L'inizio di tutto

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 Un'altra giornata di lavoro e routine per Jenis, anche se la sua routine aveva decisamente elementi straordinari rispetto alle persone comuni, si perché il suo lavoro consisteva nel preparare la sala riunioni, trascrivere ciò che veniva detto ad esse e fare un rapporto completo ben scritto e dettagliato. Cosa non semplice quando si tratta delle riunioni operative degli Avengers.

Un lavoro inusuale ma che permetteva a Jenis una vita tranquilla, monotona e sopra a tutto anonima come s'impegnava ad essere lei stessa.

Si vestiva spesso con pantaloni della tuta, felpe decisamente over size e scarpe da ginnastica tutto rigorosamente in nero. I capelli li lasciava liberi di caderle sulle spalle, raggiungevano metà schiena, spesso però preferiva portarli in avanti sul lato destro in modo da poter tener più agevolmente il cappuccio delle felpe. Questa era la sua tenuta nel tempo libero ma a lavoro doveva sottostare a un noiosissimo vestiario d'ufficio. Doveva indossare un tailleur dai toni beige, i capelli raccolti in uno chignon e delle scarpe con un tacco basso abbinate al resto.

Odiava quel vestiario ma non poteva fare altrimenti.

Un'occhiata mortificata allo specchio ed era pronta, prese la borsa abbinata a quel outfit che tanto detestava ed uscì dal suo appartamento, raggiunse l'ascensore di servizio diretta all'attico dove era ubicata la sala riunioni.

L'edificio, oltre a contenere la sua abitazione, conteneva anche quella dei nuovi Avengers. Quasi sempre vuote dato che spesso erano impegnati in qualche missione o in viaggi tra i vari mondi e dimensioni. Insomma spesso c'erano praticamente solo i dipendenti a popolare l'edificio almeno fino a quando timbravano il cartellino, non come lei che per motivi di sicurezza e di reperibilità doveva vivere lì.

Finalmente l'ascensore si fermò, aperte le porte, con passo svelto raggiunse la sala riunioni; attraversando l'attico si poteva notare un angolo adibito a bar con vari divanetti. Aprì la porta della sala, prese un telecomando, fece salire le tapparelle automatiche permettendo alla luce tenue del mattino di penetrare nella stanza attraverso l'enorme vetrata. Prese dalla borsa i rapportini con dati e informazioni per la missione per cui era stata indetta la riunione, li mise davanti a ogni posto a sedere. Posizionò delle brocche d'acqua sul tavolo con dei bicchieri, accese la macchinetta del caffè e controllò l'orario.

Sarebbero arrivati a breve, si sedette alla sua scrivania e preparò il necessario. Posizionò davanti a se il suo quadernino degli appunti, dove non solo teneva traccia dei punti fondamentali per il rapporto ma dove non mancava di scrivere un commento personale su ciò che accadeva. Si mise a scarabocchiare con la sua matita preferita, nera con un brillantino rosso alla fine, nell'attesa. Tendendo un orecchio verso l'esterno, captò lo staff del catering che allestiva un mini buffet nella stanza affianco, a disposizione degli eroi in arrivo.

Il primo ad arrivare aprendo violentemente la porta e chiudendola dietro di se fu Fury. L'unico che riusciva a disciplinare un minimo quel gruppo di prime donne egocentriche, con passo marziale si diresse al vertice del tavolo. Nel breve tragitto non rivolse una sguardo o una parola a Jenis ma questa era la prassi, nessuno la degnava di uno sguardo o un secondo di considerazione. L'uomo si sedette al tavolo, la schiena dritta sulla sedia, subito si mise a leggere il rapportino. Jenis osservò la scena e lasciò l'oscura matita correre sulla carta.

+Mister comandante con la sua solita divisa color pece è arrivato, come sempre con l'umore di un bambino a cui hanno negato il dolce ma da bravo soldatino si è messo subito a studiare diligentemente il piano, chissà quanto ci metteranno a farlo urlare oggi, mi chiedo come faccia a essere sempre così rigido.+

Con un sorrisino Jenis si risistemò leggermente sulla sedia mettendo una maschera di serietà sul viso, pronta a trascrivere ogni dettaglio. Trovava molto divertente il suo lavoro, riusciva a prenderlo con una certa leggerezza nonostante l'importanza, sicuramente i suoi 21 anni erano d'aiuto in questo.

La contesa che fu JenisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora