Tell me, What should i do?
Tell me, What would you do?
Some words
I couldn't findSome words
You left behindYour Mess is Mine - Heroe
«Scusami» sussurrò, interrompendo il silenzio fra di noi.
Gli occhi nocciola di Emily erano scuri come la notte che ci avvolgeva, le palpebre a mezz'asta. Il marciapiede su cui ero seduta emanava freddo, nonostante la stoffa ruvida che lo separava dalla mia pelle.
«Di cosa?» aggrottai le sopracciglia, confusa.
«Di questo. Sono io ad avercela con te perché ti comporti così e poi...»
La voce le si spense mentre un gruppetto sparuto di ragazzi ci sorpassava ridacchiando sguaiatamente senza nemmeno far caso a noi, sedute al margine della carreggiata. Il cielo che sormontava l'oceano brillava di tante piccole stelle, nessuna luna all'orizzonte.
La osservai, con quella candida maglia bianca che le cadeva sulle esili spalle. I jeans scuri che le coprivano le gambe sfregarono tra di loro mentre cercava una posizione a gambe incrociate, le caviglie accavallate.
L'oceano, dall'altra parte della strada, era un invito silenzioso, merlettato dalla memoria della giornata passata. Quel posto che ci aveva accolto, a braccia spalancate, era così diverso da quello che ci portavamo dentro.
Quando i due collidevano, qualcosa si infrangeva. Divenivamo due oceani ben distinti, incapaci di mescolare le proprie acque.
«Spiace a me» la confessione mi scappò dalle labbra. «Non sono stata facile negli ultimi mesi».
Me lo aveva fatto capire mille volte, con quella preoccupazione costante, così come l'insistenza di Ivan. Percorsi il profilo del braccialetto che mi cingeva il polso mentre il sapore di alcool mi inaridiva la bocca.
«Facile è un eufemismo.» l'ironia le lasció l'alone di una smorfia sul volto. «Ma non ti sto dando colpe, tu sei più coinvolta di me. Lo capisco.»
Lo ero davvero?
«Non è vero...» la voce era un sibilo roco. «Sei coinvolta tanto quanto me.»
«Ma io ho scelto, tu no. Sapevo a cosa sarei andata incontro legandomi a Will. Non era un mistero che il suo mondo fosse pericolo, me lo ha sempre ribadito, fin da quando l'ho conosciuto.» le si spense per un istante la voce mentre un gruppo di sgangherati gabbiani sgambettava oltre il marciapiede, fulminandoci con gli occhietti rossi illuminati dal lampione.
«Will non ha mai avuto relazioni facili. Quando ho deciso di diventargli amica sono andata contro tutte le voci che circolavano a Haywards Heath... e ne è valsa la pena. E quando è tornato, prima che tu ti trasferissi l'anno scorso, io ho scelto lui. Sapevo a cosa avrei potuto andare incontro.»
Ponderai bene le parole prima di indagare. «Ed eri pronta anche a questo?»
«Perché, tu non lo avresti scelto, per Nicholas?»
Rimanemmo incastrate in quello sguardo che erano imprevisti non richiesti, attimi sbrandellati di futuri che non erano avvenuti. Non lo aveva mai detto, il suo nome, ad alta voce.
Nicholas era una parte di me. Quando ormai avevo capito che era così simile a me, così figlio della luna, ormai non potevo più farne a meno. Era stato qualcosa di effimero e subdolo, era stato un sussurro al cuore, difficile da spiegare a parole, impossibile da comprendere.
STAI LEGGENDO
Black Moon ~ Il peso della Speranza
ActionAZIONE/DARK ROMANCE SECONDO CAPITOLO DI BLACK MOON. . Ancora una volta, un po' di più, dove il fondo non c'è! Non c'è fine a quello che la speranza si aggrappa se gliene dai modo. Soprattutto se ti chiami Nicholas e hai l'animo nero come le tenebre...