24. 𝑳'𝑰𝑵𝑪𝑬𝑵𝑫𝑰𝑶: 𝒂𝒃𝒃𝒂𝒏𝒅𝒐𝒏𝒂𝒓𝒆 𝒍𝒆 𝒄𝒆𝒏𝒆𝒓𝒊

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- Andiamocene. Ho altre cose da dirti, ma prima scappiamo da questo posto.
Sussurrai a Hikaru, al fianco di Usagi.
Lei annuì.

- Usagi vuoi venire con noi?
Chiese alla ragazza.

- Dove?
Rispose.

- Via da qui.

Usaghi accettò, senza farselo ripetere due volte.

- Cos'altro c'è?
Mi chiese Hikaru a voce tremante.

- Scappiamo e te lo dirò. Qui tutto sta andando a fuoco e io ho bisogno di riprendermi.
Le feci notare puntando un dito all'edificio in fiamme e poi riportando l'attenzione sul mio stato fisico.

- Sai dove tengono le automobili?
Le domandai.

Si guardò a destra e poi a sinistra, come se stesse controllando che non ci fosse nessun altro ad ascoltarci.
Annuii.

- Ti seguiamo allora.
Le dissi e iniziammo a camminare.

Ci bloccammo davanti alla rampa in discesa verso il garage della struttura, dal quale proveniva una nuvola nera e densa di fumo.

- Vogliamo provarci veramente?
Chiese Usagi.

- Abbiamo fatto trenta, facciamo trentuno.
Feci notare io.

Scendemmo, passo dopo passo, la discesa a separarci dalla nostra meta finché non venimmo immerse nel calore, tra il fumo e la luce delle fiamme.
Faceva un caldo infernale, a dir poco soffocante, tanto che il sudore prese a scendermi rapido giù dall'attaccatura della fronte e nel solco della schiena, provocandomi gelidi fremiti d'adrenalina in tutto il corpo.

- Cerchiamo delle chiavi. Poi, troveremo il mezzo; ma dobbiamo muoverci e fare velocemente. Questo posto potrebbe esplodere. È pieno di bombe a benzina.
Dissi io tossendo a causa dell'inalazione di troppo carbonio.

Cercare immerse nel fumo, scottate dalle alte temperature, fra fiamme che aumentavano al trascorrere di ogni secondo e quasi private di ossigeno, divenne presto un'impresa complicata.

Mi avvicinai alla prima automobile per scoprire se le chiavi venissero lasciate all'interno del rispettivo mezzo, ma non appena cercai di aprire lo sportello, capii che era serrato. Dovevano essere raccolte in un altro luogo; quale?

- Penso siano là!
Sentii urlare Hikaru, puntando il proprio indice verso un luogo distante.

Guardai con attenzione.
In lontananza, vidi appeso alla parete un armadietto azzurro a pochi metri dalle lingue di fuoco, chiuso con un lucchetto.
Ci guardammo in faccia.

- Vado io.
Propose Usagi, saltando sul lunotto dell'auto affianco, senza lasciarci modo di fermarla.

- Aspetta
La richiamai.
Dovevo trovare qualcosa per aprire l'anta dell'armadietto; qualcosa che permettesse di rompere il lucchetto o tagliare la catena a tenere chiuso quel piccolo forziere.

Mi guardai intorno, quando iniziai a correre verso quella che aveva tutta l'aria d'essere una cassetta per attrezzi, posta a terra, mezza aperta, vicino alle ruote di un'automobile con cofano spalancato.
Per tutto il percorso, tenni un braccio stretto in volto così da proteggermi le vie respiratorie e, quando arrivai a destinazione, spalancai il contenitore completamente. Presi a frugarci infervorata all'interno. Tirai fuori un tronchesino a cesoia e presi a correre verso di lei, schivando per poco l'esplosione di una tubatura.

- Usa questo e stai attenta.
L'ammonii, porgendole lo strumento.

- Faccio sempre attenzione.
Mi rassicurò lei, per poi afferrare l'oggetto fra i denti.

Akari's Game [Alice in Borderland fanfiction]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora