CAPIOLO SESTO

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Entro in una stanza luminosa, l'uomo che mi ha chiamata mi invita a sedermi su una sedia posizionata davanti la scrivania.

<<Ciao Elettra, io sono Kevin, uno dei due esaminatori di questa sessione. Tra poco entrerà la mia collega e potremo iniziare, nel frattempo se hai qualche domanda sarò lieto di risponderti.>>

La sua voce è priva di espressione, sembra come se ripetesse delle frasi imparate a memoria, è giovane, potrebbe avere sui trent'anni.

<<In effetti vorrei sapere in cosa consiste esattamente questo esame orale>>

<<Capisco, evidentemente nessuno ti ha informata. Non preoccuparti, si tratta di un semplice colloquio in cui ti porremo qualche domanda.>>

<<Se dovessi sbagliare qualche risposta?>>

<<Non esistono risposte sbagliate>>

La porta si apre senza che abbia il tempo di replicare. Una donna attraversa la stanza, ha dei lunghi capelli neri che le cadono dolcemente sulla schiena, uno sguardo cupo ma deciso, indossa una camicia bianca su un paio di Jeans neri. Si siede sulla poltrona dietro la scrivania. Kevin rimane in piedi.

<<Buongiorno Eva, vedo come sempre che non ti manca il buon umore>>

<<Ciao Kevin, oggi siamo spiritosi vedo >> Commenta la donna tenendo gli occhi fissi su di me.

<<Vediamo un po' chi abbiamo qui>> Prende la mia cartella clinica che fino a quel momento era poggiata vicino al portamatite.

<<Elettra Nari, da quanto mi risulta sei una Normoability.>>

<<S-si. Sono immune alle spore ma non posso sviluppare un'abilità>>

<<Esatto. Dunque, come avrai capito, il mio nome è Eva e faccio parte degli esaminatori di quest'anno, ora ti farò qualche domanda e tu dovrai rispondermi in modo sincero, ok?>>

<<Va bene.>> Lo sguardo di Eva è freddo, spero non sospetti nulla in merito ai risultati del mio vaccino.

<<D'accordo,iniziamo. Perché vuoi entrare in accademia ragazzina?>>

Sicuramente non posso dirle che faccio tutto questo per ritrovare mio padre scomparso, probabilmente rapito dal governo, rischiando la mia vita per incontrare un certo Adino Marli dalla dubbia esistenza.

Ma non posso neanche mentirle, ho la sensazione che se ne accorgerebbe.

<<Io ho un obbiettivo, sento che per raggiungerlo devo diventare una Protettrice. Non mi importa quanto dovrò faticare o quanto sarà difficile, devo farlo per prendermi cura delle persone a cui voglio bene.>>

<<Vedo che abbiamo grandi progetti, e dimmi, quale sarebbe questo obiettivo?>>

Non rispondo, mi limito a rimanere in silenzio, se dicessi qualunque cosa rischierei di farmi scoprire.

<<Dato che non rispondi ne deduco sia qualcosa di personale.>>

Kevin si siede sul bordo della scrivania lancia uno sguardo a Eva e farfugliano qualcosa che non riesco a sentire, probabilmente a causa della tensione.

<<Va bene, hai detto che vuoi proteggere le persone a cui vuoi bene, come intendi farlo?>>

<<Diventando forte.>>

Rispondo senza pensarci, d'impulso. In fondo, prima che scoprissi tutte quelle cose sul rapimento di mio padre era questo il mio scopo, diventare forte e proteggere la mia famiglia.

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