7. Tagliola

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And all of the greed stored underneath
Could go and leak at any time
I want him dead, they bring his head

Suffocate - Nathan Wagner

Suffocate - Nathan Wagner

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NICHOLAS POV

27 Dicembre

Varcai la soglia dell'albergo con quella opulenza sfarzosa che già mi faceva sorgere l'insofferenza addosso.

Uno dei valletti alla reception fece un gesto con la mano, come per venirmi incontro: uno nuovo. Sicuro. Il collega lo bloccò, svelto, lanciandomi un sorriso tirato, che gli feci svaporare affilando lo sguardo.

Non ero in vena di trattenermi.

Non quel giorno.

Non adesso che avevo rischiato di perdere tutto, ora che i fili del destino si stavano plasmando, creando una tagliola la cui esca da stritolare era il mio cuore.

Scossi la testa stringendo i denti, appoggiai tutto il peso sul lato non dolorante. Nonostante le prescrizioni, non si attenuava. Ma non potevo occuparmene adesso.

Entrai nell'ascensore mentre un'anziana signora si appostava dinanzi alla pulsantiera.

Le labbra socchiuse la tradirono, gli occhi che si allargarono rispecchiarono il mio volto martoriato e la collera folle che mi rivestiva. Fece un passo indietro, scordandosi dell'espressione poco elegante della bocca ancora spalancata.

Scappò via trotterellando, con la borsetta stretta al fianco.

Attesi che l'ascensore si fermasse al piano richiesto. Sollevai il mento condiscendente verso la telecamera nell'angolo superiore, dove il continuo illuminarsi della spia rossa mi informava che ero osservato.

Quando furono soddisfatti a sufficienza, le porte del cubicolo si spalancarono, lasciandomi entrare nell'ala a me conosciuta, dove lo sfarzo veniva dimenticato e l'ambiente assumeva il consueto tono formale e pratico.

Nonostante fosse il 27 Dicembre, l'aria da festa era stata rinnegata, soppiantata da utilità e praticità; niente inutili addobbi o canzoncine lagnose dai ritmi festosi.

Calcai il pavimento lucente mentre le due guardie all'entrata mi tenevano d'occhio. Uno di loro ebbe persino l'ardire di seguirmi.

Raggiunsi la mia destinazione mentre le persone che incrociavo al mio passaggio tentavano di evitare contatti visivi o, nel peggiore dei casi, di incappare nella mia presenza; i più temerari azzardavano a rimanere impassibili, irrigidendosi a tal punto da sembrare fatti di legno.

Qui, il mio cognome, aveva la stessa nomea che ad Haywards Heath.

L'unica differenza era che qui non eravamo solo temuti, ma ci trovavamo in cima alla scala gerarchica.

Black Moon ~ Il peso della SperanzaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora