-È assurdo-
L'Ispettore Baker lanciò la cicca di sigaretta sul marciapiede e la spense con la punta di una scarpa, con rabbia, accanendosi su di essa con eccessiva forza.
Abel roteò gli occhi e si lasciò andare contro Reik, poggiando le spalle al suo petto, in cerca di conforto. L'ispettore li fissò in tralice, con fare decisamente minaccioso, ma non disse nulla. Forse non aveva ancora compreso come il loro rapporto si era evoluto a sua insaputa – oppure aveva tirato le somme, da bravo poliziotto, e trovato le giuste risposte, ma preferiva tenerle per sé.
Non che ad Abel importasse granché, dopotutto, ancor di meno gli importava conoscere l'opinione di Baker sulla relazione che aveva instaurato con Reik.
-Non possiamo fare altrimenti- disse, per l'ennesima volta. Avevano già avuto quella stessa conversazione un numero imbarazzante di volte e Abel era stanco di ripetersi. ‐E lui mi fa da stampella- aggiunse, più che altro per essere sicuro che l'ispettore non si facesse distrarre troppo da cose che no, non erano assolutamente di sua competenza.
-Credete davvero che i criminali siano così idioti?-
-Idioti no. Ma, se come sospettiamo, gli omicidi sono opera di qualcuno che sta cercando di incastrare altri...-
-Tanto vale far ammazzare qualcun altro?- lo interruppe l'ispettore con sarcasmo. -Senza contare che in quelle condizioni, se le cose dovessero mettersi male, sicuro tu ci faresti ammazzare-
Abel aggrottò la fronte. -Riesco a stare benissimo in piedi-
-Poco fa zoppicavi e stavi soltanto camminando. Se dovessi correre?-
-Evocherò qualche unicorno-
Baker gli riservò un'occhiataccia alla quale lui rispose con una smorfia. Reik gli poggiò una mano al centro delle spalle. Salì in una lenta carezza verso l'alto, fino a stringergli una spalla e lui si morse un labbro, tentando di tenere a freno la lingua. Baker aggrottò la fronte e, anche quella volta, tacque, distogliendo lo sguardo da loro. Abel era rimasto basito nell'apprendere che l'ispettore fosse a conoscenza della vera natura del suo partner, ma lo stupore si era dissolto presto quando aveva rammentato che, dopotutto, lo stesso Reik sapeva tutto del collega. Tra di loro non c'erano segreti e il fatto che il caro, vecchio John coprisse Reik con gli altri colleghi, con il Commissario Krause, improvvisamente non gli era più parso poi così assurdo.
-È incredibile, ma ragiona bene per essere un semplice umano- disse Hauke e sorrise a metà, portandosi la sigaretta tra le labbra.
L'ispettore lo fissò con sguardo truce, ma il licantropo non si fece assolutamente scalfire dalla sua velata e silenziosa minaccia.
Ad Abel sarebbe piaciuto urlare e mandarli tutti a farsi fottere, e il non poterlo fare gli stava stimolando un fastidioso prurito alle mani.
Entrambe le mani.
Se avesse iniziato a grattarsi le palme era quasi certo che avrebbe finito per scorticarsele fino alle ossa.-Io sono un poliziotto-
-C'è troppo testosterone in giro. Troppi ormoni impazziti e pochi neuroni- sbottò Abel.
-Disse quello che a momenti si fa scopare davanti a tutti dal suo amante- tuonò Hauke.
-So che la cosa ti farebbe immensamente piacere, ma per sfogare le tue perversioni represse dovrai implorare di farti sbattere dall'ispettore, perché ti assicuro che io sono ancora troppo incazzato con te per poterti accontentare- ribatté.
-Finitela- sussurrò Krista, comparendo nel vicolo al fianco dell'ispettore.
L'uomo sussultò e fece un passo di lato, allontanandosi istintivamente da lei. La lamia scosse la testa, guardandolo con un'arroganza dal sapore derisorio, mentre alle sue spalle, arrancando, spuntava anche Gideon. Il vampiro si portò una mano alla gola, mentre allungava l'altra verso di lei, ma la donna lo fulminò con lo sguardo e lui parve farsi piccolo.
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ARABESQUE
HorrorAbel è un tipo particolare. Ironico, irriverente, dalla battuta sempre pronta - e più la battuta è pungente, meglio è. Abel, però, nasconde anche un grande segreto. Un segreto che, scoprirà presto, così segreto non è. E quando certi Energumeni...