Noi

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Entro nel mio appartamento e dietro mi segue Niall. Dobbiamo spiegare la nostra nuova/vecchia relazione e non credo che mia madre la prenderà bene. Lo ha odiato e non nascondo il fatto che anche a me non è andato giù molto bene il grande boccone, fatto sta che dobbiamo parlarle, io devo parlarle. Faccio strada verso la cucina, Niall si siede su uno sgabello del bancone mentre ha ancora indosso i pantaloni e camicia dello smoking, io prendo due bicchieri e ci verso della Coca-Cola.

- Come pensi di dirglielo? - inizia lui.

- Non lo so, però è una cosa che voglio fare subito, almeno eviterò una guerra per aver aspettato troppo - spiego. Lui annuisce e beve un sorso dal bicchiere.

Prendo il cellulare, digito il numero di mia madre e prima di cliccare il tasto di chiamata guardo Niall. Ci osserviamo a vicenda, lui mi prende la mano che era appoggiata sul bancone e mi sorride, mi mette sicurezza così clicco il tasto per chiamare.

Squilla... ancora...

- Pronto? - risponde.

- Hey mamma, hai tempo di passare oggi a casa? Ti devo parlare di una cosa importante - la mia voce trema.

- Sì, vengo tra mezz'ora circa, qual è il problema tesoro? - non mi chiamerai più "tesoro" quando scoprirai chi c'è qui...

- Ti parlerò quando vieni, a dopo - attacco, non dandole la possibilità di rispondere.

Faccio un sospiro e appoggio il telefono sul tavolo.

- Che ha detto? - chiede Niall.

- Sarà qui tra mezz'ora -

- D'accordo... - beve ancora un po' di Coca-Cola poi appoggia il bicchiere sul tavolo e si alza. Fa il giro, viene verso di me e mi prende per la vita. Con un gesto veloce mi mette sulla sua spalla, lasciando che metà del corpo penzoli.

- Hey! Ma che fai? Mettimi giù! - rido.

- Abbiamo ancora mezz'ora, no? - il suo tono è malizioso. Mi fa ridere e gli do una pacca sul sedere.

Mi porta in camera e mi butta sul letto. Si sdraia su di me e appoggia le sue labbra sulle mie. Con una mano mi abbassa il vestito fino alla vita mentre continua a baciarmi, inserendo però la lingua. Le mie mani gli sbottonano la camicia bianca la quale viene gettata a terra subito dopo. Comincia a baciarmi il collo e lentamente a scendere fino al seno. Mi bacia delicatamente i capezzoli, lasciandomi assaporare ogni attimo di goduria. Ci gioca con la lingua poi decide di scendere, disegnando con dei baci linee immaginarie sul mio addome. Mi bacia poco sopra dove è ancora il vestito e lentamente lo sfila insieme alle mutandine. Poi mi fa godere, stringo tra le mani il copriletto e tiro indietro la testa. La sensazione è bellissima, con le mani mi sfiora la pelle delle gambe e mi fa venire i brividi. Torna su e mi bacia, abbasso le mani sul cavallo dei pantaloni e glie li slaccio, mentre con le gambe mi aiuto ad abbassaglierli insieme ai boxer. Lentamente mi entra dentro e improvvisamente mi sento viva. Stringo le braccia intorno al suo collo e lo abbraccio forte, tenendomi a lui. Gemo, lui sorride e mi bacia.

- Ti amo - dice affaticato.

- Ti amo anch'io - rispondo.

Comincia a dare spinte sempre più veloci, finché non veniamo entrambi e lui lascia cadere il suo peso sul mio corpo. Riprende fiato e si sdraia accanto a me, appoggio la mia testa sul suo petto mentre il sul braccio si stringe intorno alle mie spalle.

- Tua madre starà per arrivare - dice.

- Lo so, devo cambiarmi i vestiti e mettere in ordine il letto - rido. Mi alzo, dall'armadio prendo l'intimo, un pantaloncino di jeans e una t-shirt, vado in bagno e mi faccio una doccia.

Come una splendida coincidenzaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora