CAPITOLO TREDICESIMO

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<<Non serve che tu mi spieghi nulla occhi blu>> esordisce Maria sedendosi al centro della stanza.

<<Cosa intendi dire?>>

<<So che stasera non sarai il mio palo, non hai bisogno di farmi un favore se non vuoi la mappa>> commenta sogghignando.

Deve avermi spiata dai condotti di ventilazione mentre ero nell'ufficio di Eva.

<<Immagino che adesso starai realizzando che da nessuna parte sei al sicuro, vero?>> pronuncia queste parole con un tono assente.

<<Perché mi stavi seguendo?>> chiedo.

<<Come sei egocentrica, io non ti stavo affatto seguendo, era un percorso di routine. E' importante sapere come agiscono le persone per capire cos' abbiano in mente, vado in giro di frequente per fare delle ronde di controllo, mi sono imbattuta nella vostra conversazione per puro caso.>>

Non credo di capire veramente cosa voglia dire Maria ma adesso non è importante, lei ora conosce i miei punti deboli, non è esattamente una mia nemica ma è una ragazza problematica e preferirei evitarla.

<<Ma non ti preoccupare, non ho intenzione di intralciarti. Sei stata di parola non menzionandomi nel tuo racconto e lo apprezzo>> dice alzandosi e uscendo dalla stanza.

<<Ci si vede occhi blu.>>

Lasciandomi con queste parole si allontana lungo il corridoio. Almeno adesso ho un problema in meno da risolvere, domani arriveranno Elia e la mamma, spero di avere del tempo per parlare con loro in privato, li metteranno nell'area dell'edificio dedicata ai rifugiati degli attacchi, devo solo riposare abbastanza per schiarirmi le idee.

La notte è passata senza intoppi, ora mi sto dirigendo nell'ufficio di Eva per avere le nuove direttive, non avrei mai creduto di trovare degli alleati in questo posto. Lei ha detto di volermi aiutare perché non le piace come tutti sembrano non curarsi dei movimenti loschi all'interno della P.Corp ma ancora non capisco perché anche Kevin si sia unito a noi, certo conosceva la verità sulla mia cartella ma non ha nessun motivo di rischiare tanto per una ragazzina che conosce da meno di due settimane.

<<Buongiorno ragazza>> parla Eva.

<<Come mai tutta quest'allegria?>> interviene Kevin.

<<I familiari di Elettra sono appena stati accolti nelle loro abitazioni e lei potrà incontrarli tra poco>> risponde.

<<Beh, questa è un'ottima notizia!>> commento.

Sono sollevata nel sapere che il dottore non gli abbia fatto del male. Sto uscendo dall'ufficio quando sento una mano trattenermi la spalla.

<<Cosa c'è Kevin?>> chiedo.

<<Prima dobbiamo essere sicuri che nessuno possa sentirvi mentre discutete della tua ''missione''>>

Si apre la porta e li vedo entrare, Elia si fionda ad abbracciarmi, seguito dalla mamma.

<<Elly! Ci sei mancata moltissimo>> urla Elia.

Eva e Kevin escono dalla stanza.

<<Avete pochi minuti, sbrigatevi>> commenta Eva.

<<Tesoro sono così felice di poterti abbracciare. Io e tuo fratello ci siamo spaventati quando questa mattina gli agenti della P.Corpo sono entrati in casa nostra, temevamo ti fosse accaduto qualcosa>>

<<Poi per fortuna il signore con i capelli rossi ci ha spiegato tutto, il dottore è davvero una persona cattiva>> commenta Elia.

<<Quindi siete già a conoscenza dei dettagli, vedo>> sussurro a mia madre.

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