry, possiamo uscire!” disse con tutta la gioia che aveva.
“e come facciamo?”
“Vero! Come mai siamo qua?”
Mi svegliai.
Ero sudato marcio e facevo fatica a respirare. Era solo un sogno, ma fin troppo reale. Mi bruciava il retro del collo, dove avvolse le sue braccia; non poteva essere un sogno, Wenn era davanti a me, ho potuto toccarla. Mi buttai sul letto, con le lacrime che minacciavano di cadere dai miei occhi fin troppo stanchi, non volevo nemmeno vedere che ore fossero, non mi sarebbe importano che ore fossero e tanto meno il giorno, se Wenn è nuovamente troppo lontana da me.un applauso a me che dopo 2 mesi ho aggiornato la storia.
Non l'ho mai fatto prima, perchè non sono sicura di andare avanti, dal momento che sembra che la storia piaccia.
Non vi costa nulla mettere un voto o commentare, vi chiedo solo quello e fatemi sapere se vi piace, perchè sembra di no, dal momento che ci sono pochissimi voti e commenti.
Per favore!!!!!!
Io cercherò di essere più costante nell'aggiornare i capitoli, se mi fate capire che vi piace.
Ad ogni modo, se volete qualche chiarimento del capitolo mi potete mandare un messaggio sul il profilo di WATTPAD, oppure su:
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TUMBLR: occhicheguardanoilvuotovi mando un ENOOOORME BACIO a tutti xxx
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Never Forget Who You Are (seguito: dietro ad ogni sogno)
Fanfiction**** “Non hai paura che un giorno ti vengano a prendere?” “No, non ho paura! Perché dovrebbero?” “Ma ti senti? Dai sei scappata e ti credono morta!” “Ascoltami una buona volta per tutte: questo è il mio posto! Questo è il mio ossigeno, questo è il m...