CAPITOLO 10

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Stasera ci sarà la festa a cui aveva accennato Andrew. Ovviamente ho deciso di non andarci.

"Invece ci andremo Signorina!" No!

Non conosco nessuno e come sapete bene non sono molto brava ad instaurare nuovi rapporti con la gente che non conosco, diciamo che le pubbliche relazioni non sono il mio forte, ecco. figuriamoci andare ad una festa di gente che non conosco, da sola. Non nego che ci ho pensato tantissimo, la speranza e la voglia di rivederlo mi tormentano da quando ieri sera mi sono chiusa la porta della mia stanza alle spalle, solo che c'è un problema: io non posso pensare a lui in quel modo, non posso permettermelo e soprattutto non ce la faccio.

Non è che sia sbagliato ma forse sono semplicemente io quella sbagliata.

"Ti prego non cominciare di nuovo ad assillarmi con i tuoi complessi..."

E invece ti assillo cara vocina, insomma siamo realisti: chi vorrebbe mai stare con una sociopatica come me? Vado avanti convincendomi di essere più forte di qualunque cosa ma in realtà sono una debole che al primo sorriso gentile lascia che il suo cuore si faccia coccolare dalle belle parole.

Mi sono trasferita così lontano da casa per dimostrare a tutti che posso farcela, ho cominciato a lavorare per sentirmi indipendente ma adesso comincio a chiedermi davvero se io posso farcela da sola, se tutto questo attorno a me faccia davvero per me, se non ho davvero più bisogno dei miei genitori.

Sono mille i dubbi che mi assillano e so che non c'entra nulla la festa di stasera ma anche questa mi ha fatto sorgere delle domande su di me, sui miei sentimenti e sulla corazza che mi porto addosso a qualunque costo. Una corazza piuttosto debole che sento già crollare sotto ogni sguardo di Andrew, una corazza che ad ogni parola dolce si crepa un po, che ad ogni gesto d'affetto sembra quasi distruggersi, una corazza tanto importante quanto trasparente che condiziona le mie scelte, che cerca di proteggermi, che prova a far andare d'accordo il mio cuore ed il mio cervello come fosse quasi una metafora della razionalità.

Non posso permettere a me stessa di lasciarsi andare, non posso innamorarmi e non posso neanche scottarmi così come sta già accadendo, mi sto affezionando fin troppo a quel ragazzo, ogni suo tocco è come manna per il mio cuore ma io ho delle responsabilità e per quanto io voglia convincere me stessa di essere abbastanza forte so che una delusione come quella che potrei prendere nel corso del tempo da Andrew non mi porterebbe nulla di buono.

La mia vocina sorprendentemente rimane in silenzio e credo di aver scioccato anche lei con i miei assurdi pensieri.

Ho appena finito di docciarmi quando mi stendo sul letto per leggere un libro, alzo lo sguardo verso l'orologio appeso alla parete di fronte e noto con sorpresa che sono già le otto. Tecnicamente la festa sta per iniziare, non dovrebbe importarmi effettivamente, ed infatti non mi importa, assolutamente, però so che la festa sta per iniziare.

Un venticello leggero mi arriva sulle gambe lasciate scoperte dai miei pantaloncini e involontariamente rabbrividisco. La finestra è aperta così mi affretto a chiuderla ma quando solo li davanti non perdo l'occasione di affacciarmici per qualche attimo sperando di trovare in quell'attimo il mio momento di felicità. Momento di felicità che si identifica con una sola persona, la stessa che vorrei vedere anche di sfuggita adesso, qui sotto.

Purtroppo sono affacciata alla finestra da molto più di qualche attimo e da qui vedo molti ragazzi e ragazze vestiti di tutto punto che si dirigono verso la parte opposta del campus e deduco che si stiano dirigendo alla festa ma del mio piccolo scorcio di felicità neanche l'ombra.

"Hai cambiato idea? Ci andiamo?" la mia vocina assume un tono speranzoso e quasi mi dispiace dirle di nuovo di no.

No, non ho cambiato idea e no la speranza non ha avuto la meglio su di me.

The best of UsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora