{8} lacrime

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Tra studi e ricerche arrivò il momento di rivedere Simon.
Pieno di gioia mi preparai.
L'unica cosa che restava da fare era dirlo ai miei, so che non sarebbe stato facile aggirarli, ma sapevo che avrebbero opposto resistenza all'idea che vedessi Simon quindi dovevo tenerli all'oscuro.

Dovevo assolutamente convincerli a lasciarmi andare al cimitero da solo.

Arrivai nella loro stanza e li vidi dalla porta lasciata per metà aperta che si stavano preparando ed adornano per uscire.
Non ne sapevo niente, il fato mi stava sorridendo.
Pregai mentalmente Dio per ringraziarlo.
《Oh Wilhelm, non ti abbiamo sentito, devi dirci qualcosa?》chiese mia madre, mentre si alzava dalla sedia, mio padre che le teneva le mani sulle spalle mentre lei si aggiustata i gioielli, si spostò.

《Oh no, niente, credo che oggi mi limiterò a guardare la tv》Risposi ed indietreggiai.
Avrei atteso che uscissero e poi sarei sgattaiolato via.
《Figliolo aspetta un momento》mi chiamò mio padre con voce Roca.
Mi guardò con occhi storti e le labbra piegate in una smorfia, sembrava un cane bastonato.
《So perché sei qui e vestito bene》sembrava provasse una grande pena.
Paura e rabbia lottavano in me, non sapevo dire quale delle due avrebbe prevaricato.
Proprio non gli andava giù la mia relazione?
Cosa mi avrebbe fatto?

Si avvicinò a me e mi arruffò i capelli.
《Scusa se partiamo ancora, non ci diverte lasciati solo in un momento così confuso per te》Disse in tono affettuoso.
Strabuzzai gli occhi, non mi aspettavo una reazione così... normale.
《Quando torneremo potremmo Chiamare Chase la psicologa》mi diede una pacca sulla spalla e mi oltrepassarono diretti alla porta.

Ero nauseato dalle sue parole, però non potei reprimere il sorriso che sbocciò sul mio volto, ora potevo vedere Simon.

Andai ad avvisare l'autista, ma prima di partire mi fermai davanti ad un grande specchio dalla sfarzosa cornice d'oro.
Il colletto della camicia azzurra sporgeva dal cardigan rosso, sistemai ancora una volta I capelli e mi diressi all'auto, indossando la giacca nera.

Scesi davanti al grande cimitero di Stoccolma, era ironico un appuntamento in un cimitero.
Però non risi.
Il pensiero di trovarmi davanti alla tomba di Erik mi distruggeva.
Mascherai quella tristezza ed andai incontro a Simon che mi attendeva accanto al cancello.

Era avvolto nei suoi blu jeans leggermente stretti e il suo felpone viola.
Era bellissimo.

Quasi corsi, impaziente di raggiungerlo.
《Ciao》Disse per iniziare la conversazione, ma ignorai il sui saluto verbale per stringerlo in un abbraccio e salutarlo più concretamente.
《Grazie》Mugugnai contro il suo corpo.

Quasi tremavo di rabbia, volevo che i nostri incontri fossero belli, che fossero almeno degli appuntamenti ed invece al pensiero di mio fratello mi sentivo così triste... non riuscivo a sorridergli.

Feci un respiro tremante e misi in pratica anni di allenamento.
Reprimetti tutto, tenni ogni emozione negativa dentro di me, come velono che lentamente e silenziosamente ti consuma di nascosto finché di te non resta più nulla.
Assunsi un espressione neutrale e mi misi diritto, allargando le spalle ed assumendo quell' abituale posa regale.
《Grazie per essere venuto》

Mi fece un sorriso, sincero e caldo, come a voler spazzare via l'inverno.
Entrammo insieme.
Percorremmo la strada sterrata.
Non parlammo mentre percorrevamo il sentiero in mezzo al bosco.
La terra marroncina, alberi, cotico erboso verde e il cielo grigio.
Iniziarono a vedersi i tetti a punta color topazio quando Simon spezzò con delicatezza quel silenzio tombale.

《Come ti senti?》continuava a guardare dritto, apprezzai il suo gesto, attendeva che mi riprendessi.
《Strano... ancora non lo so》il silenzio ritornò ad essere il terzo incomodo.
Procedemmo ancora.
La boscaglia cessò e lasciò spazio ad un prato disseminato lapidi di pietra grigie.
Quel che si poteva permettere la gente normale... la gente come simon.

young Royals ~Stagione2~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora