Capitolo 21

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Eravamo arrivati alla fine dell'ultima ora, e io ero ancora incazzata nera con Harry, ma io dico, perché i maschi sono così bambini?!
Affianco a me c'era Lindsey che non la smetteva di guardare l'ora sul telefono, devo dire che quei continui scatti mi stavano cominciando ad innervosire.
"Linds! Porca puttana la smetti di guardare il telefono?! Quando suonerà suonerà, mio dio!"dissi io a bassa voce per non farmi sentire dall'arpia che stava scrivendo alla lavagna.
"Scusa è che non ce la faccio proprio più."
Mancavano dieci minuti alla fine dell'ora e guardandomi intorno notai che erano quasi tutti pronti per un bel pisolino, ma come biasimarli, a me l'unica cosa che mi impediva di dormire era la rabbia che ribolliva lungo le mie vene, gliel'avrei fatta pagare a quel bastardo, fosse l'ultima cosa che faccio, e per la prima volta mi stupii che i miei pensieri più violenti non fossero rivolti a Clifford.
Senza nemmeno che me ne accorgessi la campanella suonò, ma a risvegliarmi dai miei pensieri non fu essa ma la mia amica che mi aveva scosso la spalla come se io fossi diventata un giocattolo.
"Linds! Ho capito, non c'è bisogno di trattarmi come un oggetto inanimato!"dico sull'orlo della disperazione.
"Su forza andiamo fuori, c'è una cosa che ti devo far vedere."
"Tanto ci dovevo andare a prescindere."
Appena varchiamole porte della scuola vedo un mucchio di gente ammassata intorno a qualcuno in piedi sopra una sedia, che diavolo sta succedendo?
"Vieni, sarà la cosa più bella della tua vita." dice Hope raggiungendoci, sembra che l'unica che non sappia niente sia io,uh.
Appena avvicinata alla folla tutti si zittiscono e si apre un varco così che io possa passare e vedere che Harry Styles sta su una con un sorriso da imbecille stampato sul volto.
Mentre con le spinte delle mie amiche che mi incitano a camminare verso di lui, Harry inizia il suo discorso.
"Evs, lo so, sono un coglione, un bastardo patentato, un idiota, uno stronzo a volte e molte altre cose che adesso non mi va di elencare, e avevi ragione oggi quando mi hai detto vicino agli armadietti tutte quelle cose, e mi dispiace di essermene andato, però c'è un motivo.
Io quando ti stringo nelle mie braccia, quando ci baciamo, o quando facciamo qualcos'altro, voglio sapere che tu mi appartieni come io ti appartengo, voglio che questa consapevolezza sia nelle menti di tutti e due, quindi adesso ti chiedo, Evelyn Starkweather, vuoi essere la mia ragazza? E sottolineo il mia." Dice tutto questa avvicinandosi sempre di più a me fino ad arrivare ad un millimetro dalle mie labbra.
Allora io prendendolo per la maglietta gli sussurro "Si." prima di baciarlo avidamente.
Lui in risposta mi cinge i fianchi facendomi avvicinare ancor più possibile a lui come se non volesse più farmi scappare, e io finalmente in quelle braccia ho trovato la mia vera casa.

When the darkness comesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora