A rallentatore

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Quei occhi, grandi, scuri e belli, per un istante si sono aggrappati all'altro e insieme hanno trovato la forza di rialzarsi e riaddrizzarsi.

Era impossibile convincere quel biondo a cambiare idea, nei suoi occhi, stiles aveva visto confusione e preoccupazione.

Sapeva che lo stava facendo per loro.
Per farli uscire e mostrare la loro innocenza.
Due vittime incolpate con un no-niente e non vogliono capire.

Sapeva che Newt voleva proteggerlo, ma non voleva essere salvato.
Lui lo doveva salvare. Vuole.

Aveva diritto di avere quella felicità. Aveva diritto di proteggere chi amava.

La mano di Stiles era appoggiata in un angolo della prigione, accanto al biondo per dare segno di protezione, i volti di entrambi guardavano ogni spazio, finché non si scontrarono.

<<Lui non mi piace>> gli sussurrò avvelenato, <<non ti piace lui o quello che potrebbe farmi?>> Ribatté maliziosamente, in preda alla confusione Stiles sospirò, Newt mise d'istinto una mano sulla sua pelle delicata e morbida, gli accarezzò col pollice il viso e si avvicinò all'orecchio continuando a fissargli occhi e labbra.

<<So badare a me stesso, poi, se peggiora la situazione farai vedere a tutti come mi sai proteggere>>

Un leggero sorriso spuntò sul volto del più grande, una sensazione di pelle d'oca iniziò a sentirsi.

Le gambe iniziarono a tremare, il cervello si sciolse e il cuore iniziò a volere di più.

Le labbra di Newt si allontanarono di poco, gli occhi inquadrarono il suo sorriso, un nodo alla pancia si formò.

Iniziò ad avvicinarsi leggermente, ma subito il volto del più piccolo si spense, dimenticando ogni emozione, come uno schiaffo dritto in faccia.
Le mani finirono sul petto di Stiles, in automatico, lo girò indicando proprio quel tizio pieno di arie.

Camminava per tutta la stanza con un ghigno in volto e l'aria da pavone.
Appena passò davanti hai due ragazzi, il ghigno si fece più caldo e pronto per essere preso a schiaffi.

Si fermò un'istante, guardò dall'alto verso il basso il moro e rise di poco verso l'altro continuando poi a camminare.

Stiles serrò i pugni alle spalle del prigioniero, la scena si modificò d'impatto, le mani si intrecciarono, il cuore smise di battere ed entrambi rimasero a fissarsi l'un l'altro.

-

Era diventata sera. Verso le 23:24
Ben, il ragazzo che pavoneggiava intorno a Newt, aveva provato a separarli altre volte, verso l'ora di pranzo, all'ora d'aria e anche poco prima di rientrare in cella.

Jackson aveva avvertito i ragazzi di avere delle conoscenze che potevano aiutarli ad uscire da quella cella, le chiavi dell'ufficio con Ben aspettavano in un angolo della stanza principale.

<<Ma quanto ci mette ad aprire questa maledetta porta, inizio a sentire puzza di morto>> gli bisbigliò sarcasticamente il più piccolo.
Newt si schiarì la gola, non ricevendo alcun minima risposta.

<<Stiles?>> Chiamò, ma ancora silenzio.
Lo vide fissare la porta con le braccia incrociate. Subito, si alzò dalla tegola di legno e si avvicinò al ragazzo <<Stiles->> riprovò, ma questa volta, esso si girò e di scatto fusero i loro cervelli.

Le braccia erano sulle sue spalle, lo sguardo pietrificato sul più grande, erano uno difronte all'altro. Erano diventati quasi un tutt'uno. Mancavano pochi millimetri allo sfiorare le sue belle e carnose labbra.

Mancavano pochi secondi a mettere in atto quel maledetto piano, costringendolo a mantenere la calma, se Ben rimaneva impegnato, Stiles poteva entrare nell'ufficio e aprire tutte le porte dei detenuti, il tempo di fare arrivare quelle poche guardie e loro erano già fuori. E da lì, si potevano solo che nascondere e aspettare il resto del branco.

Blunned Lines - Stiles&NewtDove le storie prendono vita. Scoprilo ora