HARRY
Passeggiavamo per le strade di Londra, in piena notte. Non avevo ancora parlato da quando mi ritrovato alla festa, lei continuava a guardarmi.
“La molli di fissarmi, mi da fastidio!”
“Qualcuno ha preso la ciucca triste, eh?” un risatina uscii dalle sue labbra. “ e poi mi piace guardarti, in qualsiasi stato sei: spettinato, ubriaco, triste, euforico e felice. Ma se a te ti da fastidio, smetterò.” Il suo sguardo si posò davanti a noi, ma allungò la mano, per intrecciare le sue dita con le mie.
“PERCHE’?” Wenn si spaventò, i suoi occhi erano spalancati e confusi e le labbra serrate.
“Perché continui ad illudermi, mi sono rotto di starti, ma continuo perché spero che un giorno possiamo diventare di nuovo qualcosa. Io non so più come spiegarti che mi piaci da impazzire. Sei tutto quello che voglio, tutto quello di cui ho bisogno e so che sembra essere una frase sdolcinata da film, ma è così Wenn. Sto peggio adesso che ci sei, che quando non c’eri. Wenn… ammettilo che tu vuoi la mia stessa cosa, lo so… te lo leggo in faccia, ma sei troppo orgogliosa.
“No! Questo non dirlo mai!” staccò le nostre mani e iniziò a camminare, piangendo.
“Wenn, parlarmi.”
“Vuoi che parlo, vuoi sapere tutto. Bene!” Non vidi mai occhi così infuocati, così pieni di oscurità, forse non avevo proprio idea fin dove poteva arrivare.Il vento gelido tagliava la nostra poca pelle scoperta e notavo come gli occhi di Wenn volessero liberare le lacrime, ma le sembrava così difficile. Eravamo in una panchina, di un parchetto vicino a casa mia.
“Preparati Harry, non ti puoi immaginare cosa ho passato.”
“Mi bastano vedere le tue ferite, che un minimo posso immaginarmelo.” Non era vero, io sapevo tutto, o meglio quello che mi aveva detto Asia.
Wenn prese un grande respiro, per poi farlo uscire.
“L’inizio lo sai già. Quel ragazzo mi prese come per magia, ero attratta da lui come una calamita, ma… attratta in un modo differente, rispetto a com’er-“ fece una pausa. “va be’ attratta come se fossi drogata, ipnotizzata. Mi sono spiegata?” annuii senza parlare. “a mano mano che le cose si stavano facendo serie tra di noi, in senso di scopare, lui voleva farlo…” chiuse gli occhi e si bagnò le labbra, circondai il mio braccio attorno alle sue spalle, avvicinandola a me.
“non è il caso che mi dici tutto.”
“e che non trovo i termini, mi si spezzano le parole in gola.”
“Capisco…” e baciai la sua nuca.
“Voleva farlo pericoloso. Aveva dei giochi strani, come un’altalena, una giostra che mi legava mani e piedi e mi faceva girare, le fruste, le creme… ma la cosa più strana tra tutte è che a me piaceva da impazzire. Io urlavo dal godimento che ricevevo e adesso se ci penso mi si rivolta lo stomaco: ERO PROPRIO OSCURA!”
Si girò con occhi pieni di lacrime e mi guardava come chi ha perso ogni speranza e non sa più dove andare.
“mi diceva che ero la migliore, che cercava una come me da tanto tempo e che non potevo andare da nessuna parte: ero di sua proprietà. Come un oggetto…” di nuovo silenzio. Stavo zitto, mentre le mie braccia la cullavano, quello che non hanno mai potuto farlo.
“Poi, un giorno mi arrivò con dei fogli; mi aveva appena drogata e li lessi come se fosse solo un opuscolo di un cazzo di corso noioso, ovvero senza interesse, in realtà non li lessi.. Mi disse che ero pronta, che tutti mi avrebbero voluto e sai chi mi passò per la testa in quella frase? Un ragazzo che non avevo dimenticato, che speravo ogni giorno che potesse tornare da me, che mi avrebbe risposto. Tutti mi avrebbero voluto, forse anche lui. Pensai.”
“C-cosa c’era scritto in quei fogli?” inizia a piangere, stava diventando tutto aperto tra di noi e non volevo più sapere nulla.
“Il biglietto per entrare all’inferno.”(harry diventa un aspettatore, come se stesse guardando un film. Se non capite qualcosa ditelo che vi spiego)
Ero come se fossi al cinema, l’unico aspettatore di quell’orribile film. Si, era orribile, poteva essere magnifico solo per un sadico o un malto di mente o peggio ancora per uno stupratore.
“Divarica le gambe”, disse l’uomo a Wenn e lei lo fece con tutta la voglia.
Osservavo i suoi occhi: erano privi di emozione, come se avesse spento ogni tipo di sentimento. Ed era così: “Non so come, ma spensi tutto. Forse per non farmi schifo, forse per non ricordare ogni singolo momento della vita in cui mi trovavo e forse per cancellare lui.” Pensò Wenn ad un certo punto del film.
Io. Voleva cancellare me e spense quella poca luce rimasta in lei; capii solo in quel momento che io ero la sua unica luce.
L’uomo continuava a penetrarla con volgarità, le parlava pudoratamente da stronzo; io le parlavo sporco, era diverso: si eccitava ad ogni parola che le sussurravo all’orecchio, quando facevamo l’amore.
Uno schiaffo… sull’addome.
Un altro schiaffo; Wenn era sempre uguale.
Un terzo schiaffo… sul viso.
Sulle sue guance. Mi venne da alzarmi e urlare contro quel pezzo di merda, ma non lo feci, non potevo più fare nulla.
Lei? Impassibile.
Speravo che fosse tutta una recita, ma la ragazza non recitava. A lei piaceva.
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Never Forget Who You Are (seguito: dietro ad ogni sogno)
Fanfiction**** “Non hai paura che un giorno ti vengano a prendere?” “No, non ho paura! Perché dovrebbero?” “Ma ti senti? Dai sei scappata e ti credono morta!” “Ascoltami una buona volta per tutte: questo è il mio posto! Questo è il mio ossigeno, questo è il m...