Capitolo 23.

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3 anni dopo...

«Cosa hai pensato la prima volta che mi hai vista?» gli chiesi con un sorriso. Eravamo sulla stessa spiaggia. Su quella spiaggia, che ormai era diventata la nostra.
Era una calda giornata di giugno ed eravamo appena usciti dall'acqua. Quella domanda era assolutamente fuori contesto e banale, eppure in tutto quel tempo non mi era mai venuto in mente di fargliela.
Prese un lungo sospiro e si massaggiò la fronte.
«Ho pensato... ho pensato che tu fossi la più bella... no, troppo banale. Ho pensato che fossi buffissima quando ti ho vista cadere, così mi sono avvicinato. E quando ci siamo guardati, ho capito»
Mi presi un momento per rispondere.
«Cosa?»
«Che non ti avrei più lasciata andare»
«Avevi capito bene, allora» affermai accarezzandogli il petto.
«E tu cosa hai pensato?»
«Io ho pensato...» riflettei. Stavo per rispondergli che ho pensato che fosse pazzo ad aiutare una sconosciuta ubriaca nel suo locale, ma un altro ricordo mi tornò in mente.
«Ho pensato che fossi molto antipatico a guardarmi così male, nonostante ti fossi andata addosso io scendendo da quel bus. E poi ho pensato che avessi i più begli occhi marroni mai visti»
La sua espressione si fece perplessa.
«Cosa?»
Gli sorrisi.
«Ci eravamo già visti. Il primo giorno di scuola, scendendo dal bus, ti sono andata addosso. Poi, quando ci siamo parlati, ti ho riconosciuto»
«Quindi, a distanza di tre anni, mi stai dicendo che la bella ragazza con cui mi sono scontrato eri tu!»
Annuii.
«Mi hai colpito fin da subito» gli confessai.
«Anche tu mi hai colpito. Letteralmente» disse, e si mise a ridere.
Io risi con lui e poi gli diedi uno spintone scherzoso.
«E dai. Stai dicendo che avresti preferito non accadesse?»
«Vorrei che accadesse ogni giorno della mia vita»

Mi stiracchiai. Ero seduta su una poltroncina in pelle col computer sulle ginocchia, mentre bevevo il mio caffè macchiato. Scrivevo e scrivevo.
Avevo scritto per... quanto? Due ore? Impossibile. Molto di più.
Alzai lo sguardo e intercettai Marco che camminava spedito verso l'altra parte della sala.
«Marco» lo chiamai. Avevamo avuto modo di legare di più in tutti quegli anni.
«Camilla! Cosa c'è?»
«Tra quanto iniziate?»
«Tra una decina di minuti. Dove si è cacciato Alessio?»
Mi guardai intorno.
«Non ne ho idea. Non è con te?»
Scosse la testa e io feci spallucce.
«Tornerà» ridacchiai.
«Spero che non arrivi in ritardo come l'altro giorno. Non ho scuse da inventare questa volta» disse, prima di allontanarsi e sparire.
Scossi la testa e in quel momento lo vidi avvicinarsi.
Camminava a grandi passi verso di me e sorrideva, mentre i suoi capelli un po' più lunghi ondeggiavano da una parte all'altra.
«Marco ti sta cercando. Tra poco dovete iniziare» lo avvisai.
«Lo so»
«È il primo concerto nella tua città. Sei agitato?»
«Sinceramente? Non sono riuscito a dormire questa notte. Spero di non addormentarmi lì sopra, altrimenti me la dovrò vedere con Marco» disse, e rise fragorosamente.
Io risi con lui, poi guardai il computer e presi un grande sospiro.
«Ho finito» annunciai.
Lui mi guardò e non seppi decifrare la sua espressione.
«Davvero?»
«Sì»
«Fammi leggere. Voglio leggere tutto quanto» ordinò.
«Assolutamente no!» gli risposi diventando rossa.
«Mi stai dicendo che hai appena scritto un libro su di noi e non vuoi farmelo leggere?»
«Certo»
In quel momento Marco passò e gli fece un cenno che non capii.
Alessio mi sorrise, mi prese la mano e mi fece alzare.
«Dobbiamo iniziare. Vieni con me»
«C- Cosa? Dove?»
«Sul palco»
«Sei impazzito? Io non salgo lì sopra, è pieno di gente, e...»
Alessio non si perse in chiacchiere e mi trascinò per un braccio.
Quando la folla mi vide salire mano per la mano con Alessio iniziò ad esultare.
Prese il microfono in mano e la mia gola si strinse.
«Volevo dire solamente un paio di cose prima di iniziare. Vi starete chiedendo... innanzi tutto chi è, e perché è qui sopra»
Iniziai a tremare.
«Oggi è la prima volta che cantiamo nella mia città, esattamente dove io e lei ci siamo conosciuti, dove siamo usciti e dove ci siamo baciati per la prima volta, più di quattro anni fa. Ho deciso di farla salire qui sopra perché voglio che sappiate che tutte le canzoni che ascoltate e che canterò fra poco, sono scritte per e anche grazie a lei. È stata una parte fondamentale del mio percorso. Dopo tutti i miei amici, ovviamente, è stata una delle prime a credere in me, fin dal primo giorno in cui ci siamo conosciuti.
Gli sono grato ogni giorno, eppure ogni volta mi sembra di non esserlo mai abbastanza. Quindi... be', lei è Camilla, il mio primo e ultimo amore»
Sentii una lacrima scorrermi giù per la guancia e mi affrettai a raccoglierla.
Si sentirono dei grandi applausi. Mi sentii in dovere di dire qualcosa eppure non riuscii a dire nemmeno una parola. Guardai Alessio e gli sorrisi.
Era sempre stato così, fra noi due.
Passò qualche secondo e mi resi conto che era il momento di iniziare, così feci per allontanarmi, ma lui mi fermò.
Mi attirò a sé e mi cinse i fianchi.
Lo guardai, e nei suoi occhi vidi... tutto.
«Voglio passare una vita con te» mormorai.
«Io anche due»
E mi baciò.

Fine.

Quel ragazzo di San Lorenzo.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora