Se l'era aspettato. Aveva già immaginato di aver goduto di troppa "calma" e che il dannato Karma non vedesse l'ora di tornare all'attacco con qualche tiro mancino.
-Dritto nelle palle-
-Come?- chiese l'Ispettore Baker.
-Niente- borbottò Abel. -Perché Reik non è venuto?-
-È ufficialmente in malattia, ma tu sei il mio consulente-
-Mi previeni pure le risposte alle domande che devo ancora fare, adesso?-
-Ti tocca, Schmidt-
-Che palle-
-Eh, sì-
Abel aggrottò la fronte, attese che l'ultima persona lasciasse la stanza e poi seguì John al suo interno. -È brutto come la prima volta, oppure come la seconda? Più brutto della seconda volta?- chiese con tono concitato e l'ispettore gli batté una mano su una spalla.
Lui era già stato lì dentro e Abel sperava che a fronte della loro nuova alleanza, l'uomo potesse rivelarsi abbastanza benevolo da non voler devastare la sua sfera emotiva, come invece aveva fatto sulla prima scena del crimine.
-Come la prima. Non vomitare-
-Simpatico-
-Respira con la bocca e non pensare-
-La fai facile-
-Provaci e non rompere il cazzo-
Abel aggrottò la fronte e mise il broncio. -Cosa vuoi che faccia?-
L'ispettore si guardò attorno con fare circospetto e lo spinse gentilmente a varcare la soglia della stanza.
Erano soli. Se non si considerava la cosa in fondo a sinistra, sul divano.
-Dobbiamo assicurarci che i nostri casi non abbiamo nulla a che fare con gli altri-
-Quali? Quelli dell'altra volta?-
-No. Quelli delle altre città-
Abel trasalì e fece un passo indietro, fissando John dal basso. Scrutò il suo volto imperscrutabile e rammentò le parole di Reik: -Quando non si capisce cosa pensa, puoi stare certo che sta pensando a niente-
Ci credeva poco.Era quasi certo che John stesse pensando, tanto, e tante cose spiacevoli – anche se non voleva darglielo a vedere.
-In che senso?-
-Nel fascicolo che hanno... recuperato i tuoi amici, c'erano diverse informazioni interessanti-
-Tipo?-
Abel rivolse un'occhiata in tralice in direzione del divano. Le finestre che davano sul giardino erano state spalancate, l'aria era gelida nonostante fossero al chiuso, ma ciò aiutava a mitigare gli odori nauseabondi che – nonostante tutto – ogni tanto gli arrivavano al naso. Ma rimanevano all'interno di una stanza, a parlare di cose losche, in compagnia di un morto. Era tutto troppo grottesco, troppo assurdo.
Troppo.O forse Abel era troppo stanco, più stanco di quanto avesse immaginato prima di mettere piede lì dentro.
-Idstein è una cittadina carina e simpatica, ma, senza offesa, non è che sia tutto questo gran centro nevralgico...-
-Forse. Ma il male è ovunque-
-Di certo, però, capirai da te che è poco intelligente puntare su una città come questa per creare chissà che scandalo mediatico...-
-Vero?- lo interruppe Abel, con tono ironico. -Si vede che sei forestiero-
-Forestiero?-
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ARABESQUE
HorrorAbel è un tipo particolare. Ironico, irriverente, dalla battuta sempre pronta - e più la battuta è pungente, meglio è. Abel, però, nasconde anche un grande segreto. Un segreto che, scoprirà presto, così segreto non è. E quando certi Energumeni...