Rotolai verso destra, mentre i colpi usciti dalla canna del fucile si conficcarono nell'asfalto. Corsi in avanti, in mezzo alla vegetazione, con le pallottole di mitragliatrice a seguirmi, e mi nascosi dietro a una macchina ricoperta di muschio. Presi fiato, controllai se fossi ancora tutta intera e dove fosse Aguni. Lo vidi anche lui nascosto come me, a qualche metro di distanza.Incrociati gli sguardi, mi fece cenno con il capo. Capii subito cosa volesse chiedermi: "Sei pronta?". Deglutii, riposi l'arco, afferrai la pistola.
Annuii.Mi sporsi dalla mia postazione. Il Re di picche stava avanzando nell'oscurità tra gli arbusti, in mia direzione. Per fortuna la luna era brillante quella notte e filtrava fra le fessure delle chiome degli alberi.
Alzò il fucile, ma fu Aguni a sparare per primo contro di lui.
Sfruttando il momento, corsi in avanti, appoggiai la schiena al tronco di un albero. Da lì in poi la flora andava gradualmente a esaurire, fino a lasciare spazio alla sola città ricoperta di piante rampicanti.
Il Re di Picche, nascostosi a sua volta dietro a un veicolo, rispose al fuoco nella direzione dei colpi di Aguni. Allora, toccò a me. Impugnai la pistola, presi la mira e sparai verso l'uomo incappucciato, attento altrove. Non ero brava: molti dei miei colpi erano imprecisi, ma non era colpirlo l'obiettivo; era tenerlo impegnato. Aguni scappò in avanti, in mia direzione.
- Facciamo cambio.
Lessi dal suo labiale. Faceva riferimento alle armi.Non sapevo cosa avesse in mente, ma feci come disse. Lui lanciò verso di me il fucile e io la pistola a lui, nel buio e fra i colpi di mitraglia diretti al tronco dietro di me.
- Adesso corri, più veloce che puoi.
Mi disse.Si trattava del momento più difficile. Avrei dovuto correre in avanti per sessanta metri, prima di trovare il primo luogo sicuro dietro a cui nascondermi.
All'inizio non fui convinta. Temevo per lui, per Aguni, come avrebbe fatto ad andarsene, rimanendo lì da solo? Eppure, i suoi ordini erano sicuri. Sembrava sapesse cosa stesse facendo. Era lui l'esperto e noi avevamo una sola possibilità.Aguni scattò in avanti, buttandosi allo scoperto. Ebbi l'istinto di fermarlo e intervenire, ma avevo un obbiettivo. Entrambi avevamo un obbiettivo. Non potevo rovinare tutto.
Scattai, correndo a tutta velocità. Molte delle mie energie erano già andate perse, ma feci come potevo, del mio meglio. E, anche quando alle mie spalle sentii un'esplosione, non mi fermai. Non mi guardai alle spalle. Tenni lo sguardo fisso alla Micra rossa, dietro alla quale mi sarei nascosta. Solo quando vi arrivai guardai cosa fosse successo.
La vegetazione bruciava. Il fuoco illuminava la notte. Del fumo rendeva pressoché invisibile qualunque cosa o persona a muoversi nel punto che avevo appena abbandonato.
Cosa era successo? Sembrava essere esplosa una mina, ma chi l'aveva lanciata? Aguni o il Re? Chi era sopravvissuto?Osservai con il fiato sospeso, il cuore a battermi velocissimo e la bocca asciutta. L'agitazione aumentava esponenzialmente.
Dal fumo apparve una figura. Strizzai gli occhi.
Il Re di Picche.Camminava con il fucile pronto a far fuoco. Mi nascosi bene dietro all'auto. Presi fiato. Pregai. Cercai con lo sguardo la via spiegata da Aguni, che non sapevo se ancora fosse vivo o morto. Tutto ciò che mi rimaneva era la speranza.
Doveva essere vivo, per forza.Piegai le gambe per darmi la spinta e iniziai a correre allo scoperto, in direzione della via in cui si trovava il palazzo del nostro piano. Tuttavia, mi accorsi che il Re non stava sparando. Camminava tranquillo in avanti. Mi bloccai stranita e spaventata. Lo guardai. Lui mi guardò.
Cosa stava accadendo?
Imbracciò il fucile, ma non in mia direzione. Sparò verso terra. Non capii subito, ma quando realizzai, mi resi immediatamente conto che il nostro piano sarebbe fallito. Non ce l'avremmo mai fatta.
Il Re di Picche aveva appena attivato una trappola: lui sapeva di cosa si trattava. Ecco perché se l'era presa comoda e non mi sparava. Sapeva che la trappola mi avrebbe ucciso, senza scampo, senza bisogno di proiettili o ulteriori sforzi da parte sua.
Mi sorrise, levandosi il cappuccio nero dal viso.
Si trattava di un uomo adulto, sulla quarantina. Era pelato, con diverse cicatrici in volto.
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Akari's Game [Alice in Borderland fanfiction]
Fanfiction𝘖𝘳𝘮𝘢𝘪, 𝘦𝘳𝘰 𝘨𝘪𝘶𝘯𝘵𝘢 𝘢 𝘥𝘦𝘧𝘪𝘯𝘪𝘳𝘦 𝘤𝘩𝘦 𝘤𝘩𝘪𝘶𝘯𝘲𝘶𝘦 𝘴𝘪 𝘧𝘰𝘴𝘴𝘦 𝘢𝘷𝘷𝘪𝘤𝘪𝘯𝘢𝘵𝘰 𝘵𝘳𝘰𝘱𝘱𝘰 𝘢 𝘮𝘦, 𝘤𝘩𝘪𝘶𝘯𝘲𝘶𝘦 𝘢𝘷𝘦𝘴𝘴𝘦 𝘥𝘦𝘴𝘪𝘥𝘦𝘳𝘢𝘵𝘰 𝘳𝘪𝘮𝘢𝘯𝘦𝘳𝘦 𝘢𝘭 𝘮𝘪𝘰 𝘧𝘪𝘢𝘯𝘤𝘰, 𝘯𝘦 𝘴𝘢𝘳𝘦𝘣𝘣𝘦...