La punizione

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Jenis rimase lì ferma davanti al suo padrone con il fiato sospeso. Sapeva benissimo cosa aveva combinato ma non era certa dell'entità della punizione che l'aspettava. Fury si avvicinò a lei, gli abbassò il cappuccio, con la stessa mano guantata le alzò il viso per guardarla negli occhi. Il contatto della sua pelle con quella del guanto le provocò un brivido lungo la schiena e si lasciò scrutare.

-Quello che hai scritto su di me.....non me lo aspettavo da una ragazza ubbidiente come te....vuoi dirmi qualcosa prima che ti punisca come meriti? -

Jenis inghiottì lentamente in soggezione.

-Mi dispiace tanto padrone, merito questa punizione, le ho mancato di rispetto e questo mi lacera dentro. Mi perdoni la prego. -

Riuscì a pronunciare con voce flebile, a quelle parole Fury si allontano di qualche passo osservandola compiaciuto.

- Spogliati, tieni solo le calze. -

Non se lo fece ripetere, tolse la felpa che indossava abbandonandola sul pavimento insieme alle mutandine e rimase con solo le calze a coprirla, tutto il resto del suo corpo era esposto allo sguardo dell'uomo. I seni sodi e prosperosi si muovevano lentamente al ritmo del suo respiro, pian piano i suoi capezzoli iniziavano a indurirsi per via dell'aria fredda che le accarezzava la pelle. Fury la guardò con un sorriso soddisfatto, le fece segno con la mano di avvicinarsi. Appena la ebbe davanti a se si slaccio la cintura in pelle. La sfilò lentamente dai pantaloni, gliela mise al collo e la strinse lentamente fino a fermarla con la fibbia trasformandola in un collare. Fatto ciò la trascinò dal collare improvvisato fino all'isola della cucina, si spostò di lato a lei e con una mano fece pressione sulla schiena portandola in posizione. Ora il petto di Jenis era schiacciato sul piano freddo in marmo, il suo fondo schiena e l'intimità erano esposti a lui, era completamente vulnerabile, chiuse gli occhi in attesa ascoltando ansiosa ogni rumore intorno a se.

-Sei fortunata, oggi non ho portato con me i miei giochi, ma sono sicuro che troverò qualcosa che fa al caso nostro -

La voce di Fury era calda, ferma, decisa, una voce che sapeva benissimo quanto effetto aveva sulla ragazza e per questo non si faceva scrupoli ad approfittarne. Le accarezzò la schiena con la punta delle dita, dal basso, lentamente, fino alla nuca mentre con la stessa lentezza si spostava verso i cassetti della cucina. Iniziò a rovistare con una calma glaciale, Jenis stava impazzendo, l'attesa era un'agonia quasi superiore al dolore che le avrebbe inflitto. Rimase ad occhi chiusi, non sapere cosa l'avrebbe colpita rendeva il tutto molto più stimolante. Il rumore creato dal rovistare dell'uomo cessò, senti i passi provocati dai suoi anfibi militari avvicinarsi. Non avvisò non disse nulla, il rumore del colpo spezzò il silenzio insieme al lamento mugolato e mal trattenuto della giovane.

Fury aveva trovato una spatola in legno, era larga tre dita e lunga una quarantina di centimetri, era uno strumento adatto per la sua punizione.

- Conta da brava, mi fermerò...prima o poi -

La voce dell'uomo era ora più profonda, severa ma con una nota di suadente divertimento.

- Si padrone. Uno -

Jenis parlò piano ma nella sua voce si sentiva tutta l'eccitazione e l'impazienza che provava. Amava e odiava allo stesso tempo essere punita, il dolore, l'averlo deluso, per lei erano una sofferenza ma sapere quanto piacere in quel momento stava donando al suo amato sadico padrone la faceva impazzire di piacere.

Un altro colpo, un rumore secco, spezzò di nuovo il silenzio, un altro segno rosso si formava sul suo gluteo destro, segno che faceva compagnia a quello precedente sul gluteo sinistro. Un altro mugolio di piacere misto a dolore.

- Due -

Da quel colpo in poi la cadenza dell'impatto divenne regolare e alternata, Jenis continuava a contare, mentre il piacere aumentava insieme al bruciore che provava. Il suo sedere stava passando da diverse sfumature di rosso, dalle più tenue fino alle più intense. Quando il numero 30 fu pronunciato, Fury appoggiò lo strumento di fianco al volto della ragazza che solo allora aprendo gli occhi lacrimanti, scoprì cosa l'avesse colpita fino a quel momento.

Il suo padrone l'aiutò a risollevarsi e la guidò con gentilezza fino alla sua camera da letto, lì la fece sdraiare sul materasso, le baciò la fronte e iniziò dolcemente ad accarezzarla.

- Sei stata brava, stai imparando bene, ma la tua punizione non è finita, domani ti farò trovare una cosa davanti la porta, voglio che la leghi intorno all'interno coscia per un ora al giorno mentre lavori, poi quando la togli voglio che la porti nel mio ufficio. -

Jenis se ne stava in posizione fetale beandosi delle carezze dell'uomo ascoltandolo attentamente e guardandolo con due occhi lucidi pieni di devozione.

- Si padrone, la ringrazio -

Passarono un'ora così, in silenzio, con lui che si prendeva cura di lei, fino a quando non le tolse delicatamente il collare improvvisato dal collo. L'aiutò a spogliarsi e dopo averla accompagnata fino al bagno la guardò entrare nella vasca che le aveva preparato lui stesso poco prima e la lasciò sola.

Si diresse in cucina dove abbandonati, vicino a dove l'aveva punita, c'erano ancora il portatile e un piatto con su un panino intonso, prese quest'ultimo e lo mise a scaldare.

Mentre la piastra posizionata sul piano da lavoro della cucina faceva il suo lavoro Fury raccolse i vestiti della sua schiava da terra, li piegò e li portò in camera dove li mise sul letto. Tornò in cucina, spense la piastra e rimise il panino sul piatto. Decise di prepararle delle verdure, aprì il freezer trovò dei broccoli congelati, li buttò in una padella con dell'olio e li fece cuocere. Una volta cotti li mise nel piatto accanto al panino.

Jenis era avvolta dall'acqua calda e dalla schiuma, a parte i glutei che le bruciavano si sentiva coccolata e cullata, si rilassò e lasciò vagare il pensiero.

Quando fu assunta da Fury, un anno prima, non immaginava che sarebbe nato un rapporto di quella natura con lui, fu una cosa che capitò completamente per caso. Lei era a una festa e casualmente anche lui era lì. Era una di quelle feste dove persone accomunate dalla stessa sessualità alternativa si riunivano per conoscersi e conversare. Fu imbarazzante incontrarsi lì, perché lui era il suo capo e lei la nuova assunta, ma finirono inevitabilmente a osservarsi a vicenda durante tutta la serata fino a quando lui non prese la situazione in mano e andò da lei. Parlarono a lungo delle loro inclinazioni, lui praticava da anni e aveva esperienza, lei una novizia che desiderava sperimentare. A entrambi sembrava naturale e conveniente iniziare un rapporto D/s. In fondo gli impegni lavorativi erano simili, vivevano praticamente nello stesso edificio e pensarono che non potevano esserci condizioni più propizie.

Avvertì un profumo di cibo che le fece venire l'acquolina in bocca destandola dai suoi pensieri. Uscì dalla vasca, indossò il suo accappatoio viola, si asciugò il corpo e i capelli. Mise una crema adatta sul fondo schiena marchiato e finalmente dopo essersi messa un pigiama addosso raggiunse la cucina. Appena vide l'uomo gli sorrise grata.

- Grazie mille, ho una fame da lupi, con quello scherzetto mi avete fatto saltare la cena. -

Prese una forchetta da un cassetto e iniziò a mangiare con calma i broccoli, e tra un boccone l'altro pensò bene di indagare sulla faccenda.

- Immagino sia stato Loki a rubarmi il quaderno, ma mi chiedo di chi sia stata l'idea. -

Guardò Fury con sguardo indagatore, il suo volto tornato impassibile come sempre, la guardò con una faccia illeggibile.

- Che sia stato Loki te lo posso confermare, ma il fatto che suggerisci con quello sguardo curioso che glielo abbia suggerito io non mi piace, se avessi voluto quel quaderno mi bastava ordinartelo, non credi?  

Comunque non crucciarti troppo, pensa al lavoro a alla tua punizione. Si è fatto tardi, finisci di mangiare e fila a letto, domani consegnerai il rapporto. -

Le ultime parole furono accompagnate dal suo movimento verso il portatile, lo chiuse delicatamente. Si girò verso Jenis, le accarezzò il volto con le mani ancora guantate.

- Buonanotte mio adorato giocattolo. -

- Buonanotte Padrone -

Jenis guardò l'uomo andarsene dalla porta d'ingresso con più domande che risposte, ma aveva ragione, non importava doveva pensare al suo e scontare la restante punizione. Avrebbe finito il suo pasto e se ne sarebbe andata a letto. Aveva deciso, la mattina dopo si sarebbe comportata come se niente fosse successo.

L'ultimo pensiero che le accarezzò la mente, prima di cadere addormentata, fu rivolto con curiosità all'oggetto che avrebbe dovuto indossare come punizione.  

La contesa che fu JenisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora