La cena

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Domenica arrivò velocemente, Jenis era sulle spine, quel giorno non lavorava ma non sapeva minimamente come avrebbe dovuto vestirsi e dove Strange l'avrebbe portata, alla fine aveva deciso di accettare cosa che aveva già riferito a Fury. Aveva appena finito di farsi una doccia e ora fissava l'armadio spalancato dubbiosa. Tra varie felpe, pantaloni della tuta spiccava l'elegante vestito regalatole da Loki ma non l'avrebbe indossato, le sembrava brutto usarlo per andare a cena con un altro e forse sarebbe stato esagerato. A parte quegli abiti aveva solo completi sexy che non gli sembravano minimamente adatti. Mentre si scervellava qualcuno bussò alla porta, ancora in intimo andò ad aprire lasciando solo un piccolo spiraglio ma la combriccola femminile fece irruzione facendola quasi cadere. Cinque donne di diversa età tutte elegantemente vestite avevano fatto irruzione nel suo appartamento. La più anziana squadrò Jenis da capo a piedi e iniziò a dare ordini alle altre.

-Janette occupati di fargli manicure, pedicure, ceretta e aggiustale quelle sopracciglia inguardabili. -

L'anziana si girò verso un'altra donna e riprese i suoi comandi.

- Tu mia cara Sophie fatti aiutare da Mia e andate a recuperare un abito, delle calzature e una borsetta per la serata, mi raccomando non deludetemi. -

Poi si girò verso l'ultima ragazza rimasta e sempre con quel tono autoritario le intimò.

-A te Rechel affido i capelli e il make up mi raccomando deve essere un'acconciatura fine ed elegante e il trucco leggero e delicato. -

Una volta che finì di impartire ordini le donne scattarono, iniziando ad aprire le valigie piene di strumenti che si erano trascinate in casa. Jenis rimase immobile a fissarle con il fastidio che cresceva, odiava che i suoi spazi venissero violati.

- Aspettate un momento, prima di tutto chi siete, secondo non vi ho invitate ad entrare e terzo io non vi pago un centesimo quindi potete benissimo andarvene. -

La più anziana la guardò con noia, infastidita, con voce stizzita le rivolse la parola.

- Ci manda il dottor. Strange ragazzina, lei è decisamente scortese, ci lasci fare il nostro lavoro, la prepareremo per stasera, sarà una principessa -

Jenis la guardò con ancora più astio.

-Le sembra che voglia diventare una principessa?! Questa cosa si farà solo con alcune mie condizioni dato che non sono la barbie di nessuno! Prima di tutto niente ceretta, non ho intenzione di sotto stare a quella tortura e sicuramente i miei peli non riguardano il dottor Strange. Secondo se provate a tagliare o tingermi i capelli giuro che vi sguinzaglio contro un Dio per vendicarmi. Terzo, io non sono gentile con chi mi sfonda in casa senza nemmeno presentarsi. Quarto quell'idiota dovrà veramente impegnarsi per farsi perdonare perché questa cosa è improponibile. Per oggi farò a modo suo. -

Aveva scandito quelle parole quasi ringhiando fissando una a una le dirette interessate e alla fine quella che sembrava essere la capo branco.

- Signorina, lei ha un carattere veramente poco conciliante. Mi stupisco che il Dottor Strange investa così su di lei. -

Disse con superbia e un sorrisino che condivise con le altre. Evidentemente sapevano qualcosa che sfuggiva a Jenis ma scacciò la cosa con gesto della mano lasciando le donne fare il loro lavoro senza però perdere il broncio.

Ci misero praticamente tutta la giornata e quelle arpie le negarono di pranzare per fare i loro comodi con lei. Irritata e affamata alla fine di tutto il lavoro era veramente la versione più splendente di se stessa. Le avevano messo un elegante abito color crema, non aveva stacchi, le spalline erano sottili, la gonna cadeva leggiadramente verso a terra fermandosi sopra le caviglie. I piedi erano coperti da delle ballerine dello stesso colore dell'abito, in stoffa molto fini. Al di sotto dell'abito le avevano stretto un corsetto bianco con ricami eleganti. Rachel le aveva fatto uno bellissimo chignon che lasciava due ciocche libere cadere ai lati del viso incorniciandolo. Il make up era estremamente leggero, le dava l'aspetto di una giovane semplice e dolce. Janette che si era occupata della parte estetica oltre ad aggiustarle le sopracciglia e trattarle il viso con mille prodotti diversi, aveva anche dato una forma rotondeggiante alle sue unghie per poi ricoprirle di uno smalto abbinato ai colori del vestito. Jenis prese la pochette bianca semplice e ci mise solo la chiave dell'appartamento, il cellulare e la sua carta di credito, nel caso avesse dovuto pagare la sua parte. La squadra di donne la scortò fino a una limosuine che attendeva fuori dal palazzo. Jenis ci entrò agitata e all'interno ci trovò Strange che con fare disinteressato batté sul vetro divisorio dando l'ordine all'autista di partire. L'uomo era vestito elegantemente e il suo completo di un beige chiaro che si abbinava perfettamente all'abito della ragazza. Durante il viaggio non proferirono parola cosa che la mise ancora più in ansia. Arrivati a destinazione Jenis fece per scendere ma l'uomo la bloccò per un braccio. Già il viaggio era stato snervante e se Strange non iniziava a comportarsi normalmente avrebbe iniziato a dare di matto. Vide l'autista aprire la portiera al medico che scese elegantemente, la porta si richiuse e Jenis iniziava a chiedersi che cosa dovesse fare, poco dopo anche la portiera dal suo lato si aprì e la mano del suo accompagnatore era lì pronta ad essere afferrata. Jenis si fece avanti, scese molto meno elegantemente dell'uomo, prese per educazione la mano che egli gli porse e poi a braccetto la scortò verso il locale.

La contesa che fu JenisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora