{19} basta nascondersi

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Ancora una volta mi trovavo steso sul morbido materasso del mio letto a baldacchino, sotto le coperte dorate con  simon che continuava a scostarmi i capelli dal viso.
《Forse dovrei tagliarli》mormorai.
《No》ribattè 《Mi piacciono》
Ancora una volta afferrai i suoi vestiti per stringerlo, nonostante fosse già appiccicato a me.
《Che c'è?》Chiesi al mio fidanzato che mi guardava in modo strano.
《Sei bello》rispose agitato.
《Sei veramente bellissimo》farfuggiò con labbra tremanti.
Azzerò le distanze tra di noi e mi baciò.

Subito ricambiai e stostenni il bacio.
Le dita sulle guance, poi le mani sul viso, finfine scorrevano per tutto il corpo avvinghiandosi.
Impazzivo ogni volta che succedeva e venivo pervaso dal desiderio di unirmi a lui ogni volta che mi sfuorgava guardandomi come se fossi la cosa più preziosa al mondo.
Questa volta quasi non riuscii a fermarmi.

Il bacio era divenuto passionale, forse come non mai, fortunatamente le nostre labbra si staccarono per permetterci di riprendere fiato.
Mi voltai di lato, non sapevo come comportarmi.
Ero pronto a dare di più?
Ne sarei ststao in grado?
Sarebbe rimasto contento?
Lo voleva anche lui?

Mi resi conto di non sapere un bel niente di relazioni.
《Wilhelm》ansimò simon sul mio collo.
Mi voltai e lui fu su di me prendendomi delicatamente il viso tra le mani e posando le sue labbra sulle mie, subito iniziai a muoverle al suo stesso ritmo, mi accorsi che c'era qualcosa di diverso, di strano.

Mi resi conto che simon aveva inserito la lingua in quel bacio, la sentivo sfiorarmi le labbra di tanto in tanto, poi smise.
Accidenti e se avesse pensato che non gradivo o che non lo volevo?
Morivo dall'ansia, stavo letteralmente tremando ma riuscì a tenergli fermo il viso.
Presi un grande respiro e con la lingua Chiesi accesso alla sua bocca, che subito Acconsentì.
Le nostre lingue si toccarono e fu un vortice di emozioni.

Fu il bacio più succulento della mia vita.
Passionale, lussurioso, duraturo e vero.
Fu magnifico.
Annaspai alla ricerca d'aria e boccheggiai, ammirando il suo sorriso glorioso.
《Vorrei... spogliarti... in questo preciso istante, ma sai... forse non è il momento.》
Dissi, ancora in debito di ossigeno.

Si accoccolò al mio petto, lasciandomi un ultimo bacio umido sul collo.
Posai la mano sul suo petto per accarezzarlo, però non riuscii a trattenermi, la portai a spasso sul suo corpo.
Trovai la sua parte più intima e l'afferrai.
Sussultò quando gli afferrai il pacco, ma non parve dargli fastidio.

Ci posizzionammo a cucchiaio, entrambi  rannicchiati sul fianco.
Simon appoggiava la schiena al mio petto.
Continuavo a tenerlo con una mano proprio li, di tanto in tanto gli sfuggiva qualche rantolo, era come un gattino che faceva le fusa.
Quando poi gli si fece duro lasciai la presa.
Avremmo amoreggiato e ripudiato il sesso.

Così poi cenammo tutti insieme.
Il tempo trascorse velocemente.
Arrivò la sera, seguita dalla notte e ben presto si fece mattino.
《Preparati》Dissi a simon.
《Oggi ti porto in giro per Stoccolma》
Ci prepararmmo così per la gita e andammo subito a chiedere un passaggio per visitare la città.

Salimmo suo Suv nero, l'autista non ebbe niente da ribattere quando gli chiediammo di ritornare indietro una volta raggiunta la destinazione, così che potemmo spostarci liberi, senza essere seguiti o sentirci osservati.

Simon sistemato sul conodo sedile in pelle osservava intrepido fuori dal finestrino, curioso di sapere dove lo stessi portando.
Indossava un paio di jeans neri come le scarpe che però avevano una punta di colore rosso, indossava poi una spessa felpa Bianca, non era certo facile per lui indossare abiti di marca così lontani dal suo stile, così trovammo quel completo base.
Io invece ero leggermente più elegante con un completo marroncino, lucido e una collanina argentata.

L'autista ci lasciò per le strade di Stoccolma e dopo aver passeggiato un po' ci ritrovammo davanti a Storkyrkan
La grande cattedrale di Stoccolma.
《Dai entriamo》non vedevo l'ora di mostrare e Simon tutti i luoghi più belli della mia città.

