Alive - Vivo "Grazie alla musica"

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Quando le tue gambe non funzionano più come prima
E non posso muoverti dai tuoi piedi
La tua bocca ricorderà ancora il gusto del mio amore?
I tuoi occhi sorrideranno ancora con le tue guance?
Questa è la canzone che preferisco più delle altre. Quella di Ed Sheeran - thinking out loud. Dopo l'incidente avvenuto in autostrada è stata l'unica canzone capace a farmi rialzare, e a sperare ancora pensavo che la mia vita fosse finita per sempre, ma quella luce vista davanti a me è stata l'ancora di salvezza. Sono stata in coma per un mese, non ricordo nulla, ma invece sembra che per me sia passato solo un giorno, risvegliata dal coma non sentivo più le mie gambe, il mio cervello le ordinavano di muoversi ma le mie gambe restavano lì immobili, ho pianto tanto mi sono sfogata, quel pianto sembrava liberatorio e confortante. Entrò mia madre nella mia camera, avrà sentito le mie urla. Cercava di farmi calmare, ma non aveva senso, quelle lacrime mi uscirono per conforto e disperazione.
«Mamma, non si muovono» le dico toccando le mie gambe e battendoci le mie mani sopra, stavo cercando di provare almeno un pò di dolore ma niente.
«Che cosa dici? Non è possibile» mi dice portandosi le mani alla bocca. La guardo dritto in viso sembra invecchiata di dieci anni. Anche lei sta per piangere ha gli occhi lucidi. Ma dopo un pò si ricompone, mi abbraccia forte, soffoco le mie lacrime sulla sua maglia.
«Non preoccuparti,questo è un altro ostacolo da affrontare. Supereremo anche questo figlia mia, te lo prometto» mi dice accarezzandomi i capelli delicatamente.
«Grazie Mamma» le dico
Il medico mi visitò, mi fece una radiografia alle gambe, e niente mi disse che erano paralizzate. Mi diede una sedia a rotelle alcune medicine da prendere, e con i miei genitori tornammo a casa.
Casa mia era sempre la stessa non era cambiato nulla come la mia camera tutto, proprio come se il mio coma fosse durato un giorno. Ma gli occhi dei miei genitori dicevano tutt'altro.
«Joe vuoi farti un bagno?» mi chiede mia madre premurosa
«No! Mamma dove sono Louis e Elisabeth? » sono i miei due fratelli. Louis è il maggiore Elisabeth la più piccola.
Mia madre mi spinge con la carrozzella e mi porta nella mia camera. Mi lascia e si posiziona davanti a me inginocchiandosi.
Poggia le sue mani sulle mie ginocchia, vedo solo i movimenti perchè non riesco a sentire niente.
«Ecco vedi tesoro, Louis è partito per uno stage, per lavoro e Elisabeth lei è piccola e le abbiamo detto che sei partita anche tu quindi sta dalla nonna» mi dice
Perchè non gli ha raccontato la verità? Perchè non gli ha detto cosa mi è successo.
«Louis lo sà?» chiedo
«Sì, lui sì» mi dice alzandosi poi si avvicina alla finestra e guarda fuori, verso un punto indefinito «È stato davvero male quando l'ha saputo. Credimi non voleva partire, voleva stare qui al tuo fianco, voleva vederti quando avresti aperto gli occhi»
«E perché non c'è?» chiedo un pò nervosa e anche incazzata
«Beh...» inizia a dire voltandosi e guardandomi in faccia «Ormai non ti svegliavi da un mese, le probabilità erano scarsissime, che ti risvegliassi di nuovo...» continua a dire a si blocca per colpa di un singhiozzo «Avevamo perso le speranze, e abbiamo detto a Louis che ormai era un caso perso» mi dice e sembra quasi pentita
Dentro di me sento un vuoto, ma insieme ad esso un calore mai provato, è la rabbia sono enormemente incazzata. Perchè avevano già pensato che fossi morta? Perchè?
«Perché mi pensavate morta?» chiedo vorrei tanto alzarmi e prendere il mio I-Pod con le cuffie. Ma sono bloccata qui.
«No, non è così tesoro mio. Ho sempre pensato che ti saresti svegliata ma il medico...» dice abbassa di nuovo la testa «Ha detto che un mese per te era ormai troppo » dice afflitta
«Mamma ma adesso sono qui. Vorrei riabbracciare Louis, scherzare con Elisabeth vorrei tanto averli qui. E i miei amici? Cosa avete detto a loro?» chiedo visto che mi ero dimenticata della mia comitiva George, Brian, Drew ,Avery, Sophie e Scar. Oh Scar! Stavo insieme a lei quando ho avuto l'incidente.
«Mamma e Scar? Cosa le è successo?» chiedo
Lei scuote la testa «Non dovresti pensare a loro» mi dice incazzata e con voce glaciale
«Per quale motivo mamma?» chiedo sgranando gli occhi
Lei per poco non si strappa la maglietta che indossa visto che sta giocando con il suo lembo inferiore.
«Scar non ha niente, lei sta bene! Ha avuto solo un piccolo trauma alla testa» mi dice
Io tiro un sospiro di sollievo, almeno lei sta bene «Non pensare alla tua ex banda comitiva amichevole perchè non lo sono affatto» urla mia madre facendo avanti e indietro per la camera. Io ho un sussulto perchè? Cosa è successo?
«Stavi male non ti svegliavi perdevi sangue dalla testa, sul viso, sul...» non continua ma vedo i suoi occhi terrorizzati, dallo spavento «Stavi messa male, ma loro egoisticamente, non hanno pensato a cosa ti sarebbe potuto succedere, sono degli irresponsabili fortunati, quando hanno saputo del tuo incidente non hanno fatto altro che allontanarsi e cercare di nascondersi da noi, pensavano che li avremmo denunciati, e credimi lo avremmo fatto se non era per...» inizia a dire disgustata «Per il padre di Drew che ci ha minacciato di tenere la bocca chiusa, visto che lui è un buon avvocato» mi dice
Chiudo gli occhi, mi sento ancora peggio, è come se un coltello avesse lacerato il mio cuore, la mia anima. Quelli che per un lungo periodo, avevo pensato miei amici non sono altro che... dei luiridi schifosi, come hanno potuto farmi questo. Quindi... aspetta! Fermi un attimo, quell'incidente allora non è stato causale.
«Mamma dimmi la verità! Quell'incidente non è stato un caso vero?» chiedo con voce un pò tremante ho paura che possa dire quello che penso
Lei mi guarda, mi si avvicina e mi abbraccia forte «Tesoro mio non posso dirti nulla non voglio che possa accaderti ancora qualcosa di brutto» mi dice
Io mi scosto da lei cercando di guardarla in viso «No mamma dimmelo cosa succede?» chiedo ancora guardandola negli occhi
«I tuoi amici, non sono veri amici, senti Joe hai qualcosa che loro non possono mai avere» mi dice
«Ho per caso il dono di volare con le orecchie? Scusami mamma ma non ti seguo» dico chiaramente visto che non sò di cosa sta parlando
«Non l'hai ancora capito? Crescendo ti accorgerai di cosa sei capace, e loro vogliono negartelo» mi dice stampamdomi un bacio sulla guancia e arrivando alla porta. Io remurgino su quello che mi ha detto quale dono? Di che cosa sta parlando? Cos' ho che gli altri non hanno?
«Ah Joe?» dice mia madre sull'uscio della porta
«Che c'è?» sbotto infastidita
«Solo un ragazzo è venuto a trovarti molto spesso si chiama...» si picchietta l'indice con il mento «Richard» dice puntandomi il dito.
Cosa Richard? Chi lo sfigato della scuola? Non gli ho parlato nemmeno due o tre volte più o meno. Faccio una faccia disgustata.
«Dai! Non è poi così tremendo, è molto carino e educato» dice chiudendo la porta e lasciandomi lì imballata.
Richard? I miei pensieri non sono fissi a lui, ma più che altro a quello che mia madre mi ha detto "hai qualcosa che altri non hanno" e che vogliono negarmi. Ma che cosa? Spingo le ruote della sedia arrivando vicino al comodino, apro il cassetto e ecco. È sempre lì dove l'ho rimasto il mio I-Pod e le cuffie. Metto canzone casuale, e guarda la coincidenza parte la canzone Thinking out loud. Ascoltandola, chiudo gli occhi. Quella voce e alcune parole mi rispecchiano così tanto che mi viene quasi da piangere. Scendo un pò goffamente dalla sedia a rotelle e mi metto sul letto, prendo le mie gambe con le mani e le posiziono dritte sul letto mi sdraio, ascolto la musica e mi addormento.

«Tu!» sento una voce io vedo solo buio davanti a me, nient'altro, penso di avere gli occhi chiusi e invece sono aperti, mi sento bloccata, non riesco a respirare, corro verso una meta sconosciuta sbatto contro qualcosa ma non continuo a vedere nessuno solo quella maledetta voce, che mi sembra un sussurro
«Tu» dice ancora, io mi volto intorno non riesco a capire cosa succede.
«Io? Io cosa?» continuo ad urlare
Improvvisamente, una forza, un calore che sento sulla mia spalla, mi costringe a stare seduta a terra, a inginocchiarmi. Quello che vedevo prima, adesso diventano sfumature più nitide, inizio a vedere qualcosa. Le mie mani che adesso sono a terra pensavano di essere su un pavimento, invece adesso si ritrovano nel fango, le alzo subito di scatto, ma cosa?
«Dove sono?» urlo
Alzo di poco la testa, riesco a vedere solo una foresta, e io sono in mezzo a una matassa di sassi, che mi circondano, sono così alti e possenti sembrano, le punte di una montagna. Ai piedi di ogni sasso vedo una gemma, sono colorate e brillano.
«Tu» ancora quella voce, mi prendo la testa fra le mani, sono ancora in ginocchio, credo che mi stia per scoppiare la testa.
«Cosa significa? Chi sei?» urlo
«Alzati!» mi dice Io eseguo gli ordini
«Avvicinati» mi dice, alzo lo sguardo vedo un grande albero proprio al centro di questa foresta, i sassi sono spariti, c'è solo l'albero, grande e maestoso. Mi avvicino, lentamente, gli poggio una mano sopra, sento una scarica elettrica attraversarmi il corpo e dalle mie mani esce, una scia grande verde che avvolge l'albero. Mi dà una forza sovrumana. E mi sento bene.
«Tu, puoi vederci» mi dice «Salvarci» continua «Tu conosci la risposta»
Che cosa significa?

Alive - La Fiamma Del DragoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora