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L'orologio scocca le 8 e io mi trovo seduto sulla panchina dell'ospedale e fissare la porta della stanza 14. Ormai il mio posto era caldo, anche se era l'otto gennaio, il giorno prima del compleanno di Gio. La cosa bella è che stasera mi faranno uscire, in tempo per festeggiare. Fissavo quella porta come se fosse la mia unica speranza, la mia unica possibilità di vita. Sarei stata in grado di descriverla alla perfezione per quanto l'ho vista attentamente.
8:30 sento un rumore, finalmente la famosa porta si stava aprendo, mi alzo tenendomi lèggente al bancone dell'ufficio, la porta si aprì e vidi uscire lui, si esatto lui, la persona per la quale ho perso completamente la testa dal primo giorno. Quella maledetta festa... che non scorderò mai e poi mai. Lo vidi bello come sempre, mi guardava e io lo guardavo, i nostri sguardi si incrociarono per qualche secondi finché con le poche forze che avevamo corremmo uno verso l'altro. Ci abbracciamo, un abbraccio forte, vero e unico di quelli che non ti scorderai mai e poi mai. Sembra una fiaba, invece no, è tutto vero! A soli 16 anni ho conosciuto che cos'è l'amore, quella passione infrenabile. Mi staccai da quell'abbraccio e assaporai quelle maledette labbra che sognavo da ore...
gio: mi sei mancata
Disse a bassa voce, levandomi una ciocca di capelli che si trovava davanti al mio volto.
Bea: grazie, senza di te non sarei qui
Lui mi strinse a se e mi disse:
Gio: per chi si ama si è disposti a fare di tutto
Lo baciai nuovamente, finché sentimmo delle voci provenienti dal corridoio.
Giu: amoreee!
Disse venendo da me abbracciandomi con tutta quella felicità che c'era in se.
De:  piccola!
Disse abbracciandomi.
Dopo i saluti vari ci prepararono per andarcene da quel luogo. Preparai le valige e andai in macchina con De, Giu e Gio.
Salimmo in macchina e io mi misi vicino a Gio. Posai la mia testa sulla tua spalla e lui mise la sua mano sulla mia coscia, provocandomi una strana sensazione nel mio stomaco...
Lui sorrise al mio rabbrividire e io li diedi un leggero schiaffo sulla nuca che lo fece ridere, e anche io non resistetti e cominciai a ridere.
Eravamo io e lui
Solo noi due
Soli
Uniti
Unici
POV GIO
Non eravamo cambiati di una virgola
Lei la solita bambina
Io il finto "maturo"
Insieme a ridere
E scherzare come due bambini
Quando fanno le marachelle.
Sembrano le strofe di una canzone...
Che idea!

Come possiamo amarci se ci odiamo!//Sangiovanni Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora