AZIONE/DARK ROMANCE
SECONDO CAPITOLO DI BLACK MOON.
.
Ancora una volta, un po' di più, dove il fondo non c'è!
Non c'è fine a quello che la speranza si aggrappa se gliene dai modo.
Soprattutto se ti chiami Nicholas e hai l'animo nero come le tenebre...
Maybe then, I'll fade away And not have to face the facts It's not easy facing up When your whole world is black
Paint it, Black - Ciara
Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
«Quindi?»
Mi pulii la fronte con l'interno dell'avambraccio impedendo al sudore di sdrucciolare lungo la pelle accaldata e franare a terra sulla gomma del tatami.
«Concentrati» mi redarguì K. con tono paziente.
Con la coda dell'occhio lo vidi incrociare le braccia al petto mettendo in evidenza gli avambracci torniti che spuntavano dalla maglia bianca.
Il puzzo di sudore aveva ormai permeato tutto lo spazio della palestra, rendendo l'ambiente ripugnante per chi entrava dalla porta.
Una parte di me lo odiava, sembrava l'aroma disgustoso della mia vita in Australia; l'altra parte di me lo utilizzava come motivatore personale.
«Chiedevo per sapere» rispose Jesus sogghignando.
Si passò il pollice sul sopracciglio, un gesto che avevo visto fare ripetutamente durante gli allenamenti delle ultime due settimane iniziate da quella prima volta che avevo messo piede nel quartier generale.
Due settimane di domande monotone su BlackMoon da parte degli agenti. A cui io rispondevo con quello che sapevo: niente.
Due settimane in cui Emily era sempre più nervosa e schiva.
Era arrivato Giugno e così l'inizio ufficiale dell'inverno in Queensland.
Due settimane di allenamento giornalierio con i due fratelli scozzesi. Riportai su di loro l'attenzione.
«Ho riferito a Cliff tutto quello che so» ribattei serrando i pugni dinanzi al petto, in posizione di difesa.
«Basta parlare.»
Jesus roteò gli occhi all'affermazione del fratello. «Sto solo rendendo l'allenamento più verosimile. Se vuole imparare a difendersi deve rimanere sempre pronta.»
«Vuoi solo deconcentrarla...»
Vero. Decisamente. Ne andava matto.
«Certo che no Kirk!» il sarcasmo gli gorgogliò nelle parole.
Lo vidi appena in tempo. Dopo due settimane di continui allenametni avevo iniziato a studiarlo seriamente.
Apriva il pugno della mano sinistra, spostando il peso del corpo all'indietro, poco prima di attaccare. Questo parlava più del suo sguardo fintamente noncurante.
Gli occhi non mentono mai, rivelano le intenzioni prima che si compiano, ma anche l'abitudine è un coltello a doppia lama.
Mi scostai all'indietro, per poi intercettare il colpo di pugno che stava mirando dritto a dove poco prima si trovava il mio stomaco. Sollevai il ginocchio direzionandolo al suo ventre. Ma con la propria gamba deviò il corpo, aprendomi la difesa e sbilanciandomi la posizione.