Dopo Un Anno

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ATTENZIONE:
QUESTO CAPITOLO É AMBIENTATO DOPO "Le Sfide Di Apollo: Il Labirinto Di Fuoco" E L'INIZIO DI "Le Sfide Di Apollo: La Tomba Del Tiranno" QUINDI CHI NON L'HA ANCORA LETTO
1) CORRA A FARLO
2) NON LEGGA IL CAPITOLO SE NON VUOLE SPOILLER
Poi se siete come me, che vi leggete tutto anche se ci sono spoiller, io non mi assumo responsabilità😜







Percy stava camminando per le strade di San Francisco perso tra mille pensieri. Ogni tanto doveva asciugarsi un paio di lacrime.

Perché doveva sempre essere l'eroe? Perché non era stato fermo al suo posto per una volta? Perché non ha lasciato che Apollo risolvesse i suoi problemi da solo?

Però sapeva che nonostante tutto, anche lui avrebbe fatto quelle cose sapendo contro cosa andava incontro.

Era così perso tra i suoi pensieri che non si accorse di una famiglia di turisti. Quando alzò lo sguardo vide che circa sei persone su nove avevano i capelli rossi, poi c'era una ragazza dai capelli castani e mossi, un ragazzo alto e dai capelli biondo platino e un ragazzo con la cicatrice a forma di saetta.

"Dei scusa! Non ti ho visto!" Disse il moro mettendosi in equilibrio. Percy avrebbe riconosciuto quella voce ovunque. "Harry?"
Il ragazzo alzò gli occhi e sorrise a trentadue denti. Il trio d'oro e Draco abbracciarono Percy con una forza sovrumana. I Weasley decisero di dare spazio ai ragazzi.

"Come stai? Annabeth? Will?" Gli chiese Hermione. "Tutto apposto" rispose
"I Sette? Come va?"

A quel punto lo sguardo del figlio di Poseidone s'incupí, facendo crescere la preoccupazione nel petto dei quattro maghi. "Percy? Cos'è successo ai Sette?"

Quando incrociò gli occhi azzurri di Draco, Percy li aveva pieni di lacrime. "Non sono più sette". Non resistette e pianse. Si mostrava forte per Nico, per Piper, per Annabeth e Leo. Ma soffriva come un matto.

"Chi..." Ron aveva paura di formulare la domanda
"Jason"
A quel punto anche Hermione esplose. "No! Ti prego dimmi di no! Nononono!"
"Venite".

Camminarono per molto tempo, fino a raggiungere l'ingresso del Campo Giove. "Loro sono con me" disse alle guardie che li fecero passare. Portò i ragazzi fino a Nuova Roma, con un veloce permesso di Reyna. "Bacchette prego" disse Terminius. Percy fece cenno ai ragazzi di lasciare le bacchette e obbedirono.

Portò i maghi fino al suo piccolo appartamento, dove c'erano anche Piper e Annabeth. "Non. Ci. Credo!" Disse Annabeth e saltò addosso a Hermione stringendola forte. Piper li salutò, ma con meno entusiasmo.

Aveva gli occhi gonfi e rossi e lo sguardo decisamente stanco.

"Come stai?" Le chiese Ron abbracciandola. Lei fulminò con lo sguardo Percy, ma nonostante questo pianse sul petto del rosso mentre lui le accarezzava la testa.

"Gli altri? Come stanno?" Chiese Harry preoccupato. Ci teneva a quei ragazzi, aveva vissuto un'avventura diversa da tutte le altre con loro. Dopo un mese di divergenze e litigi, erano finalmente diventati amici. Il legame che univa quei sette ragazzi era quasi visibile. Non erano solo una famiglia allargata, ma erano qualcosa di molto più forte.

L'uno sarebbe morto per l'altro.

E aveva la forte sensazione che era proprio per questo che il biondo era dall'altra parte in quel momento.

"Gli altri sono vivi" gli rispose Annabeth con la testa abbassata "Sono tutti qui. Venite."
Uscirono dall'appartamento andando verso la piazza dove due anni prima Percy aveva ricevuto la pergamena di Leo che gli diceva di starlo cercando.

"Ciao" fu proprio lì che trovarono il figlio di Efesto e la figlia di Atlante. Lui aveva palesemente pianto mentre Calipso cercava di consolarlo. "Siete voi?" Chiese Leo saltando addosso a Hermione.

L'altra Faccia Della MedagliaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora