«Oddio, Camilla, tutto bene?» disse una voce. Aprii gli occhi. Ero sul pavimento del bagno e la testa mi faceva più male di prima. Dovevo essermi addormentata. O ero svenuta.
Mi girai. Vicino a me c'era Arianna che attendeva una risposta.
«Sì, credo. Ho bevuto troppo» borbottai. In parte era la verità. Ma non ero su quel pavimento per quello, poche ore prima non avevo pianto a dirotto per quello. Ripensai all'immagine di Alessio con in braccio quella ragazza.
«Hai pianto?» voleva sapere.
«Cosa? No. Non lo so, sarà colato il trucco»
Sospirò.
«Mi dici che hai? È tutta la sera che stai così»
Tutta la sera? Magari. Erano giorni che stavo così.
«Lo so, non mi sento molto bene. Scusate se vi ho rovinato la serata» dissi, profondamente dispiaciuta.
«Non hai rovinato niente, ci siamo solo preoccupati quando dopo un po' non ti abbiamo vista tornare»
Le rivolsi un debole sorriso e cercai di alzarmi.
«State andando a casa?» chiesi.
Lei annuì.
«Nemmeno noi stiamo tanto messi bene. A parte Ambro, che deve guidare»
Provai a ridere ma non ci riuscii.
«Vi dispiacerebbe accompagnarmi? Poi giuro che non vi darò più problemi»
«Scherzi? Non ci dai alcun problema, certo che ti accompagniamo»
Ci alzammo e uscimmo di lì. Guardai il tavolo, ed era vuoto.
Il freddo mi colpì non appena uscii e un brivido mi percorse la schiena.
«Arianna?» chiese una voce. Mi bloccai immediatamente. In quel momento capii che l'universo mi stava giocando davvero un brutto scherzo.
«Alessio?» rispose lei.
Si conoscevano? La serata non sarebbe potuta andare peggio di così.
Mi girai lentamente. Cos'altro potevo fare? Scappare via?
Feci molta attenzione a non guardare Alessio negli occhi. Anzi, a non guardarlo in generale.
«Sei qui e non mi dici niente?» disse lui scherzando.
Lei rise.
«Sono qui solo per oggi, domani riparto»
Mi guardò.
«Ah, scusa, lei è Camilla»
Fino a quel momento avevo sempre tenuto lo sguardo basso cercando di fingere indifferenza, ma quando Arianna pronunciò il mio nome alzai la testa e guardai Alessio dritto negli occhi. Lui ricambiò e per un momento parve stupito, probabilmente vedendo come ero messa, tra gli occhi rossi e tutto il trucco colato sulle guance. Dopo qualche secondo non riuscì a sostenere lo sguardo e i suoi occhi si spostarono altrove.
«Vi conoscete?» chiese Arianna, chiaramente insospettita. Lei si aspettava che ci saremmo presentati, invece non avevamo detto una parola, limitandoci a guardarci male.
Nonostante il nodo in gola, decisi di parlare.
«Di vista. Viene nella mia stessa scuola»
«Non sembra che vi stiate molto simpatici» disse ridendo.
«Già. Andiamo, per favore?»
Ero impaziente di andare via, impaziente di non sentire più quegli occhi marroni su di me.
«Okay...Ambro?»
«Sì» rispose lui.
Non avemmo nemmeno il tempo di girarci che la voce di Alessio ruppe il silenzio teso che si era creato.
«Camilla» mi chiamò.
All'inizio pensai di aver capito male, di essermelo immaginato, ma quando mi girai e vidi che mi stava fissando mi convinsi che aveva detto davvero il mio nome.
«Dimmi» dissi, con tutta l'indifferenza di cui ero capace.
«Posso parlarti un attimo?»
«No, sto andando a casa»
«È importante. Importantissimo»
Sospirai.
«Non voglio parlare con te»
«Lo so. Per favore»
Lo guardai, valutando il da farsi. Poi mi girai verso Arianna.
«Ari?» la chiamai.
«Sì?»
«Cominciate ad andare, tra poco vi raggiungo»
«Sicura? Tutto bene?» chiese, premurosa come sempre.
«Sì» risposi, non troppo convinta.
Alessio salutò lei e gli altri e poi mi prese in disparte.
«Allora?» lo incalzai.
«Non ti vedo molto bene. Hai pianto?»
Evitai di rispondere alla domanda.
«Allora non guardarmi. Non mi serve la tua compassione, ok?»
«Non... non intendevo questo. Intendo, perché stai così?»
«Ti interessa così tanto?»
«Sì» mormorò.
Ci fu un momento di silenzio.
«Secondo te perché, Alessio?»
«Non capisco»
«È ovvio. Non importa, stiamo entrambi perdendo tempo. Perché non torni dalla tua bella ragazza con cui eri stasera? Si starà chiedendo dove sei»
«Eh?»
«Non perché me ne freghi qualcosa, ma almeno non metterti a perdere tempo con me»
«Ma lei non... non è la mia ragazza»
«Oh, scusami tanto. Chiunque sia. Perché non torni da lei?»
«Perché non era nessuno. Non era importante. Era un... un passatempo»
«Un passatempo» ripetei, stupefatta.
«Sì»
«Come me, insomma» dissi aspramente.
Le lacrime stavano per uscire, ma le ricacciai indietro. L'ultima cosa che volevo fare in quel momento era piangere davanti a lui.
«No, accidenti, no! Tu non sei un passatempo»
«E cosa sono, allora? Perché da come ti comporti mi dimostri di sì»
«Sei... non lo so nemmeno io»
«Non sai mai niente, Alessio. Non sai perché ti comporti così, non sai cosa provi, non sai cosa fai...» iniziai a parlare, ma lui mi interruppe. Avanzò di un passo accorciando la distanza tra noi.
Il suo profumo mi raggiunse e così feci un passo indietro.
«Non scappare da me»
«Sei stato tu il primo a scappare» ribattei.
Chiuse gli occhi e scosse la testa.
«Non capisci?»
«Cosa? Cosa dovrei capire?»
«Io non so più niente quando sono accanto a te! Non so perché mi sono comportato come mi sono comportato. Non lo so nemmeno io cosa sei per me, ma quando ci sei provo... qualcosa»
«Cioè?» chiesi. Mi tremava la voce. Il mio cervello stava cercando di trovare un senso alle sue parole ma non ci riusciva.
«Non so spiegarlo, ma lo provo solo con te» disse, e si avvicinò.
«Con... me?»
«Con te»
Mi prese la mano che mi tremava e la strinse. A quel punto non riuscii più ad impedire alle lacrime di uscire.
Mi attirò a lui e mi abbracciò.
Sorrisi sentendo il suo profumo, nonostante non potesse vedermi.
«Mi sei mancata» disse, e io lo strinsi ancora più forte.
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Quel ragazzo di San Lorenzo.
FanfictionUna festa dopo il primo giorno di scuola stravolgerà completamente la vita di Camilla. Dal momento in cui incrocerà quegli occhi marroni, cambierà tutto. Soprattutto lei. (se volete supportate con le stelline, mi farebbe molto piacere!<3)