CAPITOLO 30

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-Andrew! Ma è bellissimo qui!- siamo appena arrivati in questo posto stupendo. Siamo sul portico di casa sua, la sua vera casa ed è fantastica davvero. L'aria qui non sa di città, è così pulita e regna la pace. Mi guardo intorno così tante volte ed ogni volta scopro sempre piccoli particolari come l'albero inciso con tre lettere che Andrew mi ha detto essere le sue e quelle dei suoi genitori. O la casetta sull'albero che nonostante il tempo passato e le intemperie resiste perfettamente. Pochi metri più in la c'è la parte che più mi ha affascinata, un 'piccolo' lago occupa buona parte del territorio circostante ed un molo parte dall'entrata del garage fino alla riva del lago e poi c'è una piccola barchetta, direi anche piuttosto vecchia ma così particolare e vissuta che me ne sto innamorando -Si è proprio bella- sussurra Andrew dietro di me.

Mi volto e prendo il suo viso tra le mani carezzandolo, vedendolo un po malinconico -Ogni tanto ci torno sai? Ma poi ogni volta non ho il coraggio di andare oltre, rimango sempre qui. Non riesco a farlo perché penso che entrare li dentro mi riporterebbe indietro e mi ricorderebbe troppo i momenti con i miei genitori. Sono un codardo perché non ho il coraggio di aprire quella maledettissima porta! Non ho messo piede li dentro da quando sono stato portato in orfanotrofio, mando sempre qualcuno per le pulizie e per curarla, anche se non riesco a viverci, non voglio che si rovini è l'ultima cosa e anche l'unica cosa che mi è rimasta della mia vecchia vita, dei miei genitori. L'unica che ho voluto conservare.- mi appoggio al suo petto abbracciandolo -Sicuro di farcela?- gli chiedo -Io sono sicura che andrà benissimo, una volta entrato li ti assaliranno solo ricordi belli e devi esserne felice perché loro ti amavano in un modo incondizionato. Ti hanno sempre amato e ti amano ancora, sono sempre li su che ti stringono a loro. Non avrebbero mai voluto lasciarti e farti affrontare tutto il dolore da solo ma se sei l'uomo forte di oggi è perché sono sicura che da li loro ci sono sempre stati.- si lascia sfuggire una lacrima veloce anche se poi prontamente l'asciuga -Sono sicura che anche adesso sono qui accanto a noi e ti tengono entrambi la mano- gli sorrido con tutto l'amore che ho in cuore e lui mi ricambia guardandosi prima a destra e poi a sinistra per poi alzare gli occhi al cielo -Te l'ho detto, l'avresti amata mamma!- alzo anch'io gli occhi al cielo e poi mi sento sollevare e vedo che Andrew mi sta facendo girare tra le sue braccia scatenando in me una grossa risata.

Mi lascia un piccolissimo bacio prima di aprire la porta -Andiamo.- lo sento sussurrare.

Entriamo dentro e se l'esterno mi aveva lasciata a bocca aperta qui ad aprirsi è il mio cuore, è una casa davvero magnifica e sembra che l'ultima volta che ci sia stato qualcuno non sia così lontano. E' davvero bella e non per le sue dimensioni ma per lo stile che ha, il calore che emana, sa di famiglia, di famiglia felice.

Le pareti sono tutte in legno lucido che gli da quell'aria rustica, la cucina invece è bianca con alcuni in tocchi di giallo caldo, come il sole. Ogni piccolo oggetto ha un suo ruolo, ci sono diversi oggetti che saranno sicuramente ricordi di viaggi, mi perdo ad osservarli perché sono disposti magnificamente su una parete. Ogni mensola, grande o piccola, rappresenta uno stato, un paese o un continente. Ve ne sono molte piene con i souvenir dei vari paesi e poi ve ne sono molte altre vuote che sembrano aspettare il loro souvenir che però non arriverà mai.

-Amavano viaggiare e non per lavoro, amavano prendersi del tempo per loro anche più di una volta l'anno. Lo facevano sempre da ragazzini, da fidanzati, da sposati e da genitori. Anche se molto piccolo ricordo ancora alcuni viaggi- vedo Andrew avvicinarsi alla parete e indicarmi le mensole che appartengono all'Europa e lo vedo ridere -Ricordo Parigi ad esempio, forse perché siamo andati a Disneyland- poi sposta la mano verso Nord -Ricordo anche Londra, forse perché mia madre mi diceva sempre che ero io il vero principe e non quelli di Buckingham Palace- lo vedo ridere e una risata scuote anche me.

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