CAPITOLO 7

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Carol, la moglie di William, mi accoglie calorosa appena metto piede nel locale -Ciao bellezza!- mi da un grosso bacio sulla guancia e poi mi sorride, adoro il fatto di non sentirmi a disagio con loro, adoro il rapporto che si sta creando, mi fanno stare bene. -Allora cosa ne pensi?- mi guarda curiosa mentre con la mano mi mostra una parte del locale. Quella dedicata al compleanno.

Vedo un palloncino argentato con su scritto il numero 23 e poi vedo palloncini, festoni e i tavolini sono decorati in modo non molto sobrio e particolarmente eccessivo, soprattutto se per un ragazzo che compie 23 anni!

-Elis cara, ti prego spiega tu a questa testa dura di mia moglie che tutto questo è un po' troppo per un ragazzo così grande!!- il mio datore di lavoro spunta da dietro il bancone e dopo quelle parole sbuffa -A me non da ascolto!- Mi volto in direzione di Carol e la vedo con il broncio al viso che aspetta speranzosa una mia risposta in suo favore -Bhe in effetti...- il viso di William è sempre più vittorioso mentre la sua donna mi guarda sempre più triste. Cavolo!

-E'molto carino tutto questo Signora, ma credo sia meglio togliere un po' di cose e lasciare giusto il necessario..- alzo le spalle e cerco di assumere un'espressione mortificata -Elis! Santo cielo, mi fai sentire vecchia! Dimmi pure che le decorazioni ti fanno schifo e non mi interessa proprio ma non chiamarmi mai più signora!- Mi dice quelle parole con un accenno di sorriso sul volto anche se vuole fare la dura e nel frattempo sento suo marito ridere di gusto dietro al bancone. Lei si gira con sguardo assassino e lui alza le mani insegno di resa e io non posso che ridere. Sono veramente due tipi particolari.

-

La serata è iniziata da un po' anche se non sono arrivati ancora tutti gli invitati del compleanno. Ho conosciuto il festeggiato.

Cavoli è un ragazzo bellissimo!

L'avevo detto io, qui potrei conoscere qualcuno che non sia Andrew!

Colin è alto, capelli castano scuro ed ha un fisico da far paura. Ho guardato anche i suoi occhi colorati di un verde intenso e bellissimo ma purtroppo un senso di tristezza si è impossessato di me quando ho constatato che quelli di Andrew erano imbattibili.

Andrew.

Penso costantemente a lui. Accidenti!

"Non conoscerai un accidenti di nessuno se continui così!" Ha ragione la mia vocina.

Mentre comincio a servire qualcosa al tavolo dove sono attesi gli altri invitati, Colin mi rivolge qualche sorrisetto e io non mi tiro indietro nel ricambiarlo. -Signorina mi scusi, può venire qui un momento?- con molta calma mi avvicino a lui.

Cerco di non sudare e quando sono abbastanza vicina lui mi poggia una mano sul braccio con il quale non tengo il vassoio facendo dei piccoli movimenti circolari con il pollice. E' un tocco leggero che mi mette un po' a disagio e mi porta di nuovo alla mia naturale propensione a sudare. Mi provoca delle sensazioni, potrei dire anche abbastanza belle ma non posso dire che il suo tocco mi fa lo stesso effetto di quello di Andrew.

Quello è tutta un'altra cosa.

E Dio! Sono un caso perso.

"Basta mi arrendo! Pensi sempre a lui!". Sono un caso perso si.

Colin sta per dirmi qualcosa quando un suo amico accanto a lui si schiarisce la voce abbastanza forte da interromperlo -Cosa accidenti vuoi Mark?- il festeggiato si volta verso il suo amico e posso notare insieme a lui che questo Mark gli fa cenno con la testa verso la porta. Colin si volta prima verso di essa e poi di nuovo verso il suo amico che gli annuisce con un sorrisetto. Non riesco a capire la loro conversazione criptica. E quindi cerco di non intromettermi. Colin mi lascia il braccio rapidamente come se si fosse scottato tutto in una volta ed io lo guardo stranita. Non per il gesto in se, ma per la fretta con cui è stato fatto. Lui mi sorride cordiale, alza le spalle con fare innocente e poi torna, insieme al suo amico a guardare la porta. Che in questo esatto momento si è chiusa segno che è entrato o uscito qualcuno.

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