Immobilità

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 Jenis aprì lentamente gli occhi, si mosse stancamente nel letto facendosi piccola sotto al caldo piumone. Ormai l'inverno stava prendendo il posto dell'autunno, le giornate si facevano più corte, il freddo aumentava e il rintanarsi sotto le calde coperte diventava una meravigliosa coccola. Allungò il braccio recuperando il suo cellulare, lo liberò dal cavo del caricatore e lo portò davanti a se stando ben attenta a non esporre più del necessario il suo corpo dal fuori del caldo rifugio. Accese lo schermo osservando che era tardi, decisamente troppo ma non trovò la forza di muoversi, guardò i messaggi e vide quello del suo padrone.

+Mi dispiace, mi racconterai meglio quello che hanno combinato più tardi +

+Dove sei? Sei in ritardo....tutto bene? +

+ Se non rispondi entro l'ora di pranzo vengo a vedere che stai combinando +

I messaggi erano tutti ad orari diversi, Jenis spostò pigramente gli occhi sull'orario, le 11:30, aveva decisamente dormito troppo, allora perché si sentiva così stanca, debole, senza energie. Voleva solo rimanersene lì senza far nulla. Con uno sforzo che le sembrò immane decise di digitare una risposta ma si scoprì incapace, non gli veniva nulla da dire, decise di rispondere alle domande.

+ Sono nel letto....ho dormito troppo...scusami, non penso verrò a lavoro oggi +

Uno dei vantaggi che aveva nell'essere in una relazione con il suo capo era poter saltare il lavoro senza doversi giustificare troppo, la negativa era ritrovarsi il proprio capo in casa insistendo nel sapere cosa le prendeva ma prima di questa eventualità Jenis aveva almeno un paio d'ore con se stessa.

La voglia di solitudine, di silenzio, del nulla l'avvolgeva insieme all'oscurità della camera. Spense lo schermo del cellulare e lo abbandonò sul cuscino di fianco a lei, si alzò e si trascinò in sala. La casa era buia, non aveva intenzione di accendere una sola luce, prese dalla dispensa dei biscotti, prese una bottiglia e la riempì d'acqua del rubinetto e poi se tornò nella sua tana sicura. Accese lo stereo lasciando che il rumore della pioggia si mischiasse a quello della musica, adorava far andare quei due suoni contemporaneamente, questo era possibile solo grazie al pc collegato allo stereo e a youtube.

Una volta tornata al caldo nel letto si mise a sgranocchiare il cibo lasciando la sua mente annegare nei pensieri.

Fury stava lavorando nel suo ufficio, era più agitato e scorbutico del solito, trattava tutti rudemente ma rimase impeccabile e preciso come sempre. Il suo lavoro quindi non ne risentì. Jenis non si era presentata al lavoro e insieme al messaggio della sera prima la cosa lo preoccupava, quei due avevano dovuto veramente avere combinato un casino se lei spariva così. Sapeva benissimo che era una ragazza con delle fragilità per questo era sempre stato molto attento con lei, non aveva mai mancato di essere sincero e trasparente parlandole sempre con delicatezza. Finalmente sentì il suo telefono privato notificare un messaggio, si affrettò a leggerlo, il contenuto non prometteva nulla di buono anzi lo preoccupava maggiormente. Era un messaggio troppo sintetico, era già capitato arrivasse tardi o saltasse le ore mattutine ma molto raramente saltava un'intera giornata lavorativa. Ragionò sul da farsi, non poteva seriamente raggiungerla per più di una mezz'oretta tirata e sapeva che ci sarebbe voluto tempo e pazienza per risollevarla. Una folle idea gli venne in mente, se lui non poteva prendersi cura di lei e a causargli quello stato erano stati Stark e Strange forse il terzo pretendente avrebbe potuto aiutarla. In fondo Loki aveva un talento nel riconoscere le debolezze delle persone, spesso lo usava per ferire o ottenere ciò che voleva, considerando che quello che voleva era Jenis molto probabilmente avrebbe agito astutamente e la cosa più astuta da fare era dimostrarsi presente e migliore degli altri. Fury alla fine si stupì di se stesso per quel ragionamento da stratega rivolto a una situazione così estranea a quelle che normalmente gestiva nel suo lavoro. Fece delle chiamate veloci facendo in modo di non essere disturbato poi convocò l'ambiguo dio nel suo ufficio, avrebbe dovuto trattare tutto con estrema cautela, Loki avrebbe potuto benissimo lavorare sul mettere Jenis anche contro di lui, anche se dubitava che la ragazza fosse così facilmente manovrabile.

Loki si presentò qualche minuto dopo nel suo ufficio attraverso un portale, era vestito elegantemente con un completo totalmente nero. Sembrava piuttosto seccato dall'essere stato chiamato lì con così poco preavviso.

- Di solito sono io che ordino la presenza di qualcuno non il contrario. Cosa vuoi Fury? Devo andare a compiere un'altra delle vostre banali missioni? -

- Ti ricordo che sei libero solo grazie all'accordo di collaborazione che hai con gli Avengers, Loki. Ma per tua fortuna non ti ho chiamato per una questione ufficiale, diciamo che è più una missione ufficiosa -

Loki fece un sorrisetto meschino mostrandosi più interessato nonostante la provocazione che gli era stata fatta.

- Una missione ufficiosa.....un favore intendi? Non mi aspettavo che proprio tu mi chiedessi un favore....non sei così ingenuo....di cosa si tratta? -

Fury si mantenne impassibile sia nelle espressioni che nella voce, lo studiò facendolo attendere qualche attimo nel silenzio, era una delicata partita a scacchi.

- Jenis è uscita con Strange ieri....poi ha incontrato Stark....e come sicuramente avrai notato oggi non si è presentata a lavoro -

Fury notò subito il moto di fastidio che pervase il dio ma che egli controllo senza lasciare che emergesse con prepotenza.

- Certo che ha molte energie la ragazzina.....cosa vuoi da me? Che gli faccia le congratulazioni e che magari gli porti pure la colazione? O vuoi che indaghi su dove sia e con chi ha passato la notte per vendicarti? -

Fury scosse il capo con fare marziale mentre il dio lo guardava esibendo una faccia da poker che esprimeva falso divertimento.

- Niente di così fantasioso, so benissimo che è casa sua e che è sola......so anche che i due devono aver dato il peggio di loro....solo che io a differenza tua lavoro senza sosta quindi non posso prendermi cura di lei. Mi sembra che tu hai già dimostrato quanto ci tenga a proteggerla. -

Loki lo guardò per un attimo titubante, iniziò subito cercare di decifrare l'uomo davanti a se valutando se ci fosse un non detto, una trappola, cercava di capire dove stesse la fregatura.

- Tu....l'uomo a cui lei appartiene....chiedi a me....che sono stato rifiutato a causa tua......che l'ho tradita solo per scoprire il mio rivale......di andare da lei per starle vicino? Non temi che possa fare in modo che ti odi? -

Fury continuò a indossare una maschera glaciale sul volto mentre osservava il dio studiarlo, cercando degli indizi nel suo comportamento.

- Esattamente è ciò che ti chiedo. So benissimo chi sei Loki...Dio dell'inganno....ma non ti reputo così stupido da ingannarla nuovamente......è una giovane donna.....non un'adolescente svampita. Tu e gli altri due dovreste tenerlo a mente e smettere di comportarvi da imbecilli -

Le ultime parole le aveva dette con una nota di severa cattiveria, se ora lui doveva intervenire in quel modo era solo colpa loro e del loro ferirla impunemente. Loki si fece ancora più serio, capì che l'uomo che considerava suo rivale forse non le era, non agiva per se stesso, non agiva con gelosia nei confronti della giovane. Non era una trappola semplicemente perché aveva la sicurezza che la giovane sarebbe tornata da lui, non perché costretta o legata ma per volontà, per la libertà e il rispetto che lui le dimostrava. Odiava ammetterlo ma gli umani erano esseri complessi che a volte sfuggivano alla sua comprensione. Loki lo guardò deciso, sarebbe andato da Jenis e non avrebbe di certo commesso gli stessi sbagli dell'ultima volta.

- Non ti prometto nulla.....starò con lei....vedrò di capire cosa gli succede......e la tratterò come merita -

Fury aprì sulla scrivania una pianta dell'edificio indicandogli l'appartamento della giovane poi lo guardò e per un secondo perse la maschera.

- Vacci piano....non è così forte come sembra. -

Loki aprì un portale e si girò guardandolo e gli fece un sorriso arrogante.

- Se mai la vedrai disperarsi per causa mia puoi provare ad uccidermi, non farò troppa resistenza. -

Attraversò il portale e lo chiuse dietro di se, comparve nella casa della giovane, inziò a guardarsi intorno nell'oscurità incuriosito.

Fury lo guardò scomparire e tornò al suo lavoro, stava organizzando un'importante complessa missione, non poteva distrarsi.

La contesa che fu JenisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora