TRENTASEI

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-Ci sono tante cose importanti in gioco-

-Il resto non ha importanza-

Abel si morse un labbro. Assurdo come Saul fosse in grado di farlo sentire superfluo e fuori luogo persino all'interno di una situazione che lo vedeva coinvolto in prima persona.

-Perché crede che tutto questo sia un attacco al Clan?- si intromise John e Abel aggrottò la fronte.

Dopo tutto quello di cui avevano discusso, dopo tutto quello che gli aveva rivelato, era certo che l'ispettore si fosse costruito un'idea precisa in grado di fornirgli una risposta alla stessa domanda che aveva appena posto.

-È personale- sibilò Saul.

Abel si irrigidì. -In che senso?-

-Te l'ho detto, è qualcosa di personale-

-Non voler condividere informazioni con gli unici poliziotti che vogliono aiutarci mi sembra un comportamento da idiota-

Saul sorrise, muovendo le labbra, ma la sua espressione rimase tesa e il suo sguardo colmo di un'emozione cupa.
-Sono disposto a collaborare- disse dopo qualche istante di silenzio, rivolgendo la propria attenzione verso l'ispettore.

Abel si stupì, ma si morse un labbro, decidendo di tenere per sé eventuali parole taglienti che sarebbero potute sfuggire dalla sua bocca, invogliando il padre a tirarsi subito indietro, solo per dispetto. Dopotutto, il loro rapporto si basava proprio su quanto entrambi potessero essere infantili l'uno con l'altro.

-Sono contento di sentirglierlo dire- disse John. -Le consiglio di restare nell'ombra-

-Io? Un capoclan?-

-In questo momento lei è la persona più in pericolo...-

-Non ha importanza- lo interruppe. -Io sono un leader. Sono un capo. Io sono il primo, tutti gli altri vengono dopo di me, nel bene e nel male-

-A eccezione di Rudi-

Saul lo fulminò con lo sguardo e Abel scrollò le spalle – non aveva alcuna intenzione di palesargli quanto quel suo modo di guardarlo lo spaventasse, perciò indirizzò la propria attenzione verso Reik, nella speranza di nascondergli la propria espressione.

-Si sarà fatto un'idea, dall'alto della sua posizione- disse Baker e il tono che usò per esprimersi tradì una certa ironia.

Saul sorrise. -Com'è che dicono, di solito, quelli come voi?-

-Sono informazioni riservate- disse Ada, con un sorrisino a un incurvarle le labbra.

-Allora vedi che sei idiota pure tu che perdi tempo a prendere per il culo i poliziotti, invece di collaborare con loro per liberare Hauke?-

-Collaborare con loro, Abel?! Sul serio?- tuonò Ada. -Non ho bisogno di loro per tirare fuori il mio sposo da lì-

-Tecnicamente non è ancora il tuo sposo-

Ada gli rivolse un'occhiataccia e Abel sospirò avvilito: stava diventando insopportabile la facilità con cui collezionava sguardi assassini. Se ne avessero fatto un album di figurine era certo che lo avrebbe già completato – persino in duplice copia.

-Avevi fatto un patto con Magda- disse, rivolgendosi al padre, ma Saul si strinse nelle spalle.

-Magda è Magda. Ho accettato in nome di un'amicizia, non prendo ordini da lei. Ma lei è venuta meno al nostro patto e i suoi stupidi vampiri di seconda generazione hanno confermato di essere degli inutili parassiti-

-Loro non c'entrano niente-

-Invece sì. Avrebbero dovuto proteggervi- Florian, pensò Abel con un sospiro. -Ma non sono stati all'altezza-

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