Ovviamente la mia famiglia era sempre stata religiosa e pensai che iniziare quella giornata con Simon in un luogo sacro avrebbe giovato, così entrammo all'interno della cattedrale.
Era meravigliosa, la facciata rosea e giallognola, all'interno era meravigliosa dove lo stile barocco si incastonata perfettamente allo stile architettonico gotico baltico.
Ci spostammo tra le grandi colonne che sorreggevano il tetto ad arco, ammirando i rosoni gotici dai quali penetrava la luce solare che illuminava quel luogo di culto, facendolo risplendere di luce e magnificenza.

Mi sedetti su una panca bianca, dovevo ringraziare il signore se stava andando tutto bene e pregai che così potesse continuare.
Simon osservava i dipinti finalmente sembrava muoversi a suo agio, nonostante si trovasse in un luogo tanto importante, in cui non aveva mai pensato di mettervi piede.

Per la loro situazione economica la sua famiglia non si era mai messa in mostra e non voleva farlo,  non si era mai vestito elegante o alla moda, ma ora con quegli abiti stava benissimo.
Conclusa la mia preghiera uscimmo nuovamente verso una nuova destinazione.

Passeggiammo per Gamla Stan la piccola isola che costituiva il centro storico, io e Simon potevamo tranquillamente passeggiare fianco a fianco sulle strade lastricate, camminammo come turisti tra le casette colorate.
《Wow è bellissimo qui》Esclamò Simon stupefatto.
Ia meraviglia nei suoi occhi lo rendeva adorabile.
《Sono edifici del XVII secolo》informai, improvvisandomi guida turistica.

Prima che potessimo staccarci decisi di entrare in un bistrò.
Così potemmo rinfocillarci con la nuova cucina nordica.
Ci accomodammo ad un piccolo tavolino per due persone, vicino ad una parete gialla.
Il locale era piccolo e adornato, aveva un aria molto intima.

Invitai  Simon di assaggiare ciò che avevo ordinato e così accertatomi che nessuno degli altri clienti guardasse nella nostra direzione lo imboccai.
Quasi mi cadette la forchetta, la mano mi tremava per quel gesto romantico.

Andammo poi così in un teatro Simon rimase estasiato e il vederlo così contento mi fece provare una gioia indescrivibile ed un calore nel cuore pressoché inmenso.
Così decisi che non mi sarei più nascosto.
Una volta usciti lo presi per mano e ci dirigemmo verso una piazza per farci venire a prendere e riaccompagnarci a palazzo.

Simon continuava a far scorrere lo sguardo tra le nostre mani e il mio volto.
Quasi scoppiavo a ridere sentendo le fini dita della piccola l'ano di Simon che si intrecciavano alle mie.

Avrei voluto passare altro tempo a spasso con lui, ma forse sarebbe stato meglio rientrare.
Chiamai l'autista e lo aspettavo davanti alla cattedrale, al centro della grande piazza circolare c'era un alto obelisco.
Vi posai il telefono contro inpostai il timer e abbracciai Simon.
Fu lo scatto migliore di sempre, era la nostra prima foto insieme.

Quando arrivò il suv nero e salimmo subito.
Una volta ripartiti simon mi diede un bacio sulla guancia.
《Grazie per oggi... è stato magnifico》
Gli misi una mano dietro alla nuca e gli feci dono di un bacio vero.

Per il pranzo ci trovammo tutti a tavola come un unica e grande famiglia.
Mia madre parlava con linda mio padre si allontanò da tavola poiché al telefono per questioni di lavoro, si avvicinò alla porta e pronunciò un ultimo saluto.
Mi fece un gran sorriso prima di allontanarsi dalla sala da pranzo.
Sbarrai gli occhi e deglutii a fatica, cosa stava facendo, per cosa sorrideva?
Era contento di me?

Sara che sta volta era seduta accanto a me diede qualche pacca alla mia spalla, mentre suo fratello davanti a me sorrideva beato.

Una volta terminato io pranzo, ci spostammo in salotto, sistemati su un divano ciascuno.
Sara annaffiava le piante sparse nei grandi vasi in quella sala e linda osservava I quadri appesi sulle pareti verdi.
Era tutto normale quando arrivarono I "problemi" qualcuno aveva avvistato me e simon e qualche foto ci aveva colto in fragranza di discutibile amicizia.
Forse avevano capito, le foto rimbalzarono da una parte all'altra.
C'era anche mio padre, quando lo avevamo scoperto.

Ci riunimmo per discutere, ma finalmente non mi sentivo male, mia mamma mi lanciava persino sguardi apprensivi.
Dissi che era meglio non dire o fare nulla.
Sperai semplicemente di poter ammettere tutto il giorno dopo.
《Non ho più voglia di nasconderti》sussurrai a Simon.
Lui mi afferrò la mano in una stretta ferrea, come a voler concretizzare il reciproco sentimento di non volerci dividere.

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