Incontro inaspettato

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Jenis era ancora nervosa dal confronto che aveva avuto con Stark, la rabbia era sparita ma il nervosismo era ancora latente in lei. Una volta raggiunto l'appartamento decise di cambiarsi d'abito sostituendo gli abiti da lavoro con una tenuta più comoda. Si vestì totalmente in nero, indossava una felpa, un paio di pantaloni della tuta e delle scarpe da ginnastica. Non voleva rimanere in casa, ne in quell'edificio, doveva staccare, controllò gli impegni pomeridiani e scoprì che erano inesistenti.

Con il suo zaino in spalla raggiunse il piazzale esterno, gli sembrò di non uscire da un secolo, l'aria era fredda, il cielo limpido di un azzurro glaciale, un sorriso le nacque spontaneo sul volto. Si diresse verso le navette dei dipendenti che si occupavano di fare la spola dall'edificio principale fino alla stazione ferroviaria più vicina. Il viaggio durò una mezz'ora e ci volle un altro quarto d'ora per arrivare alla città.

Uscita dalla stazione venne accolta dal rumore travolgente della città, i motori delle auto, il chiacchiericcio dei passanti, i cartelloni pubblicitari. Tutto intorno a lei si muoveva senza che niente si concentrasse veramente sulla sua presenza. Forte di quella sensazione di anonimato si diresse di buona lena verso il centro speranzosa di trovare qualche posto carino dove pranzare. Si faceva strada tra i cittadini mentre osservava curiosa le vetrine dei negozi, raramente si fermava a comprare, in parte perché non avrebbe sfruttato i vestiti in parte perché preferiva risparmiare.

Lo stomaco iniziò a protestare causandole delle fitte, così in mancanza d'altro, decise di prendere un hot dog da un baracchino in strada, lo prese con senape e crauti per poi proseguire verso i quartieri di lusso della zona. Amava quei posti, amava osservare le persone che frequentavano quei negozi e poi l'architettura era pura arte in quella parte della città. Raggiunse ben presto la galleria più bella della zona. Il pavimentato era un grande mosaico composto da tasselli marmorei di colori scuri. Il soffitto era coperto da arcate in vetro pregiato, dai colori accessi che ricordavano i rosoni delle chiese. Essi oltre a formare disegni meravigliosi a terra riempivano l'intera zona di luce colorata. Gli edifici lungo la galleria erano tutti d'architettura classica bianchi, non necessitavano di decorazioni varie, venivano adornati dai riflessi del fantastico soffitto. In quell'atmosfera magica Jenis si sentiva fuori dalla realtà e il cuore le si riempiva di bellezza. Decise di appoggiarsi al muro di una banca, mentre gustava il suo semplice pasto osservando gli uomini da bene che uscivano da un negozio d'alta sartoria dirimpetto a lei. Stava finendo il suo hot dog quando rischio di soffocarsi. Uscito da quel negozio che sorvegliava, un uomo si dirigeva dritto verso di lei. I suoi occhi si posarono sul quel pregiato esempio di sartoria, una camicia verde smeraldo, al collo una cravatta nera abbinata a un panciotto anch'esso nero, colore che accomunava anche la giacca, i pantaloni e le scarpe. I suoi occhi salirono ancora e videro il volto divino circondato dai lunghi capelli corvini, le labbra sottili che formavano il solito sorriso di superiorità infine incrociò i suoi occhi glaciali. Si riprese qualche secondo dopo e cercò di sfuggirgli staccandosi dal muro e avviandosi dalla parte opposta ma un elegante bastone da passeggio le bloccò la strada.

- Questa volta non mi sfuggi. -

Jenis si maledisse per non essersene andata subito, non era possibile che ovunque andasse doveva incontrare qualcuno che per forza voleva interagire con lei. Alzò il volto nascondendo l'esasperazione.

- Dannazione, lasciami in pace, voglio solo godermi il mio pomeriggio libero....è possibile? -

Loki mantenne il suo sorriso avvicinandosi ancora di più alla giovane.

- Considerando che mio fratello non è qui per salvarti...no non credo sia possibile. Non crucciarti troppo...prometto che faro il bravo ma prima.... -

La mano del dio si avvicino pericolosamente al viso di Jenis che rimase immobile interdetta. Gli passò lentamente il pollice sulle labbra fino a raccogliere un residuo di salsa all'angolo della bocca della giovane, si portò il dito alla bocca e con sorriso malizioso si pulì lentamente con la punta della lingua.

La contesa che fu JenisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora