The Pack (Parte uno)

55 3 18
                                    

La chiamano "attrazione fisica" perchè "ti sbatterei al muro ogni volta che mi guardi anche per sbaglio" era troppo diretto.
Eppure. Era questo che Stiles aveva fatto intendere a Newt, che ancora riposava tra le braccia del ragazzo.

Aveva usato le labbra per scrivere sulla sua pelle e aveva lasciato che gli leggesse i brividi.
Capelli sfatti, letto sfatto, uno sopra l'altro.
E la pace di quando non te ne frega più niente. Pura poesia.

In entrambi erano presenti milioni di posizioni, scambi di battute e viaggi che potevano fare. Con ancora la luce fuori, il sole trapassava la finestra della stanza.

Illuminando l'intera stanza, i due si abbracciavano, stretti come se non ci fosse spazio. In mezzo al letto.

Stiles sospirò ancora in dormiveglia.
La testa sprofondò nel cuscino, il petto si gonfiò e una dolce ma debole risata gli arrivò alle orecchie.

<<Mh Buongiorno>> borbottò subito, mentre sbadigliò, Newt scosse la testa e la nascose tra le mani e il petto del moro vestito, e lasciò scappare dei versi d'odio.

Stiles ghignò e posizionò la mano destra sopra la mano del ragazzo amorevolmente, Newt lo fissò. <<Voglio tornare a ieri notte>>

<<Se proprio vuoi chiudo le tende>> rispose sarcastico, entrambi risero, i brividi finirono sulle braccia e le gambe del biondo, si sollevò dalle braccia e scontrò il bacino contro l'altro per lasciargli un bacio sul mento.

D'istinto, Stiles gli prese il retro del collo, e lo avvolse tra le braccia lasciandogli on bacio dipinto sulle labbra.

Per un'attimo lasciarono perdere tutto e tutti.
Ma il secondo attimo, si concentrarono sul loro istinto. Qualcosa non andava.

E quel qualcosa era il rumore di un arma.
L'odore era diventato pesante.

Stiles si voltò, entrambi diventarono tesi, confusi, e impauriti.

Una decina di uomini erano presenti nella loro stanza, con in mano fucili pronti a spaccare in mille pezzi un cranio.

Newt subito prese la mano di Stiles, ma uni degli uomini caricò l'arma.
<<La Monroe li vuole vivi, se li toccate, vi ficco una pallottola d'argento in fronte>> sbraitò il più anziano.

Aveva i capelli grigi, gli occhi erano chiari, la voce era di poco sveglia, aveva indossò una giacca di pelle scura, una maglia chiara e jeans leggermente larghi e neri.

<<Ragazzi -avanzò di pochi passi- quale onore>> iniziò. I due lo guardarono pietrificati, tremavano e speravano solo di vivere. <<Non vi faremo nulla, se starete buoni e collaborerete>> continuò.

<<io sono Janson>>

<<Voi siete parte del branco di Scott McCall, dico bene? -disse lasciando fredda la situazione- Sapete che La Monroe ha ucciso alcuni soprannaturali>>

<<Quella donna li ha massacrati>>

<<Ragazzo, è stato tutto per una giusta causa... come ti chiami?>> Rispose tenendosi per le ginocchia. <<Fottiti. Non faremo un bel niente per te o per La Monroe>>

Al sentire la frase, lo stesso cacciatore di prima puntò il fucile sul moro, un colpo partì e gli occhi di tutti sgranatono.

<<Perché lo ha fatto?>> Chiese subito Newt, <<Preferivi che sparasse al tuo amico? Vi sto dando l'opportunità di venire con noi, per testarvi, o verrete torturati e uccisi nelle mani della Monroe>>

<<Verremo torturati e uccisi lo stesso, non cambierebbe nulla>>

Janson si zittì. Newt fissò Stiles, aveva lo sguardo perso e il sudore gli colava dalla tempia. <<Avrete tempo per salutare le persone che amate>>

<<E poi ucciderete anche loro perché la maggior parte sono soprannaturali>> gli rispose velenoso il moro.

<<Vi toglierò un grande peso, ragazzi. Col mio aiuto smetterete di essere inutili mostri assassini.>> continuò Janson.

Stiles disse "no" scuotendo la testa, Newt iniziò ad agitarsi mentre Janson insistette.

L'aria si vece pensante, silenziosa.
Non vedeva altro che pericolo intorno a lui.

<<Morirete comunque. Siete destinati a morire!>>

<<HO DETTO DI NO>> gridò.

La finestra si ruppe. Un ruggito fece partire le armi, milioni di pallottole d'argento colpirono ovunque: vetri, cuscini, muri.

Le luci stordirono i ragazzi.
Immediatamente Stiles tirò per un braccio il più piccolo, gli spari aumentarono cercando di prenderli, con scarsi risultati.

I due arrivarono in un angolo della stanza, Stiles si mise davanti al biondo cercando di proteggerlo.

Guardandosi attorno vide l'unica persona che voleva: Scott, mentre graffiava alcuni dei cacciatori, Malia colpiva gli altri aiutata da Theo, Liam, Janson, Ethan, e Peter.

Il sangue macchiò tutto il pavimento.
E la situazione si tranquillizzò d'un tratto.

<<Oh Cazzo>> sbraitò il più piccolo.

<<Voi state bene?>> Chiese poco dopo Peter, Stiles guardò il migliore amico, e annuì.
<<S-stiles -borbottò Newt- t-ti credo, h-hai ragione->> disse prendendogli il braccio.

Scott si avvicinò e abbracciò subito l'amico. "Mi sei mancato" gli sussurrò.

<<Come ci avete trovati?>> chiese quest'ultimo.

<<Deaton ci ha detto del Nekomata e.. abbiamo scoperto che i- demoni precedenti sono morti qui mentre si nascondevano dal.. loro destino>> rispose Scott gesticolando verso il biondo <<E ora dov'è questo Deaton?>>.

Un rumore di passi arrivò alle orecchie del branco.
<<Dov'è!>> Gridò un ragazzo dai tratti asiatici.

<<Minho>> sussurrò Newt tra sé e sé, scioccato si alzò e corse ad abbracciarlo.
Tutti restarono a guardarli, come nulla fosse, Minho diede qualche pugno di troppo all'altro che obbligato si rifugiò dietro il suo fidanzato.

<<Potevi dirci dove eravate! Non sempre i piccioncini sono da soli per avere intimità>> sbraitò l'asiatico, <<Cosa>> cantonò stupito Newt.

<<Minho non potevamo avvisare nessuno->>

<<Ma uccidere quella ragazza povera e dolce, nel seminterrato si. È Buono. Positivo devo dire>> lo bloccò Peter con aria sarcastica.

<<Non è dolce, ne povera!>>

L'aria circondata da Newt si restrinse. La vista era offuscata e gli occhi tremarono ripensando alle frasi che Teresa diceva al suo Stiles.

<<Newt>> richiamò quest'ultimo. Subito si voltò e lo prese per il punto vita. Gli occhi tornarono fissi su di lui.
Il resto dei radurai si ammucchiò verso la porta proteggendo Chuck e le ragazze, Malia Peter e Liam erano davanti agli umani mentre Theo e Scott si stavano avvicinando per lasciare intimità ai due.

Era tutto tranquillo.

<<Sicuro di stare bene?>>
<<Si se lo sei tu, Stiles, lo sai>> rispose avvicinandosi piano piano al viso.

Prima di sfiorare le sue carnose labbra, le mani del moro finirono sul petto del più piccolo. Con forza lo tirarono a terra, un rumore assordante rimbombo per tutta la stanza, Theo e Scott mostrarono zanne e artigli e corsero davanti all'amico mentre il resto andò da Newt, coprendolo.

<<Ti avevo avvisato, Stiles>> sputò velenoso.

Newt, strattonò tutti fino al vederlo, il suo ragazzo perdeva sangue dalla spalla sinistra, ed era poggiato al muro.
Il sangue colava in fretta e attraversava la sua mano.

Il cuore iniziò ad accellerare, le gambe tremarono e le voci erano stridule come delle unghie su una lavagna.
I ruggiti del branco gli arrivavano alle orecchie.

Pesante e stanco da tutto e di tutti.
Smise di trattenersi.

•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•

Blunned Lines - Stiles&NewtDove le storie prendono vita. Scoprilo ora