1. Risposte mancate

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Ci logoriamo nel non detto.

Quel nostro cervello,
così mal assortito...

Che per parlar col cuore,
Inneggia e strepita.
Grida e strilla.

E lui si chiude,
nel suo guscio.
Si fortifica
nel silenzio.

E la parole sono bestie incallite,
sbranano e divorano... 

E allora logoriamoci. Senza parlare.
Perchè farlo fa più male...

Amber Shiver

«Ferma, per favore

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«Ferma, per favore.»

Guardai in un punto impreciso, sopra la fotocamera del telefono, che Ivan teneva sollevata a pochi passi da me. Mi parai gli occhi dal flash che mi colpì in pieno volto, accecandomi.

«Perfetto.»

Lasciò cadere il cellulare in tasca, afferrò uno zaino che aveva buttato poco prima ai piedi del letto rifatto e se lo lanciò sulla spalla, le dita strette intorno alla bretella.

«Voi rimanete qui. Se volete fare un giro, cercate di non dare nell'occhio e non rimanete mai da soli.» si soffermò su di noi, come se fossimo bambini portati ad una gita fuori porta per la prima volta.

E, in effetti, guardandoci, lo sembravamo davvero.

William era seduto, ovvero sprofondato, sul bordo del letto; il mento sopra le nocche e i gomiti puntellati alle ginocchia. Emily, in piedi accanto a lui, aveva uno sguardo accigliato e sfinito.

«Intesi?» mi cercò, chiedendomi conferma.

Non risposi, non gliene concessi alcuna.

Lo fissai con tutto il non detto che ci portavamo dietro, arpionandomi al suo sguardo con tutta la mia irritazione.

«A questi ci penso io» ci sventolò davanti la busta in cui ci aveva imposto di buttare tutti i nostri documenti: carte d'identità, patenti, carte di credito. Ognuno di noi aveva ritirato per l'ultima volta.

Ci stavamo lasciando tutto alle spalle. Proprio come aveva detto Nicholas.

Ivan schiuse le labbra rosate, con i tratti del viso dolci che si piegarono sotto quella preoccupazioni che mi riversò addosso. Poi scosse la testa e mi sfuggì di vista. Si chiuse la porta laccata della stanza alle spalle, con un clic seccò che si accordò al nostro silenzio gravido.

Mi voltai, con le dita aperte che non afferravano nulla; la mente sospesa, sfilacciata e stremata. La luce appesa sopra le nostre teste mi dava noia, i rumori sembravano amplificati e sudavo in modo costante.

Black Moon ~ Il peso della SperanzaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora