«Perché hai portato un fuggiasco?»
Il rumore della forchetta che si scontrò con il pavimento allarmò mio padre che alle mie spalle stava riponendo un oggetto sullo scaffale e si voltò nella mia direzione con ancora il piatto di porcellana tra le mani.
Rimasi seria ad aspettare una risposta, anche se sapevo che prima i due avrebbero dovuto riprendersi dalla mia domanda totalmente inaspettata; i capelli biondi con sfumature rosa di mia madre smisero improvvisamente di ondeggiare al ritmo della musica proveniente dalla radio.
«Negli ultimi trenta minuti non ho rilevato la presenza di nessun fuggiasco. Vedrò di controllare una seconda volta..» disse piano mio padre con la fronte lievemente corrugata come se stesse ancora elaborando le mie parole.
Prima che potessi ribattere mia madre corse da lui rivolgendogli uno dei suoi migliori sorrisi, poggiò la mano sulla sua spalla e gli schioccò un sonoro bacio sulla guancia facendomi roteare gli occhi: questo è il suo tipico comportamento quando vuole distogliere l'attenzione di qualcuno da qualcosa.
«Ci ho già pensato io, vai a dormire per un'ora in camera da letto.» Gli ordinò lei tranquilla rilassando poi i muscoli del viso; quando mio padre si allontanò, l'attenzione di mia madre si focalizzò su di me e lessi nei suoi occhi la preoccupazione mista a irritazione.
«Cosa ci faceva un fuggiasco nella sala da pranzo? L'associazione ne è a conoscenza vero?» Non persi tempo e riformulai la domanda guardandola dritta negli occhi, sperando di poter scorgere una qualsiasi emozione che avrebbe tradito il suo comportamento così tranquillo.
Passarono un paio di secondi in completo silenzio prima che decidesse di aprire bocca, così storse il naso aquilino in una smorfia di disgusto, come se avessi appena detto una totale assurdità e rispose distrattamente.
«A volte non ti capisco proprio Gwen. Di che fuggiasco stai parlando?»
Strinsi i pugni determinata a non dargliela vinta: fare una cosa grave come la sua non deve essere un comportamento da far passare inosservato, soprattutto in questi ultimi tempi visto che l'associazione sembrava forte e in piena crescita.
Deglutì incrociando le braccia al petto e cercai di incamerare tutta l'aria possibile per evitare un collasso sul pavimento: «Il ragazzo che era in casa nostra pochi minuti fa, l'ho visto. Avresti dovuto denunciarlo invece di accoglierlo in casa, non posso credere che tu abbia portato in casa un non umano con il rischio che papà potesse vederlo!»
Non ottenni risposta, bensì uno sguardo confuso. Il fatto che lei stesse mostrando un atteggiamento fin troppo tranquillo mi innervosì, non poteva davvero prendere tutto così alla leggera.
«Sai cosa sarebbe potuto succedere?» Domandai scuotendo lentamente la testa, enfatizzando il pericolo a cui aveva esposto un membro della fimiglia, ma lei continuava a osservarmi da sotto le lunghe ciglia come se ad avere appena fatto un errore fossi stata io. Improvvisamente si staccò dal bancone avvicinandosi di un passo, rimasi immobile.
«Controlla le tue emozioni e stammi a sentire.» Sussurrò stringendo le labbra in una linea sottile. Il suo sguardo improvvisamente duro, mi fece irrigidire sul posto.
«Sai bene che lavoro per la NU da quasi trent'anni, le loro regole sono rigide e io, così come chiunque lavori per loro, siamo tenuti a rispettarle e farle rispettare, senza farci condizionare dai nostri sentimenti. Quel ragazzo mi è stato affidato dalla presidente Myers, devo tenerlo sotto controllo e appuntare i suoi comportamenti per qualche settimana.» Spiegò.
STAI LEGGENDO
Cupid's Match
FantasyA causa dell'evoluzione della specie umana sono stati introdotti nuovi sistemi per consentire all'uomo di riflettere con più attenzione sulle sue azioni e poche occasioni di scegliere bene il cammino verso il proprio futuro. A capo di tutto vi è una...