Capitolo 3.

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Avevo perso il conto dei minuti, delle ore e degli shot che avevo buttato giù.
Federica non era ancora tornata.
Non che me ne sarei potuta accorgere, comunque, dato che, da un tempo indefinito a quella parte, non facevo altro che sbiascicare parole incomprensibili e ridere delle disgrazie di vita che mi raccontava il mio ormai amico barman diciannovenne.
«Mi stai...dicendo che l'hai portata in vacanza, pagata, e ti ha messo le corna col cameriere?» dissi sbiascicando.
«Sì, cazzo. Quante altre volte te lo devo ripetere?» «Porta altri...altri shot» ordinai.
«No, basta»
«Ma chi sei, mia madre?»
«Sicuramente una persona più responsabile di te» mi rimbeccò.
Sbuffai.
«Federica!» urlai.
«Shh, non urlare. Chi stai cercando?» disse Andrea, il barman.
«Sto cercando... il... voglio dire, la mia migliore amica. Federica. L'hai vista?»
«Mora?»
Annuii, e lui scoppiò a ridere.
«Cosa c'è?»
«L'ho vista entrare nel bagno con un ragazzo biondo, mezz'ora fa»
«Cosa?!» urlai infuriata.
Sapevo benissimo chi fosse il biondo. Il suo ex ragazzo, che l'aveva ripetutamente trattata male.
Mi alzai di corsa, ma inciampai e caddi subito. Avevo dimenticato che l'alcol che avevo in corpo non mi permetteva di reggermi in piedi.
Scoppiai a piangere, non capendo perché. Non reggevo l'alcol ed ero nervosa.
Rimasi sul pavimento mentre il suono di molte risate riecheggiò nel locale.
«Tutto bene?» mi disse una voce che non riconobbi.
«Che cazzo di domanda» dissi alzando gli occhi arrossati.
Un ragazzo dagli occhi marroni con un volto vagamente familiare era accovacciato davanti a me e mi guardava.
«La tua amica è appena uscita» mi informò.
Mi alzai e barcollai fuori.
«Fede»
«Sono qui» disse, mentre si sedeva su una panchina.
Andai da lei infuriata, ma ci misi talmente tanto che quando arrivai mi dimenticai il motivo.
Ci sdraiammo entrambe sulla panchina.
«Raccontami. Vi ho visto»
«Non c'è niente da raccontare», la sua voce mi fece capire che anche lei era ubriaca, ma non quanto me, «appena siamo entrati mi ha vista e mi ha detto che doveva parlami, ma intanto mi ha offerto da bere. Ho esagerato e...»
«Okay, okay» sbadigliai.
«Tu che hai fatto?» chiese.
Le raccontai e parlammo fino ad addormentarci.

Quel ragazzo di San Lorenzo.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora