UNDICI

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-Finalmente si respira!- esclamò Magda, ravvivandosi la folta chioma con una mano, alludendo al fatto che a causa di un contrattempo – un cliente eccessivamente allegro e brillo – Hauke fosse stato costretto a lasciarli da soli.

Prese possesso dell'unica sedia presente nella stanza e accavallò le gambe, passandosi una mano sul decolté.

Solitamente ammiccante e provocatoria, Magda appariva ad Abel come sbiadita. C'era qualcosa in lei che contribuiva a dare l'impressione di una certa rigidità, una rigidità che non le apparteneva per niente.

Abel aggrottò la fronte. Si tolse le scarpe e perse quasi quindici centimetri di altezza. Sotto lo sguardo attento di Magda – che percepiva alla stregua di un faro puntato addosso – tolse anche vestito e collant. Recuperò una lunga felpa e un paio di leggings dal proprio borsone da lavoro e una volta cambiato si accinse a struccarsi. Si era appena posto davanti allo specchio e poté vedere nel riflesso l'espressione dell'amica, dietro di sé, sgretolarsi e farsi di colpo preoccupata.

-Mama sa tutto?- chiese e lei sussultò.

-Deve averne parlato con Saul. Sai che Saul non muove un passo senza di lei. Checché ne dica quel lupacchiotto testardo, quella che comanda in famiglia è sempre stata e sempre sarà Gesche, lo sai anche tu-

-Saul non lo ammetterebbe mai-

-Saul può fare lo spaccone quanto più gli aggrada e infinocchiare tutti i membri del Clan. Io e te, però, sappiamo bene che se Gesche decide di mettere bocca su una cosa, Saul le obbedisce, proprio come farebbe un bravo cagnolino-

Abel scrollò le spalle e prese a strofinarsi il viso con un dischetto di cotone saturo di struccante con più irruenza. -Mi dà fastidio pensare che Mama abbia acconsentito a lasciarmi qui-

-Ti ha lasciato qui per un motivo-

-Forse perché mi vuole meno bene di quanto credessi?-

-Non sei l'unico che è rimasto indietro- gli fece presente Magda e tornò ad accarezzarsi il seno, assumendo un'espressione pensosa.

-Gli altri sono rimasti per non scoprirsi-

-Tu sei già scoperto. Sei un umano. Sei più utile qui...-

-Non sono utile affatto-

-Ignora quello che dice Saul. Ne capisce poco e niente di politica. Lui è un uomo d'azione. Se Gesche ti ha lasciato qui è proprio perché sapeva che avresti potuto aiutarli di più rimanendo a Idstein-

Abel non ne era propriamente convinto, ma preferì tacere.

Fu come se d'improvviso tutta la stanchezza accumulata durante le ore precedenti lo colpisse in pieno. A nulla era servito passare il pomeriggio a dormire. Si sentiva davvero stanco, abbastanza da decidere di tenere per sé i propri pensieri, anche se era consapevole di non poter nascondere assolutamente nulla a Magda.

La vide sorridere nel riflesso dello specchio. -Brutto e bello dell'essere di una telepate-

-Piacerebbe anche a me, esserlo, di tanto in tanto. Ultimamente mi avrebbe fatto molto comodo, sai? Soprattutto per capire che diavolo passa per la testa della Polizia-

-Potremmo aiutarti-

-Ti metteresti in pericolo...-

-Oh, zuccherino!- lo interruppe la donna. -Io sono una lamia. Io sono il pericolo-

Abel rise e scosse la testa. -Sei anche la regina e non mi sembra il caso di porti a uno schiocco di dita dalle attenzioni dell'A.S.S.S.-

-Essere la regina ha i suoi vantaggi-

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