44. ♥️𝑱𝑨𝑪𝑲 𝑫𝑰 𝑪𝑼𝑶𝑹𝑰: 𝒄𝒉𝒊 𝒔𝒕𝒂 𝒎𝒆𝒏𝒕𝒆𝒏𝒅𝒐? ♥ (𝑷𝑻.𝑰𝑽)

200 10 7
                                    


Altre morti si susseguirono. Ora dopo ora, i loro volti sul tabellone si spegnevano: le coppie resistevano tutte e i miei sospetti aumentavano su chiunque. Erano rimaste solo dieci persone in gioco.

"Ma tu, Akari, devi sopravvivere. So che ce la puoi fare" e ancora "Devi farci vincere. Devi scoprire la verità e trovare una via per ritornare a casa" erano queste le parole di Masaki che continuavano a ritornarmi in mente. Senza contare che, a ogni ora, quel collare stretto al collo diventava sempre più simile a un cappio, insopportabile.

- Avevi detto che potevamo collaborare.
Ricordai a Enji, mentre ero seduta a terra e lui in piedi, appoggiato al muro, a mangiare un biscotto dalla confezione nera.
Si interruppe nell' ascoltare le mie parole.
- Pensavo fossi più attenta di me, in queste cose.
Constatò, abbassandosi sulle ginocchia, diede l'ultimo morso allo snack e accartocciò la carta. La ripose in tasca, dalla quale estrasse una moneta d'argento brillante.
- Ho sospetti su tutti.
Ammisi.
- E, quindi, chiedi il mio aiuto.
- Accetto il rischio.
Lo incalzai. Lui distese le dita lungo i polpacci, sospirò e iniziò a giocherellare con la moneta. Se la passava fra le dita con movimenti regolari: doveva aiutarlo a rilassarsi.
- Il Fante è scaltro, intelligente, manipolatore. L'unica persona che rispetta questo profilo è il ragazzo che ha vinto il Re di Quadri.
Corrugai la fronte. Ridacchiai incredula, scuotendo la testa.
- No, è impossibile. Stai sbagliando strada.
Lui rimase impassibile: sbatteva le palpebre. Non stava scherzando.
- Lo sapevo che non mi avresti creduto. Non ti obbligo a credermi.
Iniziò a voce calma e monocorde, né troppo alta e né troppo bassa. Al movimento della moneta, aggiunse quello alternato di un piede a sbattere a terra.
- L'ho sentito mentre diceva al ragazzo del secondo round di mentire. È stato lui a iniziare tutto.
La bocca mi si aprii ma non trovai le parole. Le sue furono per me una doccia fredda. Il mio sguardo si alternava al suo piede e alla moneta: quel ritmo era rilassante e mi aiutava nella concentrazione.
Enji poteva avere ragione. Una cosa del genere era da Chishiya, solo non me lo sarei aspettata da lui proprio ora, ora che pensavo fosse almeno un po' cambiato.
- Potrebbe essere una strategia, quella di spacciarsi per un giocatore che ha vinto la carta di un Re.
Ammise.
- Impossibile. L'ho visto a Shibuya prima di finire qui.
Mormorai. Una parte di me la negava come possibilità; ma un'altra, invece, collegava tutto: i suoi tratti manipolatori, il suo passato desiderio di sabotare la Spiaggia, il giocare con me costante, il tenermi sotto controllo, il cercare di ottenere la mia fiducia e la sua tranquillità in ogni Game. D'altronde, ero stata proprio io a dirgli che senza spargere il proprio sangue non sarebbe mai riuscito a ingannarmi. E se stesse facendo tutto per vincere la guerra, dopo aver perso la partita?
- Non è detto. Siamo arrivati tutti in tempi diversi, anche se il nostro ultimo ricordo è stato lo stesso giorno alla stessa ora. È possibile che lui sia qui da più tempo.
Mi presi la testa fra le mani, mentre la moneta continuava a girare e i battiti del piede a terra si facevano sempre più ingombranti.
- E tu come lo sai?
Lo guardai stranita. Il suo sguardo era nero e profondo. Tutto d'un tratto mi scoprii intorpidita dalla stanchezza.
- Ero in una comunità fuori città. Alcuni cercavano di capire cosa ci fosse successo. C'era perfino una donna che diceva di aver visto un meteorite, doveva essere pazza.
La mia mente era sul punto di implodere. Contai fino a dieci e feci respiri profondi per mantenere la calma.
Quello che mi stava dicendo era la verità. Perché lo sapevo? Perché mi aveva dato, involontariamente, l'ultimo tassello a mancarmi: il meteorite. Quella donna diceva la verità. Se la prima volta che ero finita qui ero quasi morta, per via dell'incidente; forse, questa volta eravamo finiti tutti qui per un meteorite.
Era una supposizione da pazzi, ma filava liscia come l'olio.
- Pensaci bene: se fossi un Master di Cuori, avresti bisogno di conoscere i giocatori per sapere come manipolarli, specialmente i più forti.
Commentò.
Fino dal primo momento, avevo sentito che chi aveva organizzato il gioco doveva conoscermi bene: la prigione, i collari esplosivi e un gioco di sacrifici.
In quel posto solo Chishiya poteva saperlo.
- Devi credermi.
Quelle parole mi rimbombarono dentro e suonarono più convincenti che mai. Sbarrai gli occhi e un brivido mi strisciò su per la schiena.
Forse aveva ragione. Forse Enji non si sbagliava. Tuttavia, ancora non ne ero convinta: ciò che provavo per Chishiya mi impediva di accettarlo.

Akari's Game [Alice in Borderland fanfiction]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora