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KIRISHIMA POV

Mi sono sempre chiesto il perché io sia nato benestante, del perché debba esserci una differenza così netta tra ricchi e poveri, del perché alcune persone debbano mettere da parte la loro dignità per sopravvivere.

Vivo a Londra, in una strada che ha un nome troppo difficile per potertelo ricordare, alla fine quel nome serve solo per dargli un'importanza che in realtà non ha.

Il cielo qui è perennemente nuvoloso e spesso piove, il tutto da un'aria estremamente malinconica.

A volte penso che il tempo rispecchi come mi sento realmente: estremamente malinconico.

Una famiglia bugiarda, una società corrotta e una vita stile boccia per pesce.

Gli unici amici veri che rendono le mie giornate meno grigie sono Sero Hanta e Kaminari Denki.

Siamo cresciuti insieme, supportandoci l'un l'altro.

Forse è la grande fiducia che ho in loro oppure la mia stupidità che mi fece accettare quella grande pazzia...

Ora fa freddo.

Stiamo correndo a perdifiato per le vie più malfamate di Londra e la nebbia crea un velo di mistero intorno a noi.

Perché ho accettato?

"Fermiamoci un attimo a prendere fiato sotto un portico" ansimo stanco.

I due si bloccano un secondo e girano la testa verso di me.

"Siamo già in ritardo e se non ci sbrighiamo perdiamo il turno" afferma secco Sero.
"Le ragazze sono più difficili da scopare quando sono spazientite" interviene anche il biondino.

Mi appoggio contro una colonna e, dopo aver sospirato, li guardo dubbiosi.

"Uno di voi due mi può spiegare perché stiamo andando in un bordello?!"

Il biondino e il moro si tirano un'occhiata complice, tornando poi a guardare me.

"Hai detto te che volevi provare delle nuove esperienze e che eri stufo della tua vita monotona. Adesso che ti stai per sposare sarai ancora più limitato" spiega tranquillo Denki.

Abbasso lo sguardo e guardo per terra, infastidito dalla situazione.

"Quando dicevo nuove esperienze non intendevo questo!" esclamo mettendo un broncio.

I due mi ignorano e mi afferrano per le braccia, trascinandomi sotto la pioggia.

Arriviamo davanti a un edificio con un insegna di legno marcio con su scritto «Venenata Malum».

Entriamo e noto che è davvero in condizioni pietose: il pavimento è in legno mangiato dalle termiti e scricchiolante, coperto in parte da un vecchio tappeto sporco e polveroso; ci sono delle poltroncine di un rosso sbiadito con i tessuti strappati e pieni di formiche, in fondo è situato il bancone del bar.

Da dietro quest'ultimo si nota una leggera scia di fumo che si interrompe sul basso soffitto, al quale è appeso un lampadario con tre lampadine bruciate e due funzionanti.

C'è una donna dai lunghi capelli corvini e gli occhi azzurri, è seduta in una posizione rilassata con le gambe accavallate, una mano tiene pigramente una sigaretta accessa mentre l'altra sorregge un giornale.

Il biondo si avvicina con sicurezza al bancone e, dopo aver afferrato una campanella, la suona sorridente.

La donna alza pigramente lo sguardo e squadra per un secondo il mio amico.

Riposa poi gli occhi sul giornale e sospira.

"Benvenuti da «Venenata Malum», casa del piacere per tutti gli orientamenti sessuali" dice con tono annoiato come un disco rotto.
"Abbiamo prenotato il migliore per il nostro amico" afferma il biondo indicandomi con il pollice.

La luna di Londra {kiribaku}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora