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KIRISHIMA POV

Guardo la lettera tra le mie mani, indeciso se farla arrivare al diretto interessato o no.

Ho paura, sì.

Di cosa?

Di un'altra delusione, di un'altra risposta negativa, di un altro rifiuto.

Ma io ho bisogno di parlargli, ho bisogno di lui.

È entrato nella mia vita completamente per caso, stravolgendo tutto ciò che avevo pensato del mio futuro.

Non posso più lasciarlo scappare.

Mi alzo perciò e, dopo essermi asciugato e vestito decentemente, esco dalla camera.

Piove ancora, ma non forte come prima, un po' si è calmato per fortuna, ora è solo qualche goccia leggera e fastidiosa.

Corro lo stesso a perdifiato, senza pensare che potrei scivolare da un momento all'altro per colpa delle pozzanghere.

Ripercorro la solita strada, passando per tutta la pizza della mia zona, superando il fiume e percorrendo le vie buie e malfamate.

Raggiungo stremato il suo palazzo e mi riparo sotto il piccolo e sporco portico che copre l'ingresso.

Entro nel primo piano e mi guardo attorno, cercando la zona con le cassette postali.

Dopo averle trovate, appese al muro e con sopra scritto il nome del proprietario con una targhetta di legno marcio, cerco quella del biondo.

Una volta vista, però, noto che non ha nessun tipo ti protezione, quindi tutti potrebbero rubare ciò che c'è dentro.

Non va bene così, lui deve leggerla

Mi guardo attorno e l'unica altra cosa presente nel posto si posa davanti ai miei occhi.

Le scale.

Mi giro e comincio a salirle, gliela consegnerò personalmente.

Arrivo al secondo piano e mi fermo davanti la sua porta, sospirando stanco e preoccupato.

Provo a bussare, speranzoso comunque di poterlo vedere.

Nessuna risposta.

Riprovo, ma ancora nulla.

Vorrei bussare un'altra volta, ma solo al pensiero che il vicino mi minacci ancora mi vengono i brividi.

Allontano lentamente il pugno e lo inserisco nella giacca, tirando fuori dalla tasca interna la lettera.

"Hey, Bakugo...s-sono io, Kirishima. Non so se sei qui, ma io p-provo lo stesso con la speranza che tu mi apra. Vedi e-emh... Ti ho portato una cosa, non volevo lasciartela nella cassetta della posta per paura che la potessero rubare, quindi te l'ho portata di persona"

Detto ciò, mi abbasso e faccio strisciare la lettera sotto la porta, perfortuna è passata sotto quella fessura.

"Ecco qua, spero tanto di ricevere una tua risposta o ancora meglio rivederti. Spero che tu stia bene e che non sei privo di nulla. Mi manchi, Bakugo"

Mi alzo e mi incanto a guardare la porta per qualche secondo, illudendomi di poterlo vedere uscire.

Abbasso la testa e un lungo sospiro di sconforto esce dalle mie labbra.

Mi giro e mi incammino verso casa.

{Skip time}

Ha smesso di piovere ormai e sono ancora fuori casa.

Ho fatto un giro più lungo stavolta, infatti sto percorrendo la strada vicina alle mura della città.

Al di fuori delle mura ci sono i campi coltivati, i recinti del bestiame e le case dei contadini ed artigiani.

Anche lì la situazione non è delle migliori: c'è molta povertà, ma riescono a procurarsi il cibo facendoselo da soli visto che hanno colture e animali.

E mentre cammino immerso nei miei tristi pensieri, sento una voce che mi richiama.

Mi fermo e mi giro, cercando chi fosse il proprietario della voce.

Trovo Sero che porta, con un piccolo carretto a mano in legno, tre grandi sacchi di farina e Denki, distante circa due metri, che cerca di far camminare una mucca frisona con il numero quattro timbrato sulla coscia, tirandola per una corda che ha legato al collo dell'animale.

Ridacchio ma, quando il moro mi raggiunge con aria stanca e preoccupata, il sorriso sparisce.

"Amico, che succede? Che fine avevi fatto? È da giorni che non ti fai sentire"

Nello stesso momento, ci raggiunge anche il biondino, trascinando vittorioso la vacca.

Quando però mi guarda neglio occhi, cambia subito espressione e il suo viso si incupisce.

"Che cavolo ti è successo? Sembra che ti è appena morto il gatto... Ah no, è già morto quel coso spennacchiato"

Lo fulmino con lo sguardo e incrocio le braccia.

"Mr. Riot era un british shorthair sofisticato e bellissimo, non sei degno di chiamarlo così!"
"Scusa amico, ma ho sempre pensato che quell'essere fosse un maniaco suicida! C'è, si è messo contro quattro cani" ride lui mentre si appoggia alla mucca.

Imbronciato, faccio per ribattere, ma Sero mi interrompe sul nascere.

"Denki, basta. Eiji, davvero che ti è successo? Non ti fai sentire da giorni e ora ti troviamo che vai in giro con una faccia da morto. Perfavore, dicci che è successo"

Sospiro e annuisco arreso.

"Va bene, prima però finite le vostre cose tranquilli. Vi aspetto alla locanda" affermo indicando con lo sguardo la vacca che sta trascinando in giro per le strade il povero biondino.

Sero annuisce e molla a terra il carretto per inseguire i due fuggitivi, per mettere in salvo in primis Denki.

Vado alla solita locanda e, preso posto, mi metto ad aspettare tranquillamente.

Dopo una mezz'ora, i due fanno ingresso, senza mucca per fortuna, e vengono a sedersi al mio tavolo.

Presa anche l'ordinazione, sospiro e inizio subito il mio racconto, parlando a bassa voce e facendo scappare qualche singhiozzo di tristezza.

I due mi confortano, ma ora vorrei solo attorno a me le braccia del biondo.

Quando finisco, al posto degli occhi ho due cascate e il the ordinato è diventato completamente freddo.

Loro si sono messi più vicini per rincuorarmi, ma sono quasi più scossi di me e non riescono a proferire parola.

"Chi avrebbe mai immaginato che avrebbe reagito così male, pensavo che essendo che se la faceva già con gli uomini gli sarebbe andata bene" afferma confuso il biondino.
"Beh, da come ho notato non ha un carattere da principino. Basta ricordare come si è presentato a noi" ribatte il moro sovrappensiero.

I due parlano per qualche battuta da soli, io resto tra loro in silenzio con lo sguardo basso e vacuo.

"Eiji, mi dispiace tanto ma dobbiamo tornare a lavorare... Abbiamo ancora della lana da portare al mercato e dei puledri da vendere. Domani ci possiamo rivedere? Così sistemiamo la cosa e proviamo a farti svagare, che ne dici?" dice Sero mentre mia accarezza la spalla.

Senza proferire parola, annuisco e gli mostro un piccolo sorriso di ringraziamento.

Finiamo di bere il the ormai freddo e, dopo aver pagato, i due corrono a lavorare mentre io torno a casa.

Entro velocemente e sgattaiolo in camera mia, lanciandomi poi nel letto a fissare il soffitto.

Cosa farò domani?

Senza di te è tornato tutto monotono, Bakugo...

***Spazio autrice***
Buongiorno pezzetti di ghiaccio<3

Non so voi, ma io sembro un palombaro da quante magliette ho sotto la felpa per non congelare!

E che dire, non date mai una mucca a Denki sennò vi troverete morti entrambi XD

E fine, ci si vede al prossimo capitolo!
Buona vita<3

La luna di Londra {kiribaku}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora