La porta aperta violentemente fu l'unico suono, in quella giornata, capace di far zittire chiunque si trovasse in quel corridoio: senior intenti a parlare con i propri compagni, professori impegnati a sorseggiare il loro caffè mattutino o i piccoli gruppi di matricole adesso pietrificate.Il mondo sembrava essersi fermato, come un orologio che cessa improvvisamente di girare lasciando tutti immobili in un'attesa carica di agonia. Un ragazzo poco lontano da me si bloccò con la mano sospesa in aria, intento a osservare la scena che si stava svolgendo a pochi passi da lui; la sua fronte chiara imperlata di sudore faceva da cornice agli occhi azzurri spalancati dal terrore.
Mi feci coraggio spostando il mio sguardo a pochi centimetri più in là, pensando che prima o poi avrei trovato tutto normale, e strinsi le braccia attorno al mio corpo come uno scudo osservando, con ancora le mie airpods alle orecchie, il modo in cui una giovane ragazza si contorceva sul pavimento urlando disperatamente aiuto con la sua voce gracchiante.
Il suo corpo inondato di brividi continuò a sbattere sul pavimento in preda a delle scosse che sembravano essere mortali, le vene si fecero più visibili secondo dopo secondo e il suo corpo si fece sempre più bianco.
La morte arrivava velocemente e dolorosamente investendola come un treno al pieno della sua velocità. Nessuno poteva evitarla.
Is this the real life? Is this just fantasy?
Mi voltai lentamente alla mia destra distogliendo lo sguardo da quella scena raccapricciante e incrociando, per pochi istanti, lo sguardo indifferente di una matricolare posò i suoi occhi grigi vuoti sulla rissa che stava avvenendo ai suoi piedi come se non ne fosse tanto stupita.
«...il suo dolore lo proverai sulla tua pelle, ti porterai mia sorella sulla coscienza per tutta la vita!» Uno dei ragazzi intenti a picchiarsi urlò così forte da riuscire a sovrastare le note di Bohemian Rapsody.
Quella fu l'unica cosa che riuscì a dire tra gli occhi inondati dalle lacrime prima di riprendere a macchiare le sue nocche del sangue del ragazzo sotto di lui.
Caught in a landslide, no escape from reality
Strinsi i denti sforzandomi di non seguire con lo sguardo i tre uomini della NUC spalancare le porte della scuola e dirigersi a passo felpato verso Medalaine che non faceva altro che tentare di alleviare il suo dolore urlando o semplicemente rannicchiandosi su se stessa, seppure con scarsi risultati.
Era facile riconoscerli: indossavano semplici tute nere, che parevano essere pesanti anche per loro, con il grande stemma in oro dell'agenzia per la quale lavoravano sul retro; potevano essere scambiati facilmente per dei normali operai, ma bastava incrociare distrattamente i loro occhi per rimanere congelati sul posto.
Il resto semplicemente venne da se: uno di loro afferrò con estrema facilità la ragazza dalle braccia esili e se la caricò sulla spalla trascinandola via lungo il corridoio. Il modo in cui Medalaine tentò di aggrapparsi alla salvezza, o alla peggiore delle condanne in questo caso, attraverso l'anta aperta di un armadietto bastò a farmi salire le lacrime agli occhi.
Ma fu un tentativo vano destinato a fallire già dall'inizio.
_Finirà presto anche per te, Med_
Una lacrima percorse la mia guancia nello stesso istante in cui due mani si posarono sul mio cellulare mettendo fine alla musica; lanciai un'occhiata in tralice a Blake e mi ripresi il mio cellulare strappandoglielo dalle mani.
Rise divertito. «Panic at the disco in una situazione così tragica?»
Roteai gli occhi riponendo gli auricolari all'interno del mio zaino, non mi sorpresi quando il ragazzo davanti a me incrociò la mia mano con la sua.
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Cupid's Match
FantasyA causa dell'evoluzione della specie umana sono stati introdotti nuovi sistemi per consentire all'uomo di riflettere con più attenzione sulle sue azioni e poche occasioni di scegliere bene il cammino verso il proprio futuro. A capo di tutto vi è una...