CAPITOLO UNDICESIMO

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D'accordo, lei lo sa. Cerco di mostrarmi calma ma inizio a sudare, non so come reagire.

<<Voglio dire, era scontato che fosse un falso, anche un bambino di cinque anni avrebbe fatto di meglio>> afferma Eva con un sorriso stampato in faccia.

<<Cosa farai? Vuoi espellermi o consegnarmi alle autorità?>>

<<Credi davvero che avrei aspettato fino a questo momento per cacciarti? Io e Kevin sapevamo tutto dall'inizio e ti reggiamo il gioco da allora. Abbiamo visto qualcosa in te, vuoi davvero scoprire cosa ci sia dietro gli Alieni.>>

Non sono mai stata più confusa, sto ricevendo troppe rivelazioni stravolgenti ultimamente.

<<Che intendi dire?>>

<<Va bene, ti spiegerò chiaramente la mia idea. Di recente i ragazzi che vedo passare in questa accademia non pensano più a come debellare definitivamente la minaccia ma a come diventare famosi con le loro gesta eroiche o le loro strategie rivoluzionarie. E' diventata una competizione... ma tu sei diversa, tu punti a risolvere il problema, per questo ho deciso di volerti in squadra con me, non importa se ti consideri debole, la determinazione è una grande forza.>>

Quindi non mi ha preso nei PF per capriccio ma perché crede in me, in un certo senso.

<<E non è tutto ragazza, tu hai delle abilità molto più promettenti di tutti loro messi insieme, da quando mi hai detto di aver salvato Noah mi sono chiesta come, data la sua costituzione, fossi riuscita a trasportarlo fuori dal burrone>>

<<Dove vuoi andare a parare dicendomi queste cose?>> chiedo incuriosita.

<<Non posso esserne certa ma credo tu abbia dei poteri dormienti che si risvegliano con scariche di adrenalina>> afferma con occhi pieni di eccitazione.

<<Ti sbagli, non può essere vero, non sono mai stata particolarmente forte e quando mi trovavo in pericolo non si è mai attivato questo ''potere'' di cui parli.>>

Se è uno scherzo vorrei farla finita adesso, forse non mi sono mai svegliata e sto ancora dormendo in infermeria.

<<No, sei tu a sbagliarti, nessuno avrebbe mai sollevato quei 100Kg senza essersi allenato adeguatamente allo scopo. Non ti ho chiesto di farlo per umiliarti ma sapevo che le prese in giro dei tuoi compagni ti avrebbero innervosita>>

<<Perché mi stai facendo questo discorso?>>

Non capisco cosa Eva possa volere da me, rivelandomi tutto ciò si aspetta qualche mia reazione?

<<Non voglio che tu lasci l'accademia ma credo sia arrivato il momento di raccontarmi perché hai falsificato quella cartella.>>

Prima che possa proferire parola veniamo interrotte dal presidente.

<<Buonasera Eva>> dice avvicinandosi a noi e ammiccando.

<<Salve presidente!>> vedo Eva cambiare del tutto espressione e mettersi sulla difensiva.

<<E' quasi ora di cena, come mai non siete nei dormitori a prepararvi?>>

<<Ci scusi signore, io e la cadetta ci siamo distratte>> pronuncia questa frase pesando bene le parole, come se non volesse esporsi troppo.

<<Con il suo permesso, mi congedo>> dice allontanandosi da noi.

<<Signore, cosa ci fa qui?>> chiedo dubbiosa.

<<Iniziavo a domandarmi perché tardassi ad arrivare e temevo che avessi avuto dei contrattempi.>>

La sua voce è sempre calma, delicata, come di qualcuno che vuol mettere a proprio agio la gente. Non mi fido di lui ma se è chi dice di essere ho molte domande da porgli.

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