Capitolo 22. Ibrida Servitrice II

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Imparai presto che Reed fosse una persona completamente diversa da quello che avrei immaginato.

Senza la sua uniforme lavorativa perdeva l'aria severa e brusca che lo accompagnavano come un'ombra. Sorrideva spesso. Faceva battute, di tanto in tanto ascoltavo di sfuggita le sue conversazioni con Leonore quando ero sul punto di dormire, scoprì che Reed fosse più interessato alle passioni della ragazza di quanto immaginassi, e lo stesso sembrava valere per lei. Una persona esterna avrebbe potuto facilmente scambiarli come dei fidanzati ma solo se Logan fosse stato lontano dai due.

Mi rannicchiai sul cuscino, una pile di vestiti all'interno di una fodera, e guardai con la coda dell'occhio la ragazza dai capelli rossi intenta a spiegare a Reed la sua passione per lo spazio con un sorriso a trentadue denti sul viso giovane.

Quanti anni ha Leonore? Mi chiesi sollevando un sopracciglio. Ha l'aspetto di una ragazza di diciassette anni. Anche se così fosse l'unico modo per scoprirlo è provare a chiederlo a Logan o direttamente a lei visto che i non umani tendono ad invecchiare più lentamente.

Lasciai scivolare lo sguardo verso il ragazzo dai capelli neri trovandolo intento a fissare un foglio di carta, il suo petto si alzava e abbassava velocemente e le pupille erano dilatate, riuscì a vedere i lati del foglio stropicciato a causa della forza con cui lo stringeva. Mi sollevai di qualche centimetro raggiungendolo a gattoni, i suoi occhi mi furono subito addosso rapidi e feroci.

Tuttavia gli sorrisi dolcemente.

«Hey... va tutto bene?»

A quella mia domanda rilassò le spalle appoggiando la testa alla parete del furgone, lo osservai in silenzio allungare il braccio verso il mio viso fino ad afferrare una ciocca di capelli scuri, sollevò l'angolo delle labbra attorcigliandosela su un dito.

«Certo». Rispose calmo, notò il mio sguardo fisso sul foglio e istintivamente fece una smorfia. «Oh. Non preoccuparti di quello, è solo uno stupido manuale di istruzioni preso per errore da Leonore..»

E ridacchiò facendomi credere che stesse dicendo la verità. Incrociò le braccia al petto osservandomi con fare clinico, qualcosa nel suo modo di guardarmi mi ricordò la dottoressa Hill durante il mio primo interrogatorio a scuola su Medelaine. Scacciai quel pensiero stringendo i pugni sotto la felpa.

«Allora visto che va tutto bene io torno a dormire.» Dissi velocemente guadagnandomi un'occhiata confusa.

Logan si limitò ad annuire e mentre io me ne tornavo sotto la piccola coperta di flanella disponibile lui ne approfittò per ascoltare la conversazione di Reed e Leonore senza mai intervenire. Sospirai accovacciandomi su me stessa. I turni di cambio per la guida erano pesanti da gestire visto che eravamo gli unici a poter utilizzare il mezzo come previsto dalla legge, e di rischiare un controllo era tra una delle cose da evitare, per questo motivo scivolai in fretta nel sonno senza nemmeno accorgermene.

C'era freddo.

Molto freddo.

Il labbro inferiore tremava e i denti sbattevano tra loro. Il gelo mi immobilizzò le dita delle mani ma le gambe sembravano cariche di energia. E allora corsi. Le gambe saettarono in avanti, i passi affondarono tra la neve lasciando tracce dietro di me, lacrime amare mi bagnarono il viso congelandosi a contatto con il vento gelido ancor prima di poter sfiorare le labbra, ma non mi fermai neanche un istante.

Gli occhi vigili erano puntati su una sagoma scura a pochi metri da me, lui mi invitava con una mano a raggiungerlo tenendo tra le dita callose una coperta di lana.

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