CAPITOLO 15

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"Che ero a un passo da perdere te 
Ma tu eri a un passo da perdere che 
Per tutte quelle sere in cui ti ho persa e neanche so il perché 
Che ero un passo da perdere te 
E tu eri un passo da perdere me 
Io che non ho avuto mai niente di vero a parte te "
PIANETI. ULTIMO.

Quando provo ad aprire gli occhi li sento ribellarsi, un odore forte di disinfettante sale su per le mie narici provocandomi un forte prurito ma non riesco a grattarmi.
-Oliver ti giuro che mi sto prendendo cura di lei e me ne prenderò cura anche fuori di qui. Sarà sempre così.- Oliver? Ho proprio bisogno di lui in questo momento del mio migliore amico, della mia roccia. -Lo so non mi conosci ancora ma ti giuro che Elis è la cosa più importante che ho, non potrei più permettere una cosa del genere- la voce che parla mi sembra di riconoscerla, appartiene sicuramente ad una persona importante perché è in grado di scaldarmi il cuore e di alleggerire tutti i miei dolori. -Dovessi giurare sulla mia stessa vita. Mi prenderò cura di lei, sempre.- vorrei continuare ad ascoltare quella conversazione ma sento il mio corpo cadere nuovamente in un sonno profondo e l'unica cosa che mi coccola è una mano poggiata sulla mia che mi riscalda l'anima.

Non so quanto tempo è passato ma ci riprovo ancora, voglio svegliarmi perché sento qualcuno piangere al mio fianco -Elis tesoro svegliati, ho bisogno del tuo sorriso, ho bisogno dei tuoi occhi, ho bisogno di te.- il mio cuore lo sento, lui sta bene. Si sente coccolato da questa voce è inevitabilmente fa crescere la voglia di svegliarmi. -Ti prometto che ti proteggerò sempre piccola, sempre.- un forte singhiozzo arriva alle mie orecchie e mi scuote leggermente.
"Su dai Elis, tesoro svegliati!" La mia vocina mi tiene ancora compagnia in questo lungo sonno.
-Non permetterò mai a nessuno di portarti via da me. Perché sei il regalo più grande e bello che la vita potesse farmi- un tocco dolce si posa sulla mia fronte e lo riconosco subito.

Andrew.

Sento il mio cuore scalpitare felice e ci provo con tutta me stessa a svegliarmi.
E finalmente ci riesco.

Quando apro gli occhi sono in una camera che ovviamente non è la mia, sembra più una camera d'ospedale.
Non mi ricordo come ci sono arrivata e quando provo ad alzarmi un dolore lancinante alla schiena mi blocca facendomi fare marcia indietro.

-Ei dormigliona, finalmente sveglia..- mi spavento nel sentire quella voce, ma quando mi giro e vedo Andrew accanto al letto sorrido leggermente perchè sento pizzicare qualcosa sopra la mia guancia, nonostante il piccolo sorriso so che la mia espressione sarà comunque un programma perchè lui mi guarda con tenerezza e corre subito vicino a me e la prima cosa che noto sono i suoi occhi ricolmi di lacrime -Cosa ci fai tu..- mi blocco perchè una serie di immaggini mi scorrono davanti, quel ragazzo che mi teneva le mani al collo, istintivamente porto le mani sul mio collo e sento un po di dolore, mi passa davanti anche l'immagine delle sue mani sulle mie gambe e mi viene spontanee guardarle con sdegno. Sento le guancie bagnate e senza rendermene conto comincio a singhiozzare. -Shh tesoro, non piangere ci sono qui io, è finito, è passato..- mi stringe tra le braccia, non con molta forza, forse per paura che mi possa rompere sotto le sue mani, mi lascio cullare da lui e io mi appoggio al suo petto.-Non aver paura Elis, ci sono io promesso..- continuo a singhiozzare e mi rendo conto che sto praticamente inzuppando la sua maglietta ma a lui sembra non importare così lo stringo forte a me, sento che ho bisogno di aggrapparmi a qualcosa e quel qualcosa è sempre lui, la mia boa di salvataggio, quella cosa che mi aiuta a non sprofondare, a non annegare. Mentre lo stringo a me noto dei lividi sui miei polsi e comincio a singhiozzare più forte.
Andrew non dice niente, si limita a darmi piccoli baci sulla testa e mi accarezza dolce la schiena e per i miei punti doloranti è un toccasana.
Quando finalmente il mio pianto si calma alzo lo sguardo su di lui e noto che anche lui mi sta guardando. Avevo bisogno di quegli occhi che sprofondano nei miei e mi riscaldano l'anima. -Come stai piccola?- mi chiede gentile ed io gli prendo la mano e la stringo, lui ricambia immediatamente e stringe di conseguenza la mia, con un filo di voce spezzata rispondo -È ok, grazie Andrew...- Prima ancora che possa rispondere chiedo nuovamente -Che ho sulla faccia?- Lui sorride leggermente e mi bacia un punto preciso del mio viso, ma non sento il contatto con le sue labbra, ostacolato probabilmente da qualche benda. -Oh, non devi ringraziarmi. Se solo penso a quello che ti poteva succedere, non doveva andare cosi Elis..- alzai la mano e gli accarezzai la guancia, sembrava turbato.-Ti hanno dato due piccoli punti qui- mi bacia di niovo quel punto -Niente di grave per fortuna, solo un piccolo taglio che guarirà in fretta e poi ti hanno dato degli anti dolorifici per il resto dei.. dei lividi..- Ha difficoltà a terminare la frase, si vede dai suoi occhi lucidi. Io annuisco di conseguenza e un'altra domanda affiora in me -Quando posso tornare al campus? Non hanno chiamato i miei genitori vero?- Lui scuote la testa e mi accarezza lentamente il capo -I medici aspettavano solo che tu ti svegliassi, hai dormito per più di quindici ore ma hanno detto che il tuo corpo aveva bisogno di riposare. Puoi tornare al campus questo pomeriggio dopo aver fatto tutti i controlli. E comunque no, i tuoi genitori non sono stati avvisati, mi sono preso io l'incarico di farlo ma volevo prima aspettare che tu ti svegliassi per vedere cosa ne pensavi- Annuii e mi appoggiai di nuovo conntro di lui, era mattina presto e prima di pomeriggio non sarei potuta uscire da li, pensavo di aver dormito molto di più effettivamente. Feci posto sul letto ad Andrew e lui mi fece accoccolare sul suo petto. -Però mi sono sentito di avvisare Oliver e la tua amica, che perdonami non ricordo il suo nome, perchè ti hanno chiamato un sacco di volte- oddio Oliver mi ucciderà! -Tranquilla, ho tranquillizato Oliver, che per la cronaca voleva uccidere anche me, alla fine sono riuscito a convincerlo a non partire- Andrew non può nemmeno immagginare quanto io sia sollevata da questa notizia -Li chiamerò anch'io stasera, grazie mille Andrew! E scusa Oliver, sai è molto protettivo...- lui accenna un sorriso e mi lascia un bacio dolce in fronte.
Il resto della mattinata lo passai così, tra le braccia di Andrew anche perchè si rifiutava di lasciarmi andare nonostante i vari rimproveri delle infermiere che cercavano di allontanarlo durante i controlli ma lui non si è mai mosso.
È sempre stato qui, al mio fianco.
Ammetto di aver pianto un altro po' e solo dopo, con le parole di conforto di Andrew, mi lasciai andare alla stanchezza e mi addormentai nuovamente ma questa volta fu solo un piccolo riposino.

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