TRENTUNO

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Se l'era aspettato. Aveva già immaginato di aver goduto di troppa "calma" e che il dannato Karma non vedesse l'ora di tornare all'attacco con qualche tiro mancino.

-Dritto nelle palle-

-Come?- chiese l'Ispettore Baker.

-Niente- borbottò Abel. -Perché Reik non è venuto?-

-È ufficialmente in malattia, ma tu sei il mio consulente-

-Mi previeni pure le risposte alle domande che devo ancora fare, adesso?-

-Ti tocca, Schmidt-

-Che palle-

-Eh, sì-

Abel aggrottò la fronte, attese che l'ultima persona lasciasse la stanza e poi seguì John al suo interno. -È brutto come la prima volta, oppure come la seconda? Più brutto della seconda volta?- chiese con tono concitato e l'ispettore gli batté una mano su una spalla.

Lui era già stato lì dentro e Abel sperava che a fronte della loro nuova alleanza, l'uomo potesse rivelarsi abbastanza benevolo da non voler devastare la sua sfera emotiva, come invece aveva fatto sulla prima scena del crimine.

-Come la prima. Non vomitare-

-Simpatico-

-Respira con la bocca e non pensare-

-La fai facile-

-Provaci e non rompere il cazzo-

Abel aggrottò la fronte e mise il broncio. -Cosa vuoi che faccia?-

L'ispettore si guardò attorno con fare circospetto e lo spinse gentilmente a varcare la soglia della stanza.

Erano soli. Se non si considerava la cosa in fondo a sinistra, sul divano.

-Dobbiamo assicurarci che i nostri casi non abbiamo nulla a che fare con gli altri-

-Quali? Quelli dell'altra volta?-

-No. Quelli delle altre città-

Abel trasalì e fece un passo indietro, fissando John dal basso. Scrutò il suo volto imperscrutabile e rammentò le parole di Reik: -Quando non si capisce cosa pensa, puoi stare certo che sta pensando a niente-
Ci credeva poco.

Era quasi certo che John stesse pensando, tanto, e tante cose spiacevoli – anche se non voleva darglielo a vedere.

-In che senso?-

-Nel fascicolo che hanno... recuperato i tuoi amici, c'erano diverse informazioni interessanti-

-Tipo?-

Abel rivolse un'occhiata in tralice in direzione del divano. Le finestre che davano sul giardino erano state spalancate, l'aria era gelida nonostante fossero al chiuso, ma ciò aiutava a mitigare gli odori nauseabondi che – nonostante tutto – ogni tanto gli arrivavano al naso. Ma rimanevano all'interno di una stanza, a parlare di cose losche, in compagnia di un morto. Era tutto troppo grottesco, troppo assurdo.
Troppo.

O forse Abel era troppo stanco, più stanco di quanto avesse immaginato prima di mettere piede lì dentro.

-Idstein è una cittadina carina e simpatica, ma, senza offesa, non è che sia tutto questo gran centro nevralgico...-

-Forse. Ma il male è ovunque-

-Di certo, però, capirai da te che è poco intelligente puntare su una città come questa per creare chissà che scandalo mediatico...-

-Vero?- lo interruppe Abel, con tono ironico. -Si vede che sei forestiero-

-Forestiero?-

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