capitolo 22

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[come tutto ebbe inizio]

Usciva da scuola come ogni giorno ormai da tre mesi, il suo primo anno di elementari, aveva conosciuto tre amici, erano simpatici, e come per lui, era una nuova esperienze, oggi Zayn, uno dei suoi amici, gli aveva chiesto di andare al parco con loro, stava arrivando la bella stagione e suo padre non poteva trovare di certo scuse per impedirglielo. Harry amava la scuola, ci andava volentieri, certo era solo il primo anno neanche, ma preferiva stare li che in quello schifo di casa sua, sua madre da un paio di settimane era dai nonni, a nord, ad Harry mancava, ma il padre gli ripeteva sempre che non doveva mancargli perché era inutile come sentimento, il padre di Harry era sempre stato un uomo molto autoritario, poche volte era stato affettuoso con Harry, ma Harry aveva l'amore immenso della madre che compensava quello del padre, ed in queste settimane senza di lei, si era sentito perso, ma la scuola con i suoi nuovi amici, lo distraevano da questi pensieri.

La macchina del padre era li davanti come sempre ad aspettarlo, i vetri scusi, l'auto anch'essa scura e grande, lui appoggiato fuori, mentre parlava al telefono dal quale non si staccava mai.

-Papà- Gli corse incontro Harry, nonostante conoscesse la freddezza del padre, lui non aveva smesso un'attimo di provarci, voleva le coccole, gli abbracci dal padre non sapeva come fossero, e ne aveva bisogno, aveva bisogno di una figura maschile, una figura diversa da quella della madre a volte, ma il padre, c'era poco, e quando c'era, poco faceva.

-Sali...-Disse serio, scansandosi dal figlio che lo aveva abbracciato, senza ricevere nulla in cambio. Harry obbedì, arrivando alla maniglia con la sua piccola manina aprì la portiera, si tolse lo zaino dalle spalle e lo appoggiò ai piedi del sedile, poi arrampicandosi sulla macchina si mise a sedere.

-Ti porto da tua madre-Disse, lasciando finalmente il telefono e accendendo l'auto.

-Io... veramente... volevo andare al parco con Zayn- Disse timidamente Harry, mentre salutava alcuni suoi amici, dal finestrino abbassato.

-Oggi no.-disse sfrecciando via, facendo aderire completamente il piccolo corpicino di Harry al sedile.

Quel giorno, Harry scoprì che sua mamma non era andata in vacanza dai nonni, ma era andata in una clinica privata, gli avevano trovato una grave malattia. Per quasi due anni, questa malattia la costrinse a stare a letto, perché il suo fisico era troppo debole per poterla reggere in piedi, ad Harry, veniva raccontato poco e niente, ma vedeva la sofferenza della madre ogni giorno aumentare giorno dopo giorni, ogni volta che ne aveva la possibilità si recava da lei, era piccolo, ma capiva che la madre non stava bene, e dentro di se, sperava che starle vicino. farla ridere, raccontarle della sua giornata l'avrebbero aiutata.

Adesso Harry frequentava la terza elementare, era stato al parco con i suoi amici, e sarebbe andato dalla madre per l'ora di cena, il padre aveva pagato uno dei suoi autisti per accompagnarlo ogni giorni, perché lui non aveva tempo, si era vestito come la sua tata gli aveva detto, ed era pronto, come ogni sera, avrebbe cenato con la madre e l'avrebbe vista addormentarsi.

Quando arrivò la, salutò tutti, ormai lo conoscevano, erano due anni e mezzo che tutti i giorni andava li, aveva fatto amicizia, con alcuni dello staf, e anche con alcuni bambini ricoverati li. Sorrise ad alcune infermiere, con un sorriso a cui mancavano alcuni dentini, era il periodo in ci gli cadevano.

Entrò nella stanza abbassando la maniglia, sollevandosi un po per farlo, la madre come al solito stava riposando, aveva come sotto fondo una canzone, Harry aveva imparato a conoscere le canzoni di sua madre, e proprio questa gli aveva raccontato, che quando era giovane , le piaceva una band, erano un paio di ragazzi che cantavano, era appassionata a loro, tanto appassionata che aveva dato il nome a suo figlio uguale ad uno dei cantanti.

Dove nasci rimani...dov'eri restiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora