Come or Not?

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WENN
 
Come poteva avermi detto una cosa del genere. No dico: Lui mi voleva mettere un anello al dito. Adesso me lo diceva? Perché non me l’ha detto quel giorno? Perché se n’era stato zitto? Tutto ciò che provavo in quel momento era solo grande confusione e rabbia; non sapevo se Harry voleva che tornasse come eravamo tre anni fa oppure no: il quadro, l’anello, quella casa. Stavo impazzendo.
“Cazzo! Dannata neve di merda!!” Ero in macchina, cercando di farla partire, ma in poche ore le strade erano piene di neve e la mia macchina come bloccata. Cercai di uscire senza cadere, mi mettevo sempre le All Star nei momenti più sbagliati. Con i piedi zuppi e le mani congelate cercai di togliere un po’ di neve, ma era impossibile. Stava succedendo tutto a me e le lacrime iniziarono a calarmi lungo il viso ed esasperata mi accasciai a terra battendo pugni contro la mia povera Mini che non ne poteva nulla.
“Tutto bene?”
“Vattene, ti prego…” riconobbi quella voce rauca e profonda. Era l’ultima persona di cui avevo bisogno, almeno era quello che pensavo.
Lui non se ne andò come gli avevo chiesto, rimase dietro di me, mettendomi una sua giacca sulle spalle, dal momento che stavo tremando di freddo e mi fece alzare.
“Ti ho detto di lasciarmi stare, Harry. Come diavolo te lo devo dire?” ma lui preferì non rispondermi, così alzai lo sguardo incontrando i suoi bellissimi occhi verdi che li trovai stranamente più scuri e lucidi, ma non mi importava, ciò che volevo dirgli lo avrei fatto anche se vederlo così mi rattristava.
“Ti odio, okay!?” Forse  stavo convincendo più me stessa, piuttosto che insultarlo, infatti lui non si compose.
“Vieni dentro o ti ammalerai.”
“No, me ne vado a casa e da quando ti interessa di come sto, eh? Dimmelo perché in questi tre anni non ho visto nemmeno la tua ombra!!” Gli stavo urlando in faccia con voce gracidante e molto rauca, ma Harry continuava a non rispondere alle mie parole più che vere e ed ero sicura che lui faceva così solo perché era nel pieno torto. “Caro signorino, io non ho bisogno del tuo aiuto! Se sono qui anche senza di te un motivo c’è, non credi?”
“Eppure sei venuta da me…” Il suo tono era tranquillo e convincente ed io non sapevo che dire.
Gli diedi la giacca e girai i tacchi per andare verso casa, ma si mise affianco a me col tentativo di fermarmi.
“La vuoi piantare?”
“Cosa vuoi che pianti? E poi mi dici come faccio dal momento che sta nevicando!?” Questo era troppo, il suo umorismo stava uscendo nel momento più sbagliato della sua vita ed io non collegai più il cervello alle mie azioni che un braccio prese slancio per poi stampare uno schiaffo in pieno viso di Harry, il quale si portò una mano sulla sua guancia destra.
“Hai fatto bene, me lo meritavo!”
“Ti meriteresti un pugno sull’occhio, ma non potrei mai sfigurare un viso come il tuo!” Portai le braccia al petto in segno di sfida e prepotenza. I suoi occhi mi guardavano, senza distaccarsi dai miei e cambiò espressione.
“Sei bagnata fradicia, per favore. Lo sai la casa è grande e puoi starmi il più lontano possibile, ma non voglio che tu vada a casa a quest’ora e in questo stato. Mi odi, okay ma accetta questa mia offerta, se tu lo fai non vorrà dire nulla e ti capisco… abbiamo perso un sacco di tempo, ma so che non è obbligatorio che  lo recuperiamo. Vieni o no?”
“Io…” Aprii la porta e poi la richiusi e in fine dissi di sì.
 
Con la testa che guardava il soffitto, mi domandavo come faceva a restare in questa casa così fredda e cupa, come faceva a vivere? Eppure io me la ricordavo molto più viva, molto più serena, ma in quel momento la vedevo così o forse quando ci abitavo anch’io eravamo noi due che la tenevamo così vivace e accogliente come non lo è adesso. In più non mi ricordavo che fosse così grande, sfruttavamo solo una piccola parte di questa casa. Adesso mi ritrovavo lì su quel letto freddo e nella stanza buia mentre la neve cadeva fuori come se tutto ciò che era successo lo volesse coprire e poi il sole avrebbe continuato il suo compito facendo tornare tutto sereno, ma questo no, mai! Lo odiavo ed io ritornai a tagliarmi. Era incredibile, ma senza di lui non riuscivo a stare, chiamatemi pazza o ossessionata, ma era tutto ciò di cui avevo bisogno: nato in me come un quinto dei miei idoli e si era trasformato in qualcosa in più, in quella parte mancante di me che si allontanò e la distanza ha fatto si che noi non ci potessimo più ricongiungere. Non eravamo più un Noi, ma solo Harry Styles e Federica Maier, nemmeno più Wenn.
Accesi l’abat-jour, il buio mi stava facendo troppo paura e il silenzio mi stava tormentando. Una volta la mia psicologa mi disse che per me era meglio che non rimanessi tanto da sola, perché i miei pensieri prendevano spazio e mi portavano a conclusioni troppo affrettate, dovevo stare sempre con qualcuno, come se la solitudine fosse la mia kriptonite e l’unico rimedio era qualcuno al mio fianco, ma in molti casi era la musica. Avevo il bisogno di starmene da sola, ma in quel letto, non in quella casa, non con lui all’inizio del corridoio nella sua stanza probabilmente nella mia stessa situazione.
Scossi la testa, basta. Non potevo torturarmi in quel modo: era finito e adesso avevo dato un punto io. Mi girai su un fianco, chiusi gli occhi e Morfeo entrò nella mia mente riportando i ricordi di quando ero piccola.
“No dai… Harry, io e te abbiamo chiuso… non baciarmi il collo” bofonchiavo qualcosa, ma quando sentii più una leccata che un bacio mi alzai di scatto vedendomi un cane che mi leccava tutta la faccia.
“Che schifo!”
Il cane abbaiava e scodinzolava felicemente. Lo presi in braccio e lo scrutai: non poteva che essere il mio Yionki. Non ci credevo, lo aveva tenuto, non ci avrei mai scommesso, così me lo mesi sotto braccio e me lo portai in bagno appoggiandolo per terra mi diedi una lavata al viso e successivamente mi cambiai, ripresi il cane e lo portai sotto con me. Mi svegliai del tutto non appena vidi Harry di spalle mentre trafficava con la macchina nel caffe e sul mio viso si formò un sorriso che realizzando cosa stavo facendo misi le mie labbra in una linea dritta e tossii.
“Ciao bell-“ fece una pausa sapendo che quello che stava per dire non andava per niente bene “hai dormito bene?”
“Non male.”
“Scusa se ti ha svegliato, non era mi intenzione farlo entrare, ma stavo facendo la doccia…”
“Tranquillo. È Yionki, mi è mancato.”
C’era un imbarazzo che lo avrebbe notato pure un sordo muto, così tagliai corto, prima che uno dei due si mettesse nei pasticci.
“Allora… Ehm io dovrei andare a casa.” Mi guardò dritto negli occhi, non lo aveva ancora fatto da quando ero entrata nella stanza e notai amarezza.
“Ah mmh è vero… Hai visto che la tua macchina è bloccata dalla neve?” Sbarrai gli occhi, questo non era un bel segno.
“No, cazzo!”
“Se vuoi ti posso portare io a casa.”
“No, vado a pie-“
“Con le All Star? Manco per sogno. Mi metto le scarpe e ti porto io!”
“Harry davvero, preferisco così.” Si avvicinò a me, la distanza tra di noi era quasi invisibile e sentivo il suo respiro confondersi con il mio.
“Porca vacca, no! Per una volta non replicare, stai zitta. Ti voglio solo fare un altro favore. Ti porto io, punto e stop!” disse in modo calmo, quasi da svenire e so che avrebbe voluto sorridere e prendermi per un fianco, ma riuscì a resistere. Mentre io… io aprii la bocca due volte, ma la richiusi, non dovevo replicare, almeno per sta volta. “Arrivo subito!” Mi accennò.
Chiusi gli occhi e respirai lentamente sentendo il profumo del suo shampoo che dopo questi anni non ha cambiato, sapeva di shampoo per bambini ed era dannatamente buono.
“Eccomi, possiamo andare!” Mi risvegliai dalla mia trans e mi misi la giacca per poi uscire, lasciando il piccolo Yionki a casa da solo.
Non avevo mai visto le strade di Londra piene di neve ed era un bellissimo spettacolo, anche perché tutte le case erano decorate con luci natalizie che pian piano si stavano spegnendo, lasciando alla luce del giorno la sua poca illuminazione, dal momento che il cielo era coperto e portava ancora neve. Harry era concentrato sulla strada, io a guardare le case. Aprii bocca non appena notai casa mia.
“Quella è la mia casa.”
“Quella rossa?” chiese lui non capendo bene quale fosse.
“Si…”
“Non sei così lontana da me…”
“Già.” Chissà come mai, vero Harry?
“Arrivati! Allora ciao.” Mi girai per guardarlo.
“Ciao.” Aprii la portiera e stavo per uscire, ma Harry mi prese per il polso, così mi fece voltare trovandomi il suo viso di nuovo troppo vicino, ma con l’altra mano lo spinsi più lontano possibile.
“No, Harry. Ti prego…” La mia voce si era improvvisamente abbassata e gli occhi erano leggermente lucidi.
“Hai ragione, scusa. Ma io…” speravo che lo dicesse, che facesse uscire dalla sua bocca: “Io ti amo ancora”, ma non lo fece si limitò a congedarmi.
Non mi voltai per guardarlo e solo una volta entrata in casa sospirai e buttai tutto il fiato che avevo in corpo.
Ero stanca di quella situazione e sapevo che non avrei resistito per molto.
“Che ci fai per terra? Come mai sei arrivata solo adesso?”
“Oh Niall!” Mi alzai e mi aggrappai al suo collo. “Non dovevo andare. È stato come un colpo al cuore, uno di quelli forti. Era lì, quella casa, il quadro e poi mi disse dell’anello e la neve ha fatto tutto il resto. Mi ha obbligato a dormire da lui, non voleva che me andassi a casa di notte e tutta bagnata, ma non è successo nulla. È stato orribile, specialmente vedere quanto ci è stato male e prima ha cercato di baciarmi, ma mi sono rifiutata, non sono ancora pronta a riprendere tutto quello che ho perso… lo voglio di nuovo io, ma sono confusa e ho tanta paura.” Niall mi asciugò una lacrima e ci sedemmo sul divano.
“è normale che tu ti senta così. È passato un sacco di tempo e devo ammettere che tu e Harry avevate un bellissimo rapporto e tornare come prima sarà dura, il problema è: tu vuoi ritornare con lui, sei sicura?”
“Io ho solo paura, paura che un giorno ci potremmo di nuovo lasciare o peggio tradire…”
“Bè adesso siete abbastanza grandi per capire cosa volete. C’è solo bisogno di tanto tempo e magari tutto si aggiusterà.”
“O forse no…”
“Wenn, chi vuoi prendere in giro? Tu non lo odi, tu lo ami ancora. Provi odio nei suoi confronti perché dopo che vi siete detti che non vi sareste mollati lui l’ha fatto da un momento all’altro, ma lui ti ama ancora. Dopo di te non ha avuto più nessuno, ci ha provato, ma si ritrovava con ragazze che ti assomigliavano, ma che con il tuo carattere non avevano nulla a che fare, così ci rinunciò e adesso che ci sei, anche se preferisci non vederlo, lui è più felice.”
Sorrisi ascoltando il discorso di Niall e per quanto non volessi che fosse così dovevo accettarlo, perché era la verità. Il tempo avrebbe aggiustato un po’ di cose, dal momento che ci eravamo di nuovo incontrati.

Never Forget Who You Are (seguito: dietro ad ogni sogno)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora