9. 𝑳𝑶𝑻𝑻𝑨𝑻𝑶𝑹𝑰: 𝒍𝒂 𝒇𝒓𝒆𝒄𝒄𝒊𝒂

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Quella stessa sera ritornammo alla Spiaggia verso le undici e il mio primo pensiero fu rivolto a Hikaru.
Lasciai perdere Kuina, "Capelli grigi" o le altre mille domande a infuriarmi in mente. Dovevo sapere se la mia amica si fosse salvata! Se ce l'avesse fatta!

Mi aggirai in fretta per corridoi, stanze, hall e alla fine mi diressi all'esterno, nella zona di festa principale, la piscina, dove quasi tutti gli ottanta residenti si trovavano a festeggiare; dove un ammasso di carne al macello era radunata a fingere di vivere in Paradiso.

Venni quasi distratta completamente nel vedere quello spettacolo abominevole. Fu come se il diavolo sulla mia spalla sinistra, sfruttando tale visuale, avesse cercato di farmi arrendere, non solo nella ricerca della mia compagna, ma pure nel mantenere la promessa.

Perché avrei dovuto aiutare quello schifo? Perché salvare quelle bombe autodistruttive?

"È evidente che si stanno spingendo, giorno dopo giorno, oltre l'orlo di un enorme precipizio. Si stanno avvelenando con la propria ipocrisia e, quando sarà tardi per cambiare, quando si troveranno a guardare la morte in faccia, pregheranno per essere aiutati, salvati. E io perché dovrei tendere la mano?"

Immersa fra le luci azzurre dei riflettori, che venivano rifratte dall'acqua in bagliori accecanti, riconobbi una figura famigliare, sbucare fra i corpi di altri esseri umani: Hikaru, a sua volta alla mia ricerca.
Anche lei, poco dopo, si accorse della mia presenza e corse verso di me, come io feci verso di lei.

Ritornammo ad abbracciarci. Avevo le lacrime agli occhi e i miei battiti fuori controllo.

- Hai ascoltato il mio consiglio.
Le facci notare io, riferendomi a quello di sopravvivere.

Lei sorrise timidamente, per rispondermi:
- E vedo che anche tu non ti sei arresa.
Costatò.

Sì, non mi ero arresa: questo era vero; ma pochi minuti prima, ero stata assai tentata di buttar giù la diga nella mia anima e far soffocare il piccolo focherello di speranza rimasto, con tonnellate di acqua gelida.

Ma, poi, cosa sarebbe successo? Mi sarei forse trasformata in una di loro? O, peggio, in "Capelli grigi" o nel Cappellaio?

Non potevo permettere che ciò capitasse proprio a me.

Decidemmo di sederci in disparte, su alcune sdraio libere, in modo da poter mangiare qualcosa, senza venir disturbate o notate. Così, iniziai a parlare:
- La donna con gli occhiali da sole, Ann, quella che era nella hall con gli altri questo pomeriggio, ho come il sospetto che già conoscesse la prima risposta per la sfida a cui ho partecipato. Voleva mettermi alla prova. Ha detto che se li avessi salvati; se fossi stata io a trovare la soluzione, allora sarei entrata a far parte dei Membri Esecutivi.
Non so cosa mi aspetti e non so nemmeno cosa vogliano da me...
Le confessai.

- Quando sei a Roma, fai come i Romani.
Disse sospettosa, guardando un punto davanti a sé con odio.

- Per forza. Qui nessuno mi lascia in pace.
Sospirai esausta.

La nostra conversazione venne interrotta da una figura slanciata, vestita con un costume blu, che ci venne incontro con andatura rilassata e si sedette sulla mia sdraio, poco dietro di me: Kuina.

La nostra conversazione venne interrotta da una figura slanciata, vestita con un costume blu, che ci venne incontro con andatura rilassata e si sedette sulla mia sdraio, poco dietro di me: Kuina

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Akari's Game [Alice in Borderland fanfiction]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora