Capitolo 16

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Hoshiyo POV

L'impatto fu talmente forte che percepii il mio corpo sprofondare nel terreno e le ossa scricchiolare. Compresi che qualcuna doveva anche essersi rotta, dal dolore che mi aveva investito come una marea d'acqua in corsa sfuggita da una diga. Emisi un gemito strozzato quando mi appoggiai sul fianco destro, nel tentativo di alzarmi. Ma il dolore che provavo non era nulla in confronto a quel grido. Un grido di dolore, ma non causato da ferite. Un dolore che brucia dentro, che fa uscire le lacrime, quel dolore che ti fa perdere la ragione. E io sapevo fin troppo bene a chi apparteneva quella voce. "T-Tomura..."

Qualche ora prima

Finalmente, dopo aver passato la pausa pranzo a perlustrare l'edificio, avevo trovato quello che stavo cercando. Avevo appreso che la 1A e la 1B avrebbero dovuto condividere la palestra per gli allenamenti, ma spesso entrambe le classi preferivano rimanere separati, così la 1A usufruiva di una vecchia stanza delle conferenze adibita a campo d'addestramento. Poco prima della fine dell'allenamento, quando la maggior parte degli studenti sarebbe stata in classe, avrei chiuso l'accesso alla palestra e impossibilitato le comunicazioni con l'esterno per circa due ore -il tempo massimo che ero riuscita strappare alla sicurezza della scuola. Secondo il piano, io sarei entrata dopo in scena, prima mi dovevo occupare delle questioni tecnologiche dell'attacco, dato che apparentemente ero l'unica in grado di portare a termine l'incarico.

Avevo informato l'Unione del mio piano attraverso un telefono usa e getta. Ero maledettamente in ansia per come se la sarebbero cavata, ma soprattutto per l'eventualità che non riuscissi a portare e termine il mio compito. Quando tutti furono usciti per l'allenamento pomeridiano, usai la scusa che dovevo andare in bagno per sgattaiolare nell'aula di informatica, riservata ai professori. Negli ultimi giorni avevo monitorato gli spostamenti di ogni professore: avevo esattamente sei minuti e quarantaquattro secondi prima che Present Mic entrasse per la sua conferenza. Mic poteva sembrare disordinato, poco riflessivo, ma in quanto a puntualità spaccava il secondo. Non sarebbe venuto in anticipo, ma sicuramente non avrebbe ritardato. Riuscii facilmente ad entrare nel pc scolastico-come al solito, c'è scritta la password su un post it incollato sulla tastiera perché tutti i professori se la dimenticano. Entrai velocemente nel sistema di sicurezza. Dopo qualche minuto, ero riuscita a creare una falla nel sistema, che si sarebbe automaticamente spento tra le 15:14 e le 17:15. Manomisi in tutta fretta il sistema di chiusura automatica delle porte, il tempo stringeva. Un minuto e cinquantacinque secondi. Non riuscivo a trovare la password per dare il via all'operazione... Un minuto e ventitré secondi. Non era possibile, mi avevano dato quella sbagliata... e ora che faccio, me la invento? Cinquantotto secondi. Disperata, digitai "Password123" e il sistema si sbloccò. Cioè, sul serio? Due ore per trovare 'sta password e poi... Non potevo perdermi in pensieri, mancavano trenta secondi. Arrestai il pc in tutta fretta e uscii dalla stanza. Ero verso la fine del corridoio, quando incontrai Present Mic. Le mie mani iniziarono a sudare man mano che la distanza fra noi diminuiva. Lui non sembrava minimamente insospettito, nonostante i bagni fossero da tutt'altra parte. Tamburellavo nervosamente con le dita sulla coscia a ritmo del mio battito cardiaco. Quando la distanza fra noi divenne quasi nulla, faticai a mantenere un'espressione indifferente. Quei secondi sembrarono durare un'eternità. Finalmente, la distanza fra noi cominciò ad aumentare, e con lei iniziò a diminuire la mia ansia, passo dopo passo. Sentii qualcuno toccarmi la spalla; mi voltai sussultando. "Ehi, ti sei dimenticata il cappotto da mio padre." Gli occhi gentili di Shoto mi stavano scrutando. Cercai di rimanere normale, mentre lo ringraziavo. Quando ebbe voltato le spalle, corsi disperatamente verso la stanza adibita a palestra, prima che la porta si chiudesse.

Una volta varcata la soglia, tutti si voltarono a guardarmi. Aizawa attese impazientemente una spiegazione sul perché fossi entrata improvvisamente, ma io rimasi muta, in attesa di qualcosa che solo io potevo sapere stesse per accadere. Quando vidi il tanto atteso portale viola separarmi dagli altri compagni, tirai un sospiro di sollievo. La porta si chiuse alle mie spalle, ma forse troppo lentamente, perché sentii la voce fin troppo familiare di qualcuno chiedere "Hoshiyo, ma che sta succedendo?"

Angolo persona con problemi

Ok, ok. Non aggiorno questa storia da tipo tre settimane o giù di lì. ma, eccomi qui con il nuovo capitolo, che, detto filosoficamente, segna l'inizio della fine, ovvero, segna l'inizio della parte finale del libro: l'attacco allo Yuuei. (non ho ancora capito se si scrive allo o alla, io metto un po' a caso nei vari capitoli :'D) Comunque, mi scuso per questo capitolo corto, ma ho dovuto fermarlo qua perché sennò non sapevo dove stopparlo e mi veniva lungo due chilometri- 

Ciao al prossimo capitolo! (che credo sarà quello conclusivo, prima del prologo)

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