Ci sono alcuni secondi di silenzio quando mia madre decide di parlare <<Elettra, io non posso permettere che tu vada, non sopporterei di perderti.>>
Capisco la preoccupazione di mia madre ma non c'è altra soluzione << Mamma, io DEVO andare>>
<<Sappi che sono totalmente in disappunto ma so bene che se continuassi a negartelo ne soffriresti terribilmente.>>
Mia madre ha gli occhi lucidi ed Elia si fionda ad abbracciarmi.
<<No Elettra! Non devi andare! Cosa succederebbe se ti rapissero le persone mascherate?>>
<< Non preoccuparti Elia, non riuscirebbero mai a cavarsela con me>> rispondo con aria di presunzione cercando di sdrammatizzare.
<<Cara, anche se fossi totalmente d'accordo con questa folle idea, resta il fatto che non hai abilità quindi desteresti dei sospetti>>
Giusto, non ho abilità, forse non potrò mai fare nulla di incredibile ma non mi arrendo.
<< Esistono dei Protettori privi di abilità! La loro condizione è causata dal fatto che i globuli bianchi hanno involontariamente ucciso anche le sostanze benefiche delle spore e con l' aiuto del professor Marron potremmo far risultare questo procedimento nella mia cartella clinica>>
Mia madre, con aria ancora preoccupata, annuisce e mi prende la mano.
<<Va bene, ma devi promettermi una cosa, se la situazione dovesse farsi troppo rischiosa, dovrai rinunciare senza metterti in pericolo>>
<<Te lo prometto.>>
Ieri, a seguito della mia decisione di entrare nella Protector Corp e rintracciare Adino Marli, la mamma ha chiamato il dottor Marron per chiedergli di falsificare la mia cartella clinica e per questo oggi stiamo andando nel suo studio.
<<Elettra se preferisci restare dalla signora Rita con tuo fratello non ci sono problemi, io ci metterò poco>>
La signora Rita è la nostra vicina di casa, una vecchietta di ottant'anni piuttosto arzilla, era lei che badava a noi quando eravamo piccoli e la mamma non c'era. Non posso restare qui, ho bisogno di conoscere l'uomo che dice di essere un amico di mio padre.
<<No, preferisco venire>>.
Siamo al centro di Denetris, entriamo in un edificio piuttosto grande e iniziamo a salire le scale che sono situate subito dopo l'ingresso. Saliti i primi due piani ci troviamo davanti una porta con un'insegna dorata nel centro. La scritta sull'insegna recita "Dottor Marron Pale, bussare cortesemente".
La mamma bussa, una voce maschile risponde poco dopo.
<<Si, avanti>>
Io entro dopo mia madre, lo studio è piccolo e poco illuminato, i miei occhi ci mettono un po' per abituarsi alla scarsa luce. Sul lato destro della stanza c'è il dottor Marron seduto su una poltrona rossa.
<<Lia! Come stai? Questa deve essere Elettra. Ciao ragazza, ci siamo visti ieri, ma non devo averti fatto una buona impressione>> l'uomo accenna un sorriso.
Ieri il dottore aveva un aspetto trasandato e stanco mentre oggi sembra un'altra persona. Indossa un camice da laboratorio su una t-shirt verde acqua. Il colore della maglietta risalta i suoi occhi neri. Ha i capelli brizzolati, non deve avere più di quarantacinque anni.
<<Si sono io, piacere di conoscerla dottore>>
<<Piacere mio, puoi darmi del tu, non sono poi così vecchio>>
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RNO
ActionNon so neanche io come presentare il libro, è un esperimento di quando avevo 15 anni e credo ci sia molto di teen, fatto sta che sono fiera di averlo perlomeno concluso. Una ragazza è decisa a trovare il padre scomparso anni prima in circostanze mis...