CAPITOLO 5

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Il mattino seguente mi sveglio, non so se per il forte rumore che proviene da fuori o se per il mio stomaco che brontola, ieri non ho mangiato quasi nulla ripensandoci. Sembra che qualcuno stia facendo dei lavori giù in cortile. Alzo le spalle e ripoggio la testa sul cuscino. Ai rumori si aggiungono anche delle voci, spalanco gli occhi un po appiccicaticci e mi accorgo che c'è qualcuno che batte alla porta, corro ad aprire, anzi no, sto provando a correre ma sembra proprio che le mie gambe non ne vogliano sapere nulla, mentre lo faccio la mia immagine si riflette nello specchio: sono un disastro. Oltrepasso quella figura orribile e vado ad aprire la porta e mi ritrovo davanti i miei amici, o almeno una versione di loro molto arrabbiata però.

'Di sicuro hanno una faccia migliore della mia' constato anche se la loro espressione è decisamente contrariata. Solo dopo noto i bagagli dietro di loro. Cavolo! Mi porto una mano alla fronte. Solo adesso mi ricordo che prima di pranzo hanno un volo da prendere, istintivamente mi volto e guardo l'ora, sono già le nove!

Mi volto lentamente perché so che sicuramente mi spetta una ramanzina e infatti è solo un attimo e sento Ana sclerare e spingermi all'interno della camera. -Ma insomma! Tra un paio d'ore partiamo e tu non sei rimasta ne alla festa e non sei venuta a fare colazione. Ma che ti prende?- Cavolo, è vero! Mi sono appena ricordata che avevamo deciso anche che prima di partire avremmo fatto colazione tutti assieme ma logicamente io non ci ho pensato "Mi sembri la fata smemorina" alzo gli occhi a cielo.

-Scusate, non mi sono svegliata ero... ero stanca- guardo con aria colpevole la mia amica ma è chiaro che non mi crede e lo capisco quando aggiunge -Dimmi la verità Eli, con chi sei stata ieri sera? Chi c'era qui con te...- a quelle parole divento rossa e non so perché, in fondo nessuno è venuto qui ieri, cioè si insomma, fuori dalla porta si ma non una passo in più.

Il mio disagio deve essere tanto evidente perché Ana se ne accorge e dopo aver spalancato la bocca e aver guardato Oliver, mi guarda e continua indignata e divertita facendo qualche saltello sul posto. -Non posso crederci! C'era davvero qualcuno qui!!- urla tra le risa.

Spalanco gli occhi ma dovevo aspettarmi questa reazione. -Ma no Ana cosa dici! Non sono riuscita a dormire e sono rimasta in giardino fino alle due del mattino.- Prima mi guarda corruciata, poi come se avesse avuto una delle sue illuminazioni sorride e dice civettuola -Allora se non era qui, mi sembra ovvio che era in giardino con te- dopo aver guardato le sue sopracciglia alzarsi e abbassarsi con fare ammiccante, abbasso la testa e fisso i miei piedi nudi -Si in giardino c'era un ragazzo ma non era con me, sai com'è i ragazzi stanno in giardino..-Volevo utilizzare un tono ovvio, ma invece mi sento sempre più imbecille!

Mi gratto il collo imbarazzata, non ho via d'uscita. E quando faccio per continuare Ana non mi lascia finire -Si certamente, alle tre del mattino. Come no!- io la guardo e vorrei sottolineare che erano le due e non le tre, ma non mi sembra il caso. Stavolta provo ad essere più convincente -Ti dico che non ero con nessuno, ho solo conosciuto un ragazzo ma niente di che..- Alzo le spalle e gesticolo per sembrare ancora una volta indifferente, ma invece non faccio che somigliare a mia nonna ogni volta che si sforza per spiegare qualche cosa, si mette a gesticolare per spiegare ogni singolo concetto.

Più volte da bambina le chiedevo come mai facesse tutti quei gesti e lei semplicemente mi rispondeva "Piccola mia, io sono cresciuta in Italia, li da noi è tipico gesticolare anche per dire una piccola sciocchezza!" e puntualmente alzava la mano e stringeva l'indice e il pollice, poi scoppiava a ridere e mi scompigliava i capelli. Ed era vero quello che diceva la nonna l'ho visto tre anni fa, quando sono andata in Sicilia per passare le vacanze estive. Mia madre non ha mai sopportato il fatto che io gesticolassi così tanto ma a me non è mai importato, in fondo è anche un buon modo per sottolineare qualcosa. Un rafforzativo semplice.

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