Capitolo 14: Zero Cannon

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Proprio mentre Maxima tentò di spiegare chi fosse quella dottoressa Rebecca Grey, il soldato a cui Nunnaly aveva consegnato la lettera irruppe nella sala riunioni lì presente.
"Comandante! Una lettera per voi!"
"Una lettera? Chi la manda?"
Il militare prese la busta e la aprì per leggere il contenuto.
Era scritta in inglese, con una calligrafia ordinata e leggibile:


"Don't trust the fake 0.
But fret not, for his sins shall soon be purged, and so will the ones the miscreant's nest.
God is always watching.
NF"


"E questa cosa vorrebbe dire?" mormorò il Colonnello, leggendo attentamente il contenuto.
"Don't trust the fake... 'Non ti fidare dello 0 fasullo'?" chiese Whip, controllando anche lei.
"Ma non abbiate fretta... perché presto sarà punito, e così anche quelli che..." continuò a leggere Heidern.
"Lui e il nido dei miscredenti...? Che stia parlando di NESTS?" ci pensò su Clark.
"Okay, ma chi è questo 0 fasullo?" chiese Ralf, massaggiandosi la tempia.
"Zero?" chiese allora Kismet; "Quello stesso Zero che ho sentito parlare?"
"Ma chi sarebbe questo Zero, esattamente? Voi non ne sapete niente?" domandò Heidern sia a Kismet che ai due reduci di NESTS.
Maxima scosse il capo.
"Quello che so è che si tratta di qualche ricercatore nei ranghi alti, ma nulla di più."
"Un falso Zero... falso... zero..." mormorò Whip in preda ai suoi pensieri, quasi estraniandosi dal resto del gruppo.
;Mentre ripeteva quelle parole nella testa, ebbe come un lampo. (E se fosse...?!)
Ralf notò allora la pensierosa mercenaria e si mise le mani sui fianchi.
"Beh? Stai pensando a qualcosa di interessante, Whippy?"
Prima che lei ebbe tempo di rispondere, tuttavia, sentirono suonare l'allarme.
"Ma che sta succedendo?! Intrusi?!" gridò Ralf, guardandosi intorno.
Sia Kismet che K' si alzarono in piedi dalla sedia in cui stavano, mentre Heidern ordinò che nella sala venissero mostrate le telecamere di tutto lo stadio.
"Negativo! Le telecamere non rispondono! Stiamo perdendo segnali in tutta la base... come un'onda isolante che si sparge!" rispose uno degli operatori nella sala di comando.
Fu allora che notarono una patina bianca che stava ricoprendo la porta della stanza, seguita da un'ondata di aria fredda.
"Oh, oh!" mormorò Clark...
Prima che la porta volasse letteralmente via dai cardini con un pesante calcio, andando a schiantarsi contro alla parete in fondo ad essa.
Se Ralf non avesse avuto la prontezza di abbassarsi, se la sarebbe trovata addosso.
Una volta apertasi la strada, i presenti videro entrare la stessa ragazzina che aveva assalito l'hotel, seguita dalla robot dal corpo blu e argentato, la donna alta in rosso dalla carnagione scura e l'altra in blu con i capelli scuri e ricci.
Al vederle, Kismet brontolò, guardando per qualche secondo il soffitto.
"Comincio a credere che sia una fissa, ormai..."
"Avevi ragione tu, Candy. Abbiamo trovato tutti i bersagli in un posto solo, grazie ai tuoi calcoli e alle tue cordinate. Sei stata bravissimissima!" fece la ragazzina, buttandosi al collo della robottina.
"Grazie... Kula..." borbottò a mo' di robot Candy...
Prima che Foxy e Diana non si facessero avanti nella stanza, con la prima che estrasse il fioretto dal fodero.
"I fuggitivi e lo scarto nello stesso posto, hmm... e anche il traditore dovrebbe trovarsi qui..." disse la donna in rosso.
"Traditore? Qui non vedo nessun traditore..." commentò in risposta Ralf, guardandosi attorno...
Prima che tutti i membri degli Ikari non si mettessero in guardia, Heidern incluso.
"Oh, no... c'è. Lo sappiamo che c'è." disse Diana...
Per poi girarsi verso Kula.
"Ma ha poca importanza. Occupati tu degli elementi scomodi. Fallo come sempre, e non avrai problemi neanche contro di lui.
Ricorda: Tu sei una bambina forte!"
Sia Kismet che K' si misero in guardia a loro volta, concentrati su Kula, mentre quest'ultima prendeva un grosso respiro.
"Buona fortuna... Kula..." disse Candy, mettendosi al suo fianco.
Lo sguardo della bambina andò su Kismet.
Aveva ancora paura di lui, ma non aveva intenzione di lasciare che la cosa la paralizzasse.
Aveva una missione da compiere. E poi Candy, Foxy e Diana credevano in lei.
Poteva farcela.
Ce l'avrebbe fatta!
"Sarà una rottura ipergalattica..." commentò K'...
Prima di guardare Kismet con gli occhi a mezz'asta.
"Mettiti in mezzo e non mi farò tanti problemi..."
"Chiudi quella boccaccia." mormorò l'altro, mettendo le braccia a penzolone per prepararsi alla lotta...
Prima di fissare Foxy con aria adirata.
"Una volta fatto a pezzettini il tuo prezioso giocattolino, mi dirai tutto quello che voglio sapere... con gli interessi!"
Foxy tirò un fendente in aria con da fare minaccioso.
"Gli scarti non hanno diritto di fare richieste. Devono solo chinare la testa e seguire gli ordini!"
"Non sono uno scarto e non sono il servo di nessuno. Ho un nome, brutta racchia!" esclamò lui in risposta.
La donna in rosso fece una smorfia di rabbia.
"Ra... ra... rac... MA IO TI ROVINO, PICCOLO VERME INSIGNIFICANTE!" gridò...
Per poi lanciare quello che sembrava un piccolo spillo appena visibile.
Sia K' che Kismet si tolsero di mezzo, ed una scheggia si generò sul fondo della stanza,dove lo spillo si era andato a conficcare.
I due giovani si fissarono per qualche secondo.
"Tregua?" chiese Kismet.
"Solo fino a quando queste pesti non vengono sistemate per bene..." rispose K'.
Dopo aver detto ciò, entrambi si lanciarono all'attacco nello stesso momento.
"Kula ti ha già picchiato per benino una volta. Cosa ti fa credere che la cosa cambierà una seconda?" domandò Kula a K', prima di tenerlo a distanza con un soffio di aria gelida talmente potente da bruciare la pelle.
"Che a questo giro non mi hai in pugno..." commentò lui in risposta, coprendosi con un braccio il volto; "MAXIMA!"
Rispondendo alla chiamata del ragazzo, il grosso cyborg gli saltò davanti e tirò all'indietro il pugno, pronto a scaricare su di lei il suo patentato 'Vapour Cannon'.
Kula schivò, scivolando all'indietro come se fosse stata sul ghiaccio.
Una volta che fu abbastanza vicina con la sua scivolata su ghiaccio creato apposta per lo scopo, Kula si rialzò in piedi rapidamente e fece un elegante calcio saltato con tanto di piroetta, simile a quello di una ballerina o di una pattinatrice.
Nello stesso istante, anche Ralf e Clark si erano lanciati su Diana, mentre su Foxy si concentrò Kismet.
Candy, tuttavia, si frappose fra i due soldati e Diana, sparando su di loro una serie di missili pettorali.
Maxima venne spedito all'indietro di qualche metro per il colpo, mentre Clark e Ralf schivarono in contemporanea, con Leona poi che tentò uno Slasher con una delle mani contro la robottina.
La mano dell'automa volò via...
Solo per essere sostituita da un'altra mano che uscì dall'incavo formatosi nel polso.
Intanto, Foxy si era lanciata anche lei in una scivolata in avanti, seguita da un fendente orizzontale.
Kismet balzò di lato per evitarlo...
Solo per tentare il suo patentato pugno e cercando di mantenere il controllo.


Forza... concentrati!


Lei fu tuttavia più veloce di quanto anticipasse, scomparendo...
E riapparendogli alle spalle per un fendente circolare.
"Troppo debole. Troppo lento. Uno scarto come te non ha chance."
Colpito, Kismet si piegò in avanti...
Prima di colpire basso le gambe della donna, facendole perdere l'equilibrio.
"Era la mia giacca preferita, maledetta!"
La spadaccina, cascata col sedere per terra, rimase interdetta da quel commento, oltre che irritata.
"Credi che stiamo scherzando, razza di animale?!"
Saltò in aria e creò con la spada una vera e propria onda tagliente di energia.
Prima di raggiungere il suo bersaglio, quest'ultima andò a scontrarsi con un'altra onda di energia a 'X', che perforò la sua forza, spingendo Foxy all'indietro.
Quando la spadaccina girò lo sguardo verso la fonte, vide Heidern tenere le braccia in alto con aria seria.
"Maledizione... mi ero scordata di quell'impiastro..." mormorò, stringendo i denti per il dolore.
"Dovrei ringraziarvi per essere venuti. Ora posso sottomettervi e interrogarvi senza dovermi preoccupare di venirvi a cercare..." disse freddamente l'ufficiale.
"Non fermerete mai NESTS ed i suoi piani!" esclamò irritata lei, ripartendo all'attacco, stavolta contro Heidern...
Ma si ritrovò il fioretto bloccato a pochi centimetri dal Comandante degli Ikari quando una frusta non si avvolse sulla lama, tirando via la spada dal suo bersaglio.
"Bravissima, Voodoo." mormorò con un sorrisetto la responsabile, Whip, mentre faceva una prova di forza contro Foxy.
Tuttavia, una nuova voce entrò nella stanza, interrompendo allora quello scontro in corso:
"Se fossi in voi lascerei perdere, cani di NESTS! Siete troppo pochi per riuscire a spuntarla. Penso siate abbastanza svegli da rendervene conto."
La voce apparteneva a nientepopodimento che al generale Ling, che era entrato lì come se non stesse accadendo nulla.
Foxy e Diana strinsero i denti quando lo videro.
"E' lui..." mormorò la seconda.
"Lui...?" chiese Heidern, alzando un sopracciglio; "Cosa stai aspettando Ling, chiama rinforzi. Bisogna interrogarle."
Ling sorrise a trentadue denti.
"Stia tranquillo. Ho tutto sotto controllo. Ho già mobilitato chi di dovere."
Detto questo, schioccò le dita, e tutti i monitor della stanza si attivarono all'unisono, mentre una nuova sirena suonò nella stanza.
Ben presto, sul monitor principale, apparve una familiare donna dai capelli rossi e corti.
K', nel fissarla, spalancò la bocca.
"...TU!"
Nemmeno Maxima volle credere ai suoi occhi:
Si trattava di Vanessa Veleno, la loro compagna di squadra durante il torneo.
"Generale Ling... ho hackerato i sistemi e preparato tutto, come mi ha detto lei." disse tramite gli altoparlanti la voce della donna.
"Ben fatto, agente. Sapevo che lasciarti il compito di condurre i fuggitivi al torneo avrebbe dato i suoi frutti." rispose il baffuto ufficiale con aria trionfante; "Ora tutte le pedine sono al loro posto, e la festa può finalmente cominciare."
"Di che diavolo sta parlando il baffino?!" chiese irritato Ralf al suo Comandante, che sembrava completamente sorpreso da quella svolta di eventi.
"Tu... chi diavolo sei tu?! Dov'è il Generale Ling?!"
Ling non rispose, ma fece cenno a Vanessa di procedere con il piano:
Lei premette un tasto, e il pavimento si aprì sotto i piedi di Kismet, K' e Kula, con Foxy, Candy e Diana che non caddero giù per un pelo.
Destino avverso avvenne per i primi tre, che caddero in quel baratro senza potersi opporre.
"Ma che diavolo...?! Questo non faceva parte del piano! Dovevamo trattenere K' e Maxima per farci dare informazioni sul cartello NESTS!" protestò Heidern.
L'uomo coi baffi gli si avvicinò, cercando qualcosa nella giacca verde:
Una pistola, che puntò alla tempia dell'ufficiale con la benda sull'occhio.
"Mi dispiace, Colonnello. Ma le regole del gioco sono cambiate.
Ora sono IO a dettare le regole... mentre voi... siete solo degli osservatori. Anzi, delle pedine."
Anche gli altri soldati nella stanza si girarono verso gli altri con le armi puntate.
"E che cavolo..." mormorò Ralf, alzando le mani come Clark e gli altri presenti degli Ikari, Maxima e gli agenti rimasti di NESTS compresi.
"Ed ora, se non vi dispiace, vorrei che mi seguiste tutti quanti, senza tentare nulla di furbo."




Intanto, i tre ragazzi caduti di sotto si trovarono in un vero e proprio tunnel sotterraneo scavato nel terreno, illuminato debolmente da vecchie lampade piantate nella parete rocciosa e con dei tubi che correvano lungo il soffitto e i muri.
"Ahi... l'orgoglio..." mormorò K', cercando di rialzarsi...
Ma rendendosi conto di avere su di sé Kula, sdraiata amabilmente su di lui mentre mormorava per riprendersi.
Sorpreso da quell'avvenimento, si guardò intorno, cercando un modo per alzarsi senza svegliarla e svignarsela da lì.
Peccato che lei lo abbracciò a sé, mormorando:
"Hmm... Diana... Kula vuole un altro po' di gelato..."
K' fece un gridolino smorzato, agitando le braccia.
"Alzati, impiastra! Sei fredda!"
Finalmente, lei sembrò riprendersi dal suo torpore e, rendendosi conto della sua posizione, si rimise in piedi con un balzo e irrigidì tutto il corpo, guardando con i coltelli negli occhi il ragazzo dalla pelle olivastra e i capelli argentati.
"Finalmente..." mormorò sospirando K', alzandosi in piedi a sua volta...
Prima di guardarsi attorno, incurante dello sguardo di Kula addosso a sé.
Fu allora che notò la presenza di Kismet:
Era svenuto prono con la faccia a terra, le braccia in avanti e strette a pugno.
Il ragazzò tirò con frustrazione un pugno sulla parete rocciosa.
"Oh, splendido... prima vengo tradito da quella zoccola della mia compagna di squadra, e ora mi ritrovo bloccato sottoterra con lo schizzato e la ragazza ghiacciolo... peggio di così, si muore!"
Fu solo allora che sentì il mormorare di Kismet, prima che questo cercasse di alzarsi lentamente, tenendosi la testa con una mano e l'aria dolorante.
Rendendosi a sua volta conto di dove (E CON CHI) fosse, alzò gli occhi al 'cielo'.
"Basta... non ne posso più sul serio di tutta questa situazione..."
"Oh, buu huu huu!" replicò sarcastico l'altro ragazzo; "Ti ricordo che oltre ad essere nella tua stessa situazione, io sono stato anche tradito! Non mi sembra che tu abbia tanto spazio per lagnarti come una fighettina!"
"Non mi sto lagnando come una fighettina, brutto mulo." lo riprese l'altro, appoggiando la schiena ad una delle pareti; "Quello che avrei davvero voluto sarebbe stato fare molte altre cose, invece di essere qui a fare il burattino dell'esercito."
"Questo E' lagnarsi." commentò con aria saputa Kula, mentre annuiva.
K' gli si avvicinò, e disse:
"Pensi di essere l'unico con dei problemi?! Mi tocca partecipare a questa fottutissima farsa di cui non mi frega un cazzo, sperando di poterlo finalmente mettere in culo a quegli stronzi di NESTS che mi hanno strumentalizzato, strappandomi sia il passato che il futuro! Pensi che mi diverta?!"
"Ora però sei tu che ti lamenti!" fece allora la ragazza, gonfiando le guance e aggrottando le sopracciglia.
"Touché!" ribatté Kismet, indicando K' con un dito...
Prima di ridacchiare per non essersi aspettato quell'uscita della ragazzina.
Lei sbatté le palpebre confusa da quella reazione:
Doveva essere un avversario, un nemico, qualcuno da temere...
Almeno, era così che lo aveva classificato.
Allora perché non aveva paura nel vederlo in quel momento?
E anche il suo bersaglio, K'... perché non la stava attaccando, se erano nemici?
"Tu, ragazzina... hai detto di chiamarti Kula, giusto?" chiese allora Kismet, girando lo sguardo verso di lei, senza il minimo senso di minaccia provato fino ad allora dalla ragazza.
"Ehm... esatto! Kula Diamond, signore." rispose prontamente la piccolina.
"Kismet... puoi chiamarmi così, se vuoi." rispose lui, sorridendo leggermente; "Non so cosa stia succedendo in tutta questa storia, ma voglio solo dirti che non ho intenzione di farti del male..."
Guardò poi leggermente altrove.
"Non so che lato tu abbia visto di me, ma il modo in cui ti spaventavi a vedermi, beh... sì, diciamo che mi è dispiaciuto, ecco."
Kula sembrò sorpresa nel sentire quelle parole, specialmente dopo aver visto quel suo lato sanguinario e mostruoso, motivo per cui non seppe nemmeno come rispondere.
"Ma di che cazzo state parlando?" si intromise K' con una smorfia di disappunto.
"Niente di che, musone." rispose tuttavia l'altro...
Prima di cominciare a camminare in avanti per quel corridoio poco illuminato.
"Allora? Come si esce da questo posto del cavolo?"
"Kula non lo sa... ma è così buio e spaventoso qui... fa paura..." disse lei con voce fioca e facendo dei passi indietro.
In quel momento, non sembrava affatto una glaciale sicaria geneticamente modificata, ma una semplice e timorosa ragazzina come tante.
K' sbuffò irritato...
Prima di mettersi le mani in tasca e fissare la ragazza.
"Dai, vieni... vuoi andartene di qui e tornartene da quelle tre, no?"
La piccola Diamond si accigliò.
"Perché? Perché vuoi aiutare Kula? Ha cercato di farti fuori, è una tua nemica. Perché?"
Dopo un attimo di smarrimento, lui ci pensò e rispose:
"Forse è perché... siamo nella stessa barca. Siamo stati tutti e tre strumentalizzati da quei bastardi, che ci hanno rubato il passato per renderci delle armi."
Lo sguardò gli andò poi su Kismet, come per dire che il discorso valeva anche per lui.
"Ricordi che stai parlando con uno che non ricorda un bel niente? Non so cosa NESTS mi abbia fatto... ma quello che voglio è farla finita." commentò in risposta quest'ultimo; "Ma prima... andrò a sfondare la faccia a quel vecchio baffuto di Ling."
"Allora sbrighiamoci ad uscire di qui. E una volta fatto, potremo darci il cambio per rompere quel suo culo baffuto." fu la risposta di K' con un mezzo sorriso...
Prima di far segno agli altri due di seguirlo.


Detto ciò, cominciarono a farsi strada tutti e tre in quell'angusto passaggio che dava sotto allo stadio del King of Fighters.
"Spero davvero che King stia bene..." mormorò Kismet; "Non mi preoccupo molto di quelle teste calde che mi hanno dato come compagni... sanno cavarsela da soli."
"Non sei preoccupato davvero? Non sono tuoi amici?" gli domandò Kula che, poverina, faceva fatica a stare dietro a quei due spilungoni dei ragazzi.
"Diciamo che me li sono ritrovati appiccicati come compagni per questo torneo, tutto qui... ci siamo allenati assieme per due mesi, sotto la supervisione e gli allenamenti di quella vecchia volpe di Heidern..." rispose lui, sorridendo al pensiero...
Prima di guardare Kula.
"Ma c'è qualcuno che voglio rivedere pure io. Suppongo valga lo stesso per te, Kula..."
"Beh, certo! C'è Candy, e Diana, e Foxy!" rispose allegramente la piccola; "Le conosco da... beh, da quando riesco a ricordare! Sono severe, ma anche dolcissime, sai?"
Lui continuò a sorriderle, ed annuì alle sue parole.
"Sembrano dure, ma quella volta che Foxy mi voleva passare la forchetta al ristorante l'ho potuto percepire:
E' una persona gentile, e tiene molto a te dal modo in cui ti guardava."
"Oh, è vero! Però mi dispiace che ti abbia detto tante cose brutte..."
K' rimase ad ascoltare la loro conversazione, ripensando a quanto accaduto poco fa e al tradimento di Vanessa.
Non riusciva a non pensarci, soprattutto dopo tutto il parlare della donna di fiducia e dell'essere sinceri verso i propri sentimenti.
"Hmph... voglio davvero sapere cosa pensasse davvero quella tipa di me... tanto parlare di sincerità e gentilezza, di spirito di squadra... e poi me la vedo pugnalarci alle spalle così." commentò infatti, stringendo un pugno dentro alle tasche dei suoi pantaloni.
"Se la cosa ti solleva, non sei l'unico tradito..." commentò Kismet; "E Kula... non ce l'ho con lei... d'altronde, le ho pure dato della brutta racchia, alla fine. Diciamo che ho pareggiato i conti."
Kula si portò entrambe le mani coperte dai guanti gialli al petto e fece un profondissimo sospiro di sollievo.
"Meno male, allora! Ora Kula si sente molto meglio!"
K' si girò brevemente verso di lei e scosse la testa.


E' veramente solo una ragazzina innocente... e quei bastardi l'hanno usata come se fosse un oggetto... la pagherete anche per questo, NESTS...


Kula si accorse del malumore del ragazzo davanti a loro e, accelerando per arrivargli vicino, gli si fermò davanti.
Poi, cercando fra le sue tasche, tirò fuori un piccolo leccalecca al gusto di panna e fragola per porgerglielo.
"Tieni! I dolci tirano su il morale! Kula li mangia sempre quando è triste!" disse allegramente...
Ma K' lo respinse senza fare lo scorbutico, per lo più guardando altrove con un leggero rossore sul viso.
"No, grazie... non mi piacciono i dolci."
Lei gli girò intorno per guardarlo negli occhi e sorrise.
"Sai... il tuo potere fa molta paura a Kula... non le piacciono le fiamme... ma tu non fai paura affatto! Hai qualcosa di molto gentile!"
"Non dire fesserie, stupida. Io sono tutto tranne che gentile." mormorò tuttavia lui in risposta, mettendosi meglio gli occhiali da sole.
Allora Kula abbassò lo sguardo e fece un broncio da bambina piccola, tirando anche un piccolo calcio nella polvere.
"Non fai paura, ma sei un gran testone! Ecco!"
A K' non sembrò importare di quel commento...
Ma ebbe un tic nervoso quando udì Kismet trattenere una forte risata per le parole di Kula.
"Basta cazzate, e sbrighiamoci a uscire di qui!" tagliò corto, accelerando l'andatura per allontanarsi da quei due e dal loro "coalizzarsi contro di lui", come lo vedeva.
Kula lo guardò allontanarsi e ci rimase un po' male.
"Penso che si sia arrabbiato... ma Kula voleva soltanto tirarlo su..."
Kismet tuttavia le fece cenno con una mano di non preoccuparsi.
"Credo sia fatto così... non farci caso."


Camminarono per un po', ma gli sembrò di essere lì dentro da ore, e che la strada non finisse mai.
Ma continuarono nonostante la stanchezza, sebbene la ragazza continuasse ad annaspare dietro i due ragazzi.
"Va tutto bene, Kula?" chiese Kismet, sentendola sospirare per la stanchezza.
"Tutto bene... tutto bene" ripeté lei, sebbene dalla voce fosse a dir poco sconvolta; "E poi dobbiamo uscire di qui? No?"
"Se hai bisogno di riposare, non esitare a dircelo." la tranquillizzò lui.
"Ma voi non siete stanchi... quindi anche Kula si farà forza!" rispose lei, impettita. Peccato che quel gesto quasi non la fece capitombolare all'indietro.
Sia K' che Kismet si girarono nello stesso momento per prenderla per le braccia prima che potesse cadere e farsi male...
Prima di rimetterla dritta in piedi.
"Occhio a dove metti i piedi." commentò K', mascherando il suo aiuto con arroganza.
Lui e la ragazza si guardarono brevemente negli occhi, pochi secondi che sembrarono molto più lunghi, come se il tempo si fosse fossilizzato...
Per poi distogliere entrambi lo sguardo e schiarirsi la voce.
Kismet guardò altrove, continuando a fissare il proseguire del passaggio e sospirando.
"Secondo voi stiamo girando attorno?"
Kula si guardò intorno, confusa.
"A me sembra sempre tutto uguale... forse è uno di quei tunnel incantati come nelle favole? No, aspetta, quelle sono foreste..."
K', allora, propose di lasciare un segno da qualche parte per vedere se lo avrebbero ritrovato dopo aver camminato per un po'. Se andando avanti si fosse ripresentato, allora avrebbero davvero girato intorno.
Kismet mise una mano alla parete vicina e, usando il guanto high-tech, la graffiò con il pollice.
L'altro sbatté le palpebre, non aspettandoselo da parte sua e biascicò.
"Eh... sì.... così... bravo..."
"Vediamo se cambia qualcosa..." commentò lui...
Prima di notare Kula avvicinarsi a sua volta ad una parete.
"Tocca a Kula, ora!" esclamò gioiosamente.
I due tentarono di fermarla, ma lei usò entrambi i guanti high-tech dorati che le coprivano le mani per graffiare la parete con uno stridio doloroso per le loro orecchie.
I due digrignarono i denti e spalancarono gli occhi per quanto fosse fastidioso quel suono, ma lei non ci badò minimamente.
Finito di graffiare la parete, si girò verso i baldi giovani e sorrise.
"Andiamo?"
Kismet fece solo il gesto di sturarsi le orecchie, scuotendo il capo.
"Andiamo..."


Il terzetto riprese allora la sua marcia, senza tenere conto né del tempo che passava né della stanchezza che iniziava a farsi sentire. Sulle prime, Kula cercò di ravvivare l'umore chiacchierando, ma si ammutolì quando si rese conto che nessuno dei ragazzi era davvero dell'umore.
Dopo un po' che camminarono, K' tirò all'improvviso un calcio alla parete di destra, tenendo comunque le mani in tasca.
"Mi sento preso per il culo... dove cavolo porta questo buco di merda?! Fuori da South Town?!"
"Probabile... e non abbiamo più visto nemmeno i segni sulle pareti da quasi un ora." commentò Kismet; "Non stiamo girando intorno, almeno."
"Va tutto bene... possiamo uscirne!" fu la dichiarazione di una Kula che ormai faticava completamente a tenersi in piedi.
Persino i suoi capelli iniziarono a cambiare colore a intermittenza, diventando da celesti a color miele e viceversa.
Notando quel particolare, Kismet non poté non pensare allo stesso fenomeno che gli era già capitato, quando i suoi capelli cambiavano colore da nero ad argentato e cambiava quasi personalità.
"Allora funziona così... suppongo che sia davvero una creazione di NESTS difettosa, in fin dei conti."
Dopo un po', i capelli della piccola si fecero completamente biondo scuro, e lei si lasciò cadere a terra sui palmi e sulle ginocchia, esausta.
"Kula... ce la fai?" chiese allora K', mentre i due ragazzi si inginocchiarono per vedere come stava.
"Kula... ha solo bisogno di riposare un attimo... solo un momentino... per favore..." rispose lei debolmente.
Fu allora che si resero conto di quanto fosse piccola e gracile, un vero fuscellino.
Kismet sospirò, appoggiando la schiena alla parete più vicina per riprendere un attimo di fiato.
Anche K' si mise seduto per terra per dare alle gambe un attimo di respiro, mentre Kula si accucciò, addormentandosi come un gattino.
"E se ci facessimo strada verso l'alto?" chiese allora Kismet, indicando con un dito il soffitto di quel corridoio sotterraneo.
"Bravo, e come ci arriviamo? Sbattendo le ali?" rispose l'altro con sarcasmo.
"Sto cercando di pensarci, va bene?" ribatté nuovamente lui; "Potremmo continuare a camminare finché non avremo più nemmeno le forze per farlo. Ci deve essere per forza un modo per uscire di qui."
K' si mise sdraiato a terra a quattro di spade.
"Ah, no... se continuiamo a camminare ancora per molto, io mi taglio la gola!"
"Beh, allora spremiamo il cervello e tiriamoci fuori di qui." commentò Kismet, lasciandosi cascare di lato a terra; "Certo, se non fossi già stanco pure io."
I due decisero allora di seguire il consiglio di Kula e di riposarsi un po' anche loro per poi ragionare a mente fresca.
Il loro momento di riposo venne interrotto dal rumoroso brontolare di stomaco della piccola ragazzina, che mormorava nel sonno.
"In effetti... non abbiamo nemmeno avuto modo di cenare..." mormorò K', i suoi occhi fissi sulla piccolina; "Ora sembra proprio una bambina come tante..." commentò con un mezzo sorriso intenerito.
"Bene, ora ho fame pure io..." mormorò l'altro, girandosi dall'altro lato del fianco per cercare di prendere nuovamente sonno.
"Quando la guardo così, io... non riesco a vedere una pericolosa sicaria di NESTS... vedo solo una ragazza a cui quei bastardi hanno strappato tutto... e solo per mandarmela contro..." strinse con forza la mano sinistra, al punto da farsela sanguinare.
"Non posso perdonare... NESTS..."
"Se quello che mi hanno detto è vero... non riuscirò a perdonarli nemmeno io." aggiunse Kismet, senza nemmeno girarsi; "Non ricordo nulla di chi ero prima di qualche anno fa... ed ora questo..."
L'altro si guardò la mano coperta dal guanto rosso e strinse i denti.
"Nessuno di noi... di noi tre... troverà mai pace e un posto in cui tornare... nessuno sarà mai libero, se prima non li eliminiamo tutti dal primo all'ultimo."
"K'... per quello che è successo fra noi due, prima... ti chiedo scusa. Non ero in me." mormorò l'altro; "Non riesco a controllarmi ancora a pieno... spero sul serio che finisca tutto questo molto presto."
L'altro sospirò e chiuse gli occhi con un mezzo sorriso.
"Ma sentiti... non sembri nemmeno più lo stesso Kismet che ho visto finora. Chi sei, e cos'hai fatto al vero Kismet?"
Alzò lo sguardo al soffitto e aggiunse:
"Non finirà certo da solo, questo è sicuro... ecco perché sarò io a farla finita... anche non mi piace per niente dovermi scomodare..."
"Permettimi almeno di dare anche il mio di colpo... ho un conto in sospeso col NESTS a mia volta." ridacchiò l'altro.


Erano passate davvero parecchie ore tra il chiacchierare dei due e il precedente camminare, e nemmeno si resero conto del fatto che entrambi si fossero addormentati a furia di raccontarsi battute di vario genere.
La cosa che permise a Kismet di risvegliarsi, tuttavia, lo colpì in pieno agli occhi:
Un bagliore luminoso intenso ed accecante.
Per un secondo, mentre apriva lentamente gli occhi, pensò di essere finito all'Inferno, ma il pensiero andò a farsi benedire quando vide anche Kula seduta sul suo fianco, intenta a punzecchiargli una guancia allegramente.
"Sveglia, sveglia, sveglia!" cantilenò la piccola come se stesse seguendo il ritmo di un trenino conga, e quando lui si fu alzato, puntò il dito verso un'apertura da cui filtrava la luce del sole nel muro.
"Bene... un'uscita verso l'esterno!" esclamò Kismet, controllando la fessura, mentre Kula passò a punzecchiare stavolta K'.
Non sorbendo risultati, stavolta gliela pizzicò con due dita.
Lui fece un buffo gemito strozzato e si alzò in posizione seduta, massaggiandosi la guancia.
"Ma che cazzo ti frulla in testa, Maxima?!" gridò, ancora mezzo assonnato.
"Sei sveglio! Kula è contenta!" esclamò la ragazzina, buttandoglisi al collo.
"Eh...?"
Fu solo quando lei lo abbracciò si rese conto della sua situazione.
Dopo un lieve imbarazzo nel momento in cui sentì il contatto del corpo della ragazza, emise un sospiro esasperato.
"Oh merda... non avremo davvero passato tutta la notte qui dentro..."
"Chissenefrega! Guarda qua! Luce!" ribatté Kismet, cercando di capire dalla fessura da cui usciva luce solare dove si trovassero.
Guardando fuori, i tre potevano vedere che dava sulla strada asfaltata, su cui passavano molte automobili, e sentirono anche il profumo dell'erba intorno:
Erano fuori città, sulla strada che portava all'arena.
"E va bene, adesso ce ne usciamo!" esclamò K', mettendosi in piedi e preparando il suo patentato 'Heat Drive' in una mano.
Una volta caricatosi di energia, sfondò il muro con un pugno ben assestato, aprendosi la via finalmente verso l'esterno.
Kula fu la prima a uscire, saltando in mezzo all'erba come una certa celebre bambina della letteratura per ragazzi che viveva sulle alpi svizzere.
Si mise pure a canticchiare con fare allegro, mentre sia K' che Kismet balzarono fuori da quell'angusto passaggio sotterraneo.
"Aria fresca! Libertà!" esclamò quest'ultimo, buttandosi in ginocchio.
"Aaaah... tutte quelle ore in quel tunnel buio... pensavo di mettere su le ragnatele fra le chiappe..." commentò K' con una rumorosa stiracchiata.
Guardando poi le macchine che correvano e l'arena a poca distanza, si diresse verso Kula.
"Senti... ci stavo un po' pensando, ma... non sono molto bravo a dire certe cose..."
"Eh?"
La ragazza si girò tutta sorridente verso di lui.
"Dimmi! Dimmi!"
Dopo aver pensato bene a come poterlo dire in maniera franca e che lo soddisfacesse, disse:
"Vuoi venire con me... cioè, con noi... lasciarci alle spalle tutta questa merda e cominciare da zero?"
Kismet, che era tutto intento a riprendere aria, spalancò lo sguardo, non capendo bene cosa volesse dire K'.
Kula stessa si sorprese, arrossendo sulle guance.
"Ehm... vuoi che Kula lasci Candy e le altre? Ma... loro tre mi trattano bene."
Cercando di sopprimere un certo senso di delusione, lui insistette.
"Intendo dire quando tutto sarà finito, ovviamente... non devi decidere ora!"
Lei però sembro essere irremovibile sull'argomento.
"K'... il posto di Kula... è con Candy e le altre nel NESTS. Non potrebbe mai sopportare di lasciarle." disse con un sorriso un po' triste.
Sapeva che stando con NESTS si sarebbe ritrovata nuovamente contro i suoi due nuovi amici, ma come poteva vivere senza coloro che l'avevano sempre trattata come una figlia?
K' puntò gli occhi altrove, mettendo le mani in tasca.
"Capisco... tieni però a mente il fatto che non sarai sola, nonostante tutto. Okay?"
Lei annuì, sorridendo più vistosamente.
"Tu ed il signor Kismet siete come due fratelli per Kula. A Kula non piacerebbe per niente affrontarvi di nuovo come nemici! Deluderò Foxy e Diana, ma se lo facessi vi farei del male."
"Spero solo che tu non finisca nei guai per questo... stai molto attenta, ci siamo capiti?" gli intimò ll ragazzo dalla giacca di cuoio nero, mettendosi poi gli occhiali da sole per non farsi vedere chiaramente l'espressione.
Kula, dal canto suo, inghiottì il groppo che aveva in gola e cercò di non piangere.
"Ci rivedremo tutti e tre... vero?"
"Lo spero davvero, Kula..." sorrise Kismet dietro di lei, prima di rialzarsi in piedi e fissare dalla distanza il centro di South Town.
"Il torneo King of Fighters... almeno serve a qualcosa. Ora però devo andare..."
Detto ciò, cominciò a camminare verso di esso.
"KISMET, ASPETTA! KULA VIENE CON TE!"
Furono le parole della piccola Diamond, prima di seguirlo creandosi il ghiaccio sotto i piedi e pattinandoci sopra.
K' brontolò qualcosa, grattandosi i capelli.
"Quei due..."
Detto ciò, cominciò a correre a sua volta dietro di loro.


All'interno dell'arena, le cose sembravano essersi diametralmente calmate, salvo per un maggiore aumento delle guardie di sicurezza, simili a quelle che avevano accerchiato gli altri quando Ling aveva preso il controllo del centro di comando.
"Dove sono Candy, Foxy e Diana? Kula non le vede da nessuna parte..." frignò la ragazzina dal completo di cuoio color porpora.
Aveva l'aria spaurita e smarrita, come un bambino che aveva appena perso la mamma al centro commerciale.
"Ci sono troppe guardie a tenere sott'occhio la situazione..." mormorò pensieroso K', mentre Kismet poteva vedere le due squadre finaliste agli estremi del ring, con anche i commentatori Neo e Geo sorvegliati da un soldato lì presente.
I due non avevano nemmeno la solita verve nel commentare, sentendosi come nell'occhio del ciclone. Erano molto più tesi e facevano molte meno battute.
"Ehm... adesso potremo assistere... alla finale di questo 'entusiasmante' King of Fighters, signore e signori..." cominciò quindi a parlare Neo, tenendo fra le mani un foglio con sopra scritte delle battute da dire.
"I SEALED contro il Team Knowledge... chiunque delle due vinca, sarà la prossima vera detentrice del titolo."
Il pubblico, tuttavia, si accorse di quel cambio repentino nel modo di commentare dei due, e iniziò a chiedersi cosa ci fosse che non andava.
"Ma senza ulteriori indugi, che lo scontro possa avere inizio! Si preparino gli schieramenti!" esclamò allora Neo, buttando sul tavolo dei commentatori il foglio.


Mondo, su uno degli spalti, continuò a fissare la scena con irritazione.
"See... sembra diventato come il wrestling americano... una finzione galattica con tanto di burattini."
"E quel che è peggio, non si vedono né Kismet, né il piccoletto..." brontolò Hime con le braccia spalancate.
King, che era seduta lì vicino, si teneva inquieta le braccia incrociate, accavallando le gambe.
"Heidern ha detto che gli voleva parlare, ma non capisco perché ci abbia tenuti fuori..." mormorò irritato Oowada, reggendosi la testa con una mano per la noia.
"Che pizza... saremmo dovuti essere noi quelli su quel palco..." aggiunse Hime, mettendosi le mani in testa; "Speriamo almeno che Hoshi ci permetta di toglierci da questa situazione."
Anche buona parte gli altri partecipanti al torneo che erano stati elimininati si erano presentati a presidiare la finale.
Mancavano tuttavia il team Trickster e tutta la squadra di K'.
Inoltre, alla presenza mancavano pure Heidern e gli Ikari, ma gli Outlaw non ci fecero molto caso, pensando che stessero tenendo un interrogatorio.
"Merda... sono io o la temperatura è calata di almeno 20 gradi in quest'arena rispetto a ieri? E guarda quante guardiebbestia..." commentò seccato Kira, accavallando le gambe e a braccia conserte.
Nunnaly le guardò e si fece più seria del solito.
"Sembra che la mia lettera non sia servita..."


Intanto, sotto, vicino all'ingresso per entrare nell'arena, il trio di ex esperimenti NESTS attese l'inizio dell'incontro, con K' che non osava fare un passo all'esterno.
"Come diavolo facciamo a far uscire fuori il nostro Generale?" chiese allora.
"Non credo servirà... magari uscirà fuori lui da solo." rispose Kismet.
"Kula vuole andare a cercare Candy e le altre..." mormorò preoccupata la ragazza dai capelli azzurrini.
Fu allora che videro delle guardie correre lungo il corridoio, come se cercassero qualcosa e congiungersi in mezzo.
"Le avete trovate?"
"No, quelle tre sembrano come sparite nel nulla!"
Al sentire quelle parole, Kula sorrise vistosamente, mentre i tre si tenevano nascosti dalla vista di quei soldati.
"Anche il piccoletto sembra essersi volatilizzato insieme a loro!"
Una delle guardie schioccò la lingua.
"Quel piccolo furfante le ha aiutate a fuggire!"
Un altro soldato si avvicinò a loro.
"Muovetevi! Il cannone non si calibra da solo!"
"Piccoletto?" mormorò sibilando Kismet, mentre le guardie passarono oltre.
Kula sbiancò in volto.
"Il cannone...? Oh no! Zero sta mettendo in moto il suo piano, ed è tutta colpa di Kula..."
"ZERO?!" gridarono in coro sia K' che Kismet; "Allora Zero è qui?!"
"Non c'è tempo di spiegare. Kula deve fermare il cannone prima che sia troppo tardi per tutti."
Fu allora che K' vide qualcosa negli occhi della ragazza:
Una determinazione che l'avrebbe portata a tutto, anche a sacrificare la sua stessa vita.
Cercò di fermarla, ma la ragazzina scattò quasi subito in direzione dell'uscita dello stadio, ignorando i richiami di entrambi i ragazzi.
Capendo che nulla l'avrebbe fermata, Kismet strinse i denti, ancora pensieroso riguardo ai flashback del suo passato.


Quell'uomo... è davvero qui?! Zero?! Devo trovarlo!


Inoltre, Kula aveva parlato di un cannone, probabilmente presente da quelle parti.


Kula sta facendo la sua parte. Devi fare la tua!


"Sbrighiamoci... bisogna fermarlo..."
K', tuttavia, non si mosse. Continuva a fissare la direzione verso cui era andata la piccola ragazza con lo sguardo vacuo, perso nel vuoto.
"Kula... non vorrai davvero...."
"K', sbrigati!" esclamò nuovamente Kismet, prendendogli una spalla per scrollarlo via dai suoi pensieri; "O vuoi che Kula debba lavorare più del previsto?! Bisogna fermare quell'uomo, qui ed ora!"
"Lo so...! Lo so, maledizione!" ringhiò lui, stringendo i pugni al punto da farli tremare; "Ma a che serve tutto quello di cui abbiamo parlato se lei MUORE?!"
"Ti devi fidare di lei!" esclamò in risposta l'altro; "Altrimenti come ti aspetti che lei si fidi a pieno di te, o di me?!"
K' imprecò sommessamente, prima di annuire e passare davanti a Kismet.
"Andiamo. Possiamo ancora fermare questo Zero prima che attivi il fantomatico cannone."
Senza farselo ripetere, Kismet seguì K' nelle profondità di quello stadio, proprio mentre all'esterno la folla acclamava l'inizio delle finali.
"Speriamo vadano per le lunghe... voglio dire, pensaci. Più tempo stanno sul ring, più saranno tutti distratti dal torneo e più facilmente potremo agire indisturbati." intimò K' a Kismet.
"Continuo ad avere una brutta sensazione, in merito." mormorò quest'ultimo.


Subito, i due cercarono di tornare dove si trovavano il giorno prima, alla ricerca dei compagni sotto custodia.
Mentre si aggiravano furtivamente per i corridoi, presto sentirono una squillante voce leggermente irritante da dietro una porta:
"Andiamo, querida! Non posso credere che tu ci abbia buttato in pasto ai leoni! Che ne è del nostro amor caliente?"
Un vocione più basso gli rispose:
"Peccato che la tua 'querida' non sia qui, adesso... ugh, cosa non darei per una barretta di cioccolato... ho bisogno di energie, e ne ho bisogno ora!"
Riconoscendo quelle voci, K' si mise una mano in faccia, prima di avvicinarsi alla porta in questione...
O meglio, sfondandola rumorosamente, visto che era chiusa a chiave.
Ramon, proprietario della prima voce, ci mancò poco che non avesse gli occhi che gli uscivano dalle orbite.
"Puerca loca! Ma sei ancora vivo, amigo?!"
"Avevi dei dubbi?!" chiese il nuovo arrivato, prima che bruciasse le corde che legavano sia il luchador messicano che Maxima a due sedie rinforzate.
"Non riesco a credere che siano riusciti ad immobilizzarti, Maxima..."
"Mi hanno tenuto a stecchetto tutta la notte... e sai che io non riesco a carburare se non metto qualcosa di dolce sotto i denti... è il mio carburante..." rispose il cyborg canadese con un sorrisetto malizioso; "O forse stavo solo aspettando il momento opportuno per fuggire."
"Quindi mi hai fatto parlare come uno scemo per farti compagnia, eh?" chiese Ramon, stiracchiandosi i polsi; "Ed io che pensavo ne fossi seriamente interessato..."
"Un secondo, voi due..." chiese allora Kismet, entrando in quella piccola stanza; "Sapete per caso dove si trovino gli Ikari?"
Dopo aver attivato il suo scanner oculare, Maxima rispose:
"Ancora al centro di comando, alla fine di questo corridoio e poi la terza a destra. E' la porta più grande, non puoi non sbatterci il naso."
Kismet annuì, girandosi verso la porta.
"Io vado a tirarli fuori... devo parlare con Heidern e prendere a padellate quel Generale Ling."
Da fuori, sentirono intanto il tifo imperversare nello stadio.
"Huh... pare che i nostri combattenti ci stiano dando dentro alla finale. Chissà come sta andando!" fu il commento di Ramon, che se ne stava con una mano dietro l'orecchio ad ascoltare.


"La signorina Bandou sta dimostrando ancora una volta la sua forza contro una Kawai in difficoltà!" esclamò Geo con un tono più contenuto.
"Esattamente Geo, Agito non ha potuto fare niente contro di lei, e sembrerebbe che i Knowledge siano i favoriti a vincere la finale!" aggiunse Neo che fissava anche lui lo scontro con fare più tranquillo.
"Sei forte, devo ammetterlo... ma direi che questo scontro va concluso." commentò Kurenai con fare serio.
La giovane Mana si rimise a posto gli occhiali, continuando a sorridere maliziosamente.
"Non sottovaluti una fillette come me, madame, o potrebbe avere brutte sorprese."
"Io non sottovaluto mai il mio avversario... semmai, sono io che non ho ancora usato il 100% del mio potenziale su un avversario degno di chiamarsi tale." disse In tutta tranquillità Kurenai, mentre stava caricando la sua aura per uno dei suoi attacchi.
Anche la Kawai fece lo stesso, riempiendo il suo pugno di pura energia e preparandosi a scaricarla in un unico, potentissimo colpo.


Da dietro le quinte, qualcuno osservava compiaciuto, stringendo i denti in un sorriso.


Continuate... continuate così, dategli tutta la vostra energia...


Kismet ed i rimasogli della squadra di K' raggiunsero di corsa la Sala di Controllo seguendo le indicazioni di Maxima.
Una volta davanti alla porta, K' la sfondò con un calcio.
Appena lo fece, ci mancò poco che si beccasse una carica da toro infuriato di Ralf, anche lui pronto a sfondare la porta.
Il militare uscì fuori dalla sala di comando a tutta birra e diede una violenta spallata conto il muro, crepandolo.
"Credo che siamo arrivati in ritardo..." commentò K', vedendo il militare rialzarsi e stiracchiarsi le spalle.
"Già. La festa é finita da un pezzo." rispose Clark risistemandosi gli occhiali, così come Leona si stava aggiustando la magliettina verde e Heidern si stava pulendo il guanto scuro dal sangue.
Intorno a loro, mucchi su mucchi di guardie tramortite.
Tuttavia mancava una cosa:
Whip non era presente nella stanza.
"E la frustomane che fine ha fatto?" chiese allora Kismet.
"Pensavo che foste qui perché vi ha trovato lei, spiegandovi la situazione! Non é con voi?" domandò perplesso Clark.
"No?!" rispose K'; "Non ho visto quella maniaca."
Kismet continuò:
"Piuttosto, dove si trova quel cannone?! Siete al corrente che quell'uomo, Zero, sia proprio qui?!"
Fu Leona a rispondere con voce cupa:
"Non lo troverete qui. Non lo troverete da nessuna parte."
Kismet la guardò con aria dubbiosa.
"Come sarebbe a dire che non lo possiamo trovare da nessuna parte?"
"Che non si trova sulla Terra." rispose Heidern, andando verso il computer principale; "Lo Zero Cannon é un cannone orbitale che fluttua sopra le nostre teste mentre parliamo. É stato fatto decollare nel corso della scorsa tarda notte."
"E Zero dove si trova?" chiese allora K', entrando nella sala con le mani in tasca e guardando tutto il casino compiuto dagli Ikari per liberarsi.
"Un momento, amigos! Non vi sembra che sia un tantinello più urgente occuparci del gigantesco cannone geostazionario che ci fluttua sopra le cabezas e minaccia di spedirci todos in paradiso?" si intromise un Ramon, in preda al panico.
"E chi pensi che possa avere il controllo di quel cannone, se non Zero stesso?" chiese Maxima, mettendosi le mani sui fianchi.
"Inoltre, bloccare lui potrebbe significare impedire al cannone di fare fuoco. I NESTS erano venuti qui per cercarlo... o così quella ragazzina, Kula, mi ha detto." aggiunse K'.
Kismet ci pensò su...
E allora ebbe un sussulto:
Ripensò bene a quelle insistenti domande del Generale Ling sulla NESTS che gli rivolse quando gli Ikari lo catturarono...
Ed il sorriso malizioso che vide sul suo viso per mezzo secondo.
"No..."
K' e gli altri suoi due compagni si girarono verso di lui, non capendo bene perché avesse fatto così.
"Dov'è...? Dove si trova Ling?" chiese poi ad Heidern.
Lui armeggiò con il computer, facendo apparire una sequela di diagrammi e un disegno in reticolato di un generatore.
"Ci ha mostrato questi e poi se ne è andato. Ha detto che avrebbe presidiato la fine del torneo."
"E quello cosa sarebbe?" domandò Maxima, osservando attentamente lo schermo.
"E' un generatore che ha fatto costruire nei sotterranei di quest'arena. E' collegato al ring, ed è in grado sia di accumulare dati di combattimento che di assimilare l'energia sprigionata sul ring per alimentarsi."
"Un attimo..."
Maxima allora ebbe un pensiero.
"In questo caso, chiunque abbia combattuto in questo torneo, fino ad ora..."
"Precisamente... ha offerto energia a questo generatore... e temo davvero di sapere a cosa gli serva." mormorò Heidern, annuendo.
K' si batté il pugno destro sul palmo sinistro.
"Allora non dobbiamo fare altro che distruggere il generatore, in modo che il cannone non riceva più energia per sparare!"
"E che facciamo se distruggendolo salta in aria l'arena, o addirittura tutta la città, amigo?" replicò Ramon, in preda ai sudori freddi.
"Non resta che sconfiggere chi lo controlla e spegnerlo senza distruggerlo..." mormorò Clark, passandosi una mano sul mento; "Quindi, Ralf... niente colpi di testa sul distruggere il generatore con un Galactica Phantom..."
Ralf rispose solo con un brontolio seccato, incrociando le braccia.
"Andiamo al torneo. Probabilmente troveremo lì chi stiamo cercado." propose Heidern.

The King of Fighters: The Darkest LightDove le storie prendono vita. Scoprilo ora