CAPITOLO QUINDICESIMO

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<<Ciao ragazze, come andiamo?>> esordisce il dottore.

<<Tu! Sappiamo che non sei chi dici di essere>> urla mia madre.

<<Si, avevo previsto che prima o poi avreste scoperto questo piccolo segreto, ce ne hai messo di tempo, vero Lia?>> si rivolge alla mamma.

<<C' entri qualcosa con la scomparsa di mio marito?>> continua lei.

<<Può darsi, anche se fosse, non vi servirebbe più a nulla saperlo>>

<<Coma mai dici così?>> sta volta sono io a parlare.

<<Il vostro Alex probabilmente è morto, torturato fino all'ultimo e poi a mai più rivederci>>

<<Stai mentendo, non ti credo!>> grido.

<<Pensa quello che vuoi ragazzina ma io so per certo che non lo rivedrete più. Qualche mese fa avete ricevuto un biglietto, giusto?>>

Deve averglielo detto la mamma quando ancora si fidava di lui.

<<Devo ammettere che credevo mi scopriste qualcosa ma probabilmente si trattava di un messaggio in codice e lo avete tradotto troppo tardi. Povere ingenue.>>

I suoi occhi neri adesso brillano di una luce oscura, quest'uomo ha abbracciato il suo lato subdolo per renderlo parte della sua vita.

<<Ammettiamo che ciò che dici sia il vero, non ti credo ovviamente ma supponiamolo. Perché disturbarsi tanto? Cosa ci guadagni? Chi sei tu veramente?>>

<<Lia, Lia, Lia, quante domande. Non ti sembra di pretendere un po' troppo sperando che io risponda a tutto?>>

<<Tu mi devi una risposta, Marron. Sempre se questo sia il tuo vero nome.>>

Il dottore mette una mano nella tasca del suo camice bianco e prende una pistola.

<<Va bene allora, non vedo cosa ci sia di male nel rispondervi adesso, d' altronde state per morire.>>

La mamma mi lancia un'occhiata. È la stessa di quando mi diceva di distrarre Elia mentre cercava di fargli mangiare le verdure.

Ho capito, devo tenere occupato il dottore per farle pensare a un diversivo.

<<Voglio scoprire ogni cosa, tutto quello che sai, se sto per morire devo conoscere la verità>> parlo in tono deciso.

<<Sei una ragazzina coraggiosa, lo ammetto, quasi mi dispiace doverti uccidere. Acconsento ad esaudire il tuo ultimo desiderio, ti dirò tutto quello che so, sedetevi a terra e mettete le mani bene in vista.>>

Facciamo come dice, ho paura ma credo che la mamma stia ideando un piano e devo sapere cosa quest'essere ha da dire.

<<Cominciamo dal principio. Io conobbi vostro padre in Accademia. Gli Alieni avevano già iniziato i loro attacchi e i governi stavano organizzando le prime resistenze. Ero uno scienziato e mi interessava studiare quelle creature che tutti consideravano mostri, pensai che in questo modo avrei potuto trovare dei mezzi per contrastarli, dei vaccini contro le loro tossine. Così venni a sapere dal presidente Lorenzen, mio amico d'infanzia, che c'era un uomo interessato al mio stesso obbiettivo, Alexander. Ci mettemmo tutti e tre a lavorare notte e giorno per trovare un rimedio ma non c'era nulla da fare. Decisi così nel frattempo di iniziare altre ricerche, gli uomini avevano bisogno di potenziarsi per combattere delle creature tanto evolute. Ci riuscii, creai il primo siero di potenziamento umano, il Fattore X.>>

